Capitolo 86 (Parte Quarta)

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Ritorno a casa e chiudo la porta d'ingresso con fervore, scontrandomici contro

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Ritorno a casa e chiudo la porta d'ingresso con fervore, scontrandomici contro. I sacchetti di tela mi scivolano via dalle mani mentre ancora tengo stretto il diario al petto e il mio respiro diviene affannato per la corsa e lo shock subito. Dopo aver creato tutto questo trambusto, Sasha si precipita verso di me, trafelata. «Hel, hai una cera spaventosa, è successo qualcosa?» E a quella domanda le parole s'inceppano e le ginocchia cedono. La mia amica si avvicina. Venendomi incontro, s'inginocchia sul pavimento freddo e preoccupata, mi afferra per le spalle; scuotendomi dal mio mutismo e turbamento interiore. «Hel cosa ti prende? Parlami e dimmi cosa ti è accaduto per l'amor del cielo!» Alzo le mani che ancora reggono strettamente il taccuino di pelle e le mostro il motivo di tanto sgomento.

«È successo questo! E ora non so più che pensare.» Sasha incuriosita, me lo sfila via dalle mani, allenta il cordoncino che lo avvolge e lo apre. Sfogliandone le pagine impregnate d'inchiostro si precipita verso le ultime, frettolosamente scritte. La mia amica punta lo sguardo su una pagina in particolare. La stessa che mi è saltata all'occhio quando ho iniziato a leggerlo, scoprendone così, l'amicizia che lega Chad a Thomas. La osservo di sottecchi e noto che non sembra per niente turbata in confronto alle sensazioni che ho avuto io, nell'apprendere le inaspettate rivelazioni che vengono svelate leggendone la pagina che mi ha messa in difficoltà.
I suoi occhi scorrono senza sosta e, arrivando alla fine, il suo volto si acciglia. «Ma che... Che significa?» Ed è allora che le racconto tutto ciò che ho cominciato a scriverci dentro, riferendole che io l'avrò pure iniziato ma che un'altra persona ha continuato a scriverci su, dichiarandole apertamente ciò di cui sono venuta a conoscenza oggi. Ad ogni mia parola pronunciata, Sasha socchiude le palpebre come se si sentisse colpevole per qualcosa, anche se non riesco a carpirne il motivo del suo cruccio. Forse riguarda a qualcosa che non mi ha detto? 

«Sasha cos'hai? C'è qualcosa che mi hai nascosto? Se è così dimmi tutto. Devo sapere la verità una volta per tutte!» La mia amica si schiarisce la voce e alza gli occhi puntandoli sui miei, con un cipiglio colpevole sul viso agitato. «Be' si Hel, effettivamente c'è qualcosa che non ti ho detto. Ecco vedi, ho provato a parlarti tante di quelle volte ma tu non hai voluto sentire ragioni, ed io non ho voluto. Non me la sono sentita di causarti altro dolore e quindi, ho evitato di dirti ciò che so da quando tu eri in coma. Vedi, Chad e il tuo ex si conoscevano già da tempo e tutto questo lo so da quando lui in qualche modo, ha scoperto dov'eri ed è venuto a trovarti in ospedale. Ha quasi picchiato Chad quando lui gli ha detto che era il tuo ragazzo, non se lo aspettava per niente e poi, sono intervenuta io e li ho interrotti. Non appena hanno avuto il lasciapassare, sono entrati dentro la tua stanza ed io, me la sono presa con lui anzi, a dir la verità, me la sono presa con entrambi. Mi sono sfogata, specialmente con Thomas; e lui ribadiva il contrario di ciò che abbiamo sempre pensato... E da lì, ho capito come sono andate le cose, che lui non ti aveva mai lasciata veramente. Aveva firmato un contratto con la casa discografica dove non gli era consentito di avere una ragazza e allora lo stronzo ha concluso l'affare ma ti aveva scritto una lettera che ha dato alla nostra ex vicina, la stessa che gli faceva gli occhi dolci e quel babbeo non se n'è mai accorto. Ho provato a dirti ogni cosa una volta che ti fossi ripresa del tutto ma tu non hai mai voluto ascoltarmi. Ti sei sempre rifiutata di farlo perché hai deciso di mettere un punto sulla tua storia con Chad ed io non volevo farti soffrire più di quanto non facessi già. Chad era il migliore amico di Thomas ed ha fatto un passo indietro quando vi ha visti insieme. Mi dispiace di non avertene parlato fino ad oggi. Pensavo che avresti dovuto avere più tempo per te stessa, prima di fare i conti con la verità.» 

