Capitolo 11

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Chad sta sopra di me

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Chad sta sopra di me. So che da quando siamo andati via dal bar di sua madre è irrequieto. Ha corso fin qui come un pazzo sopra la sua Harley. Sterzava il manubrio a più non posso. Io strillavo ma lui non sentiva. Troppo preso dai suoi pensieri per prestare attenzione alle mie urla e al mondo circostante. Rimanendo come sempre impenetrabile.

Non conoscevo la sua storia, e ancora oggi, ignoro totalmente il suo passato. Posso solo immaginare cosa sia successo quando, ha iniziato a inveire contro sua madre. La poverina era mortificata, stava seduta li sulla sua sedia con le mani congiunte sulle ginocchia, scossa dalla paura. 

Successivamente, non ho fatto nulla per fermarlo. Ho preso le bottiglie che mi porgeva senza fiatare e l'ho seguito. Sapevo già che sarebbe stata una pessima idea mischiare l'alcol col suo malumore, il risultato inevitabile di quell'intruglio è l'equivalente di un cocktail esplosivo. Una miscela troppo amara e simile al veleno da mandar giù da solo. Nonostante non avessi fatto nulla per limitare i danni, la mia coscienza non poteva cedere, quindi, non l'ho abbandonato a se stesso, perché sono consapevole di come ci si senta. Volevo essere l'unica in grado di metter fine al suo dolore, ma alle volte, la compagnia di un'altra persona non basta per farla sentire meno sola.

Non appena è tornato in se e ha costeggiato la moto al limitare della strada, ho dato sfogo a tutta la mia rabbia e alla mia paura che la nostra vita finisse troppo presto, ancora prima di rivelargli, senza mezzi termini, che lo amo. Di dargli tutto il tempo necessario per accettarlo e andare oltre, iniziando a vivere davvero, vivendo ciò che vale la pena vivere.

Gli ho chiesto cosa pensasse di fare ma non ha risposto. Mi ha strappato via le bottiglie che tenevo strette tra le braccia e che per poco, rischiavo di perderle di quanto tremassi. L'adrenalina era il suo forte e nonostante non mi tirassi mai indietro, avevo paura più per lui che per me stessa. Mi ero già condannata ad amarlo in silenzio.

Non volevo perderlo. Desideravo esserci per lui e in cuor mio, speravo di essere indispensabile come quell'alcol che ha ingollato giù, ma che purtroppo non potevo competergli, poiché non ero così essenziale in quel momento. Lo capisco e anche se la cosa mi ferisce, comprendo il suo stato d'animo.

Ha picchiato i pugni contro la corteccia dura di un'albero, inveendo a gran voce contro qualcuno, ed io mi sento così inutile perché non posso aiutarlo come vorrei se non so nemmeno contro chi ce l'abbia.

  Tremavo al suo fianco. Non osavo toccarlo né tanto meno rivelargli che lo amavo, perché si, c'è stato un momento in cui la mia bocca stava per liberarsi involontariamente dei miei sentimenti senza rifletterci più di tanto, e, menomale che l'istinto di autoconservazione è intervenuto in tempo, riuscendo a fermarmi di colpo senza provocare altri disastri. 

Speravo che la mia presenza contasse e gli dicesse tutto quello che c'era bisogno di sapere... ma non appena gli ho detto che lo vedevo chiaramente per quello che era, si era arrabbiato ancora di più e avvicinandosi a me, ha iniziato a strattonarmi per i polsi. Sentivo tutto, ogni sensazione di amore e dolore fremeva sottopelle scuotendomi fin dentro le ossa, così ho ceduto alle lacrime che, indesiderate e senza il mio volere, si mostravano a Chad. Non volevo che mi vedesse piangere per lui. Non so come potesse prenderla ma non ci tenevo nemmeno a saperlo.

✰03. Give Me Love ☆•A STARS TRILOGY•☆Where stories live. Discover now