Capitolo 78

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Sasha non è qui

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Sasha non è qui. È andata via a sbrigare alcune faccende rimaste in sospeso a causa del suo ritorno improvviso dal tirocinio fuori sede, o almeno è questo quello che ho sentito io, origliando la sua conversazione telefonica. Nonostante sia rimasta fedele ai suoi recentissimi pensieri negativi che si è fatta sul mio conto, è assolutissimamente contrariata a lasciarmi qui da solo con la sua migliore amica, anche se sono fuori dalla sua stanzetta privata e non ho avuto ancora il permesso per entrarci dentro, e no che non ci abbia già provato molte volte. Sasha comunque, non ha potuto fare altro che inghiottire il rospo e farmi promettere di aggiornarla delle condizioni di Hel ad ogni stramaledettissima ora passata senza che lei si svegli. Mi ha anche detto che mi avrebbe raggiunto non appena avrebbe chiarito ogni malinteso ma poco importa. Sono rimasto in questo dannato ospedale per tutta la notte, anche per tutte quelle precedenti a questa e giuro che ci sarò anche nelle seguenti a venire! Dovranno prendermi a calci in culo per buttarmi fuori e nemmeno in quelle circostanze ci riuscirebbero. 

Da quando Helena è stata portata in ospedale, non mi sono mosso da qui dentro nemmeno per un secondo. Ho dormito sulla scomoda sedia della sala d'aspetto e non ho permesso al mio corpo di concedersi altro se non di assorbire il raggrinzimento dovuto alla brutta postura intrapresa e l'agonia mentale nel nutrirmi della tristezza degli amici e dei parenti che vanno a far visita a tutti i loro cari, gravemente malati che si trovano in questo posto dimenticato da Dio. 

Quando mi concentro su di loro e mi metto a osservarli con trasporto, provo in ogni modo possibile a non soffermarmi su me stesso e sul mio di dolore, noto una rassegnazione tale sui loro visi disperati che, col passare dei giorni, viene sostituita da qualcos'altro. Ho la strana percezione che loro cerchino malamente di accettare quella parvenza di scusa banale che, in quel momento delinea un significato profondo perché quando non hanno alcuna chance di vivere e sono già segnati, si convincono che i loro cari staranno bene e non soffriranno più e questa è una bugia bella e buona che noi raccontiamo a noi stessi per non sentirci in colpa, come la favola della buonanotte. Tutto questo è un vero e proprio controsenso! Loro sono i primi a volerli tenere in vita poiché non vogliono assolutamente perderli per sempre... Però, non sanno che la malattia è una dea dannata e che quando sceglie un corpo, s'impadronisce di esso e non lo lascia andare via fin quando non l'avrà consumato da dentro e dopo averci