Capitolo 69

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Il freddo e le gocce di pioggia mi penetrano sulla pelle. Rimango li, in piedi, ma è come se non riuscissi più a muovermi e il mio corpo si trovasse appiccicato sull'asfalto. Sono così confusa e frastornata da tutto quello che è successo che non sento nulla di ciò che mi sta attorno, poi uno scalcio improvviso mi ridesta dal mio torpore, riportandomi al presente. Con le mani aperte raggiungo il mio ventre, anche il piccolino che mi cresce dentro sembra turbato.

"Non preoccuparti cuoricino mio, la tua mamma lotterà con tutte le sue forze per tornare insieme al tuo papà." E anche se non sono sicura che sia lui il padre del mio piccolino, voglio che lo sia. Con quella promessa sussurrata al mio bambino, corro. Non bado al dolore pulsante dei graffi che segnano le mie ginocchia sbucciate. Le luci diventano un fondo sfocato, la pioggia non mi ferma e il freddo non lo sento quasi più. Ignoro il suono persistente dei clacson delle auto bloccate nel traffico, che strombazzano all'impazzata.  

Mi affretto più che posso e a perdifiato raggiungo la nostra casa, la stessa che abbiamo condiviso da mesi. Frugo nella borsetta in cerca delle chiavi e non appena le trovo, apro la porta e mi precipito dentro. Non riesco a far nulla se non pensare a lui e al modo in cui mi ha lasciata così facilmente. Per un bacio che non significava niente. Stravolta dai pensieri mi dirigo in bagno e mi faccio una doccia, provando a scacciare via tutte le probabilità che ho di non riuscire nel mio proposito. Non so dove sia adesso ma voglio essere presentabile quando tornerà. So bene che non servirà a nulla ma voglio provarci. Troppe volte mi sono arresa nella mia vita ma stavolta... Stavolta andrà diversamente. Gli sbalzi d'umore urtano il bambino che si fa sentire molto più del solito. Chissà se anche lui nel suo involucro protetto, ha avvertito quel senso di abbandono che non se ne va via da me nemmeno per un istante... Scuoto il capo e mi focalizzo sul mio stato interessante. "Stai tranquillo piccoletto, riuscirò a darti una famiglia. La famiglia che io non ho mai avuto."  Continuo a parlare avvolta dal silenzio dell'appartamento. Provo a bisbigliare parole di conforto sia per me che per lui. Il mio intento è quello di rassicurarci del fatto che tutto andrà bene e invece, le parole non lo fanno... Non hanno alcun effetto su di noi. Solo una persona potrebbe, ma in questo momento non so nemmeno dove sia! Le mie rassicurazioni non valgono nulla tra gli strepitii del mio cuore che batte impazzito nel petto.

Dopo essermi rivestita con una comoda tuta, raggiungo il nostro letto. Mi contorco nella mia scomodità e con le ginocchia piegate mi tengo integra, poggiando un lato del viso sulle braccia che ancora mi contengono. Le ore passano ma di Chad nessuna traccia. Mi agito e lo aspetto. Impaziente di sentirlo e vederlo entrare da quella dannata porta. Non so dove sia finito ma l'ansia diventa persistente, contorcendomi le viscere. Mi chiedo dove sia e cosa stia facendo adesso. Spero con tutta l'anima che ritorni indietro sui suoi passi e che ripercorra la strada che avevamo deciso di attraversare, insieme. Voglio che dimentichi la sua decisione dettata solamente da un bruttissimo momento di rabbia ma soprattutto prego col cuore in mano che lui stia bene. Immaginarlo col viso contratto dalla sofferenza, la stessa che sento io, mi ucciderebbe. Mi accarezzo il ventre, accorgendomi di non essere più sola e per tranquillizzare la piccola creatura che mi cresce dentro, canto una ninna nanna al mio semino che dopo aver messo le sue radici, strepita in silenzio facendosi sentire con quei piccoli movimenti dei suoi pugnetti chiusi e quei calcetti che mi toccano intensamente, come se lo spazio che lo accoglie fosse piccolissimo per contenere la sua angoscia. 

"Chad torna da noi e fallo presto perché l'attesa mi sta uccidendo!" Mormoro piano, con le lacrime del cielo nero che si uniscono alla mia sorda disperazione.    


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L'Angolo dell'Autrice:

E un altro capitolo si conclude, e questo va spuntato dalla lista! Volevo aggiungere Chad ma sto facendo capitoli più brevi. Dopo aver concluso il sessantottesimo che mi è uscito dagli occhi, non riesco nemmeno a concepirli per ora. E niente, ci stiamo arrivando! Piano, piano, mi auguro di concludere presto e mettere quella dolce parolina che mi preme tanto. Felicissima io!

A presto, spero.

-Clelia.

✰03. Give Me Love ☆•A STARS TRILOGY•☆Where stories live. Discover now