Capitolo 62

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Per la maggior parte del tempo mi ritrovo rinchiusa in questo enorme attico

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Per la maggior parte del tempo mi ritrovo rinchiusa in questo enorme attico. Passo le mie giornate a cucinare, rassettare e quelle poche volte che mi sento ispirata, mi dedico alla mia arte, ma nonostante questo piccolo piacere che mi concedo, mi sembra di impazzire. Dopo la minaccia ricevuta non riesco più a pensare con lucidità. Ho paura di uscire e il solo fatto di ritrovarmi fuori mi terrorizza a morte. 

Non sono abituata a trascurare tutto quello che il mondo mi offre. Adoravo il fatto di essermi laureata in qualcosa che amo con tutta me stessa e che, ancora oggi, continuo ad amare, anche se adesso, il mio futuro è incerto e non so se preveda che io diventi ciò che ho sempre sognato di essere. Mi piaceva pensare ad un mio possibile impiego che provvedeva ad utilizzare la mia laurea, e ora che sono incinta, ho deciso di mettere tutto in stand by. Non so se sarà un addio definitivo ma per adesso, è la decisione più sensata che io abbia mai preso. Infondo, essere una madre comporta molte responsabilità ed io vorrei essere una madre esemplare per mio figlio.

Chad sembra più che altro sollevato della mia decisione. A quanto pare, mandare al diavolo il mio lavoro, la trova una scelta più che giusta, "almeno per il momento" dice lui. La sua presenza mi rende meno sola ma quando lui non c'è, mi sento prigioniera di me stessa e di tutte le mie paure. Le stesse che giorno dopo giorno, diventano sempre più reali e che si nascondono indisturbate nelle vie della mia fatiscente città. Strisciano come serpenti, rintanandosi nei luoghi più bui e nei vicoli desolati più impensabili, dove, le luci di Manhattan non riescono ad inglobare nella loro magnificenza perché si sa bene che le cose belle e che vale la pena vedere siedono vicino a Dio, mentre tutte le cose brutte stanno lì, strette strette a contorcersi come serpi, ingarbugliati nei loro intricati segreti pronti ad attaccarmi quando meno me lo aspetto. Rimangono nell'attesa... quando vorrebbero solamente catturarmi, inchiodarmi all'acciottolato sudicio e imprigionarmi nel loro corpo squamoso, avvolgendomi i polsi e le caviglie in una stretta ferrea mentre i loro seguaci mi strisciano addosso. Mi usano, spaventandomi coi loro occhi gialli, e poi, quando ne hanno abbastanza di terrorizzarmi, scoprono i denti solenoglifi e iniziano a mordermi, iniettandomi il loro letale veleno per portare a compimento il loro piano, uccidendomi. 

Tremo alla sola immaginazione che ho dato vita nella mia mente ma la sensazione di sentirmi osservata e quello strano pacco arrivato a casa di Chad... non mi stanno facendo vivere la gravidanza come avrei dovuto viverla fin dall'inizio. Prima di tutto avrei dovuto desiderare il bambino che porto in grembo e assicurarmi chi fosse il padre. Mi ero sempre promessa che non avrei concepito bambini se non ne avessi amato la persona che mi avrebbe aiutato a generarli, ma i miei propositi sono svaniti via come una nuvola di fumo che si dissolve nell'aria. Le mie fantasie sono crollate giù ed io mi do la colpa di tutto perché ho vissuto la mia vita come fosse tutta un programma per arrivare al successo che tanto agognavo di raggiungere invece che vivere di istanti e godermeli appieno. 

Ora sono più consapevole e accetto quello che mi è capitato semplicemente perché Chad mi ha dato il coraggio di farlo. Per mesi e mesi ho riflettuto parecchio e sono giunta alla conclusione che alla fine, quello che doveva succedere è successo. A discapito della vera felicità e della realizzazione dei nostri sogni, tutto è avvenuto per una ragione e se questa rappresenta un'altra croce che devo portarmi sulle spalle, lo farò con amore e determinazione andando fino in fondo. Non m'importa di venire classificata come la persona spregevole che penseranno che io sia, non m'importa di venire giudicata dalla gente, ciò che ha e avrà importanza per me, siamo solo noi tre e nessun'altro. 

Mi accarezzo l'addome tranquillizzando il piccolo con la mia presenza.