Le sue parole mi aleggiano tutt'intorno e poi, con un leggero tremitio, le afferro le mani e le dico di non preoccuparsi perché so bene che ha agito da amica. Mi asciugo le lacrime incastratesi agli angoli degli occhi e mi rialzo in piedi, congedandomi dalla sua presenza senza fargli pesare nulla, anche se non posso fingere che tutto quello che è successo oggi, non abbia avuto un certo impatto su di me. La rassicuro prima di andarmene e lei comprende persino il mio bisogno di rimanere da sola. Così, le volto le spalle e mi dirigo a passo svelto in camera mia. Mi ci chiudo dentro, fiondandomi sul mio confortevole giaciglio e col diario stretto tra le mani, ricomincio a leggere da dove mi ero interrotta. Faccio scorrere gli occhi sulle pagine intrise della sua calligrafia e con la voglia di saperne sempre di più, leggo fino allo sfinimento ma poi, improvvisamente, la stanchezza mi travolge e gli occhi diventano pesanti. Dapprima si socchiudono leggermente per poi chiudersi definitivamente dallo sfinimento. D'un tratto un "bip" mi riscuote, ridestandomi dal crollare del tutto e mi accorgo di aver appena ricevuto un messaggio. 

Leggo il nome del mittente. Numero Sconosciuto. Il cuore comincia a perforarmi il petto e mi affanno per aprirlo e leggerlo. "Ciao, so che non vuoi più avere niente a che fare con me, ma entrambi abbiamo bisogno di chiarire. Incontriamoci domani a Central Park." Scorgo il messaggio con sguardo ansioso e digito furiosamente, pigiando sui tasti touch col cuore in rivolta. "Chi sei?" Domando inquieta. Poi, un altro messaggio mi viene recapitato e lo leggo sempre con circospezione. "Thomas". Un respiro lieve lascia il mio corpo per l'imminente sollievo. Gli rispondo con un "Ok, ci vediamo domani." e pigio il blocco sul cellulare. Con i pensieri molto più confusi di prima e la stanchezza svanita via di colpo, rimugino sul da farsi. Penso e ripenso a cosa dirgli e trovo la risolutezza nei miei sentimenti, contando sulla lucidità e sull'affidabilità dei miei sentimenti oramai sopiti, confidando ciecamente sulle sensazioni che prova il mio cuore per lui... Così, con tutte le certezze ritrovate, cedo alla stanchezza. Lasciandomi andare ad un sonno ristoratore, attendendo il giorno dopo per mettere fine ad una storia finita già da molto tempo oramai.


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L'Angolo dell'Autrice:

Carissimissimi lettori miei, 

quanto mi siete mancati? Non ne avete idea! Finalmente sono riuscita a scrivere quello che da tempo avevo scritto sulla carta ma, tra endometriosi e influenza ero più morta che viva, giuro che per i fortissimi dolori ho sperato di morire perché veramente, ci si muore avendoli. È una sensazione dolorosamente indescrivibile (Si va letteralmente a fuoco! E quello che prendo per attenuare i dolori non serve a niente e giuro che le ho provate tutte ma oltre al pianto continuo non posso fare altro e temo il ciclo in tutti i mesi che lo aspetto perché sono inutile in quei sei giorni). Oltre ciò, si prospetta un Natale orribile perché tutti i miei parenti stanno male e il mio cuginetto è finito in ospedale quindi, non ho nemmeno la forza di pensare al momento. Ho scritto perché avevo bisogno di distrarmi dai pensieri e anche perché dovevo, poiché manca veramente poco alla fine. Se non sbaglio mi servono cinque capitoli e la A Stars si concluderà definitivamente.

Spero di finirla entro quest'anno o, almeno agli inizi di gennaio.

Vi abbraccio forte, augurandomi di tutto cuore che voi stiate bene e che passiate un Buon Natale con tutte le feste a seguire.

P.S.: Questa è proprio l'ultima parte del Capitolo 86... La prossima sarà il Capitolo 87. ;)

- Clelia.

✰03. Give Me Love ☆•A STARS TRILOGY•☆Where stories live. Discover now