"Ci saremo noi a proteggerti." dico piano.

D'un tratto la suoneria del mio cellulare inizia a riecheggiare tra le pareti, invadendo il silenzio dell'ambiente circostante. In un primo momento sussulto, poi mi riscuoto dal mio tanto pensare e mi precipito a prenderlo. Accetto la chiamata senza guardare il display e con un sospiro tremulo rispondo. «Pronto?» «Helena.» «Papà?» Esclamo, guardando il mittente poiché non avevo controllato. «Hel, ho aspettato a parlartene per non farti alcuna pressione. In realtà, speravo che mi dicessi tu qualcosa ed invece non lo hai fatto! Ho iniziato a preoccuparmi quando alla cerimonia, ti ho vista andare via con quello sconosciuto.» Improvvisamente mi sento in colpa per non avergli permesso di conoscere Chad come si deve, ma non può definirlo usando quell'epiteto perché per me non lo è affatto. 

«Papà, non è uno sconosciuto! Forse lo sarà per te ma non lo è per me. Credevo semplicemente di avere più tempo a disposizione per presentartelo come avrei dovuto fare già da qualche mese prima e invece... mi sbagliavo.» Alle mie parole, segue un momento di silenzio... poi, schiarendosi la voce, riprende a parlarmi dall'altro capo della linea. «Che ne dici se lo invito a cena? Solo per rompere il ghiaccio e fargli presente che se ti spezzerà il cuore, non c'è posto che potrebbe nasconderlo dalla mia ira.» Il suo commento mi intenerisce e mi fa ridere di cuore. Capisco che vuole rimediare alle parole che ha usato prima e lo lascio fare... Mi asciugo una lacrima ilare dagli occhi e gli dico di non essere così protettivo o scapperà ancora prima che Abeba, la nostra cuoca, abbia messo tutto in tavola. Lo sento sbuffare e rispondere che se reagisce a questo modo non è un uomo degno di avermi con se.

"Oh, papà se solo sapessi che è tutto il contrario di ciò che pensi..." Senza rendermene conto, porto la mano sul mio ventre ed inizio a preoccuparmi per la notizia di cui dovrò necessariamente informarlo, prima che la mia pancia comincia a vedersi e allora, sarà abbastanza evidente a tutti che aspetto un bambino.

"Il nostro bambino." Spero con tutto il cuore che sia suo tanto quanto è mio.

«Allora ci vediamo Venerdì.» «Ci saremo.» E riattacco.

Adesso, dovrò solo informare Chad e convincerlo a venire. Da quando mi son chiusa in casa, lo vedo più pensieroso del solito. Che abbia intuito qualcosa? Forse ha pensato al fatto che mi sentivo sempre osservata e ha collegato la faccenda di prima a quella di adesso, eppure quella volta in cui gli ho confidato le mie preoccupazioni, non mi ha considerata una pazza ne tanto meno si è tirato indietro, anzi, mi ha proposto di vivere con lui... E ancora oggi, vivo in casa sua. 

Anche se adesso è lui la mia casa. La casa in cui voglio vivere per sempre, fino alla fine dei miei giorni e oltre.



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L'Angolo dell'Autrice:

Miei Carissimi Lettori (Quei pochi restanti),

Non so come abbia fatto ma scrivere sta diventando sempre più difficile. Forse non ho la mente serena ma chissà perché, non riesco più a concentrarmi su di niente e mi sto lasciando andare parecchio... 

Comunque, ecco il Capitolo 62. Spero sempre nei miracoli ma se non scrivo, il miracolo di finirlo non potrà mai compiersi ed eccomi qui, a sforzarmi come non mai di riprendere la mia storia perché ho dei progetti che la riguardano ma che non posso nemmeno pensare se non mi do da fare.

P.S.: È stata dura immaginarmi quella scena dei serpenti... vedete io li detesto come non mai e qualche volta se non spesso, me li sogno pure la notte e il cuore me lo ritrovo nella gola per quanto io li trovi viscidi e rivoltanti. Appena vedo un'immagine di questi rettili mi viene il freddo solamente a guardarli... Brr...

Vi abbraccio e vi saluto!

- Clelia (Che se la sta vedendo brutta con la scrittura).

✰03. Give Me Love ☆•A STARS TRILOGY•☆Where stories live. Discover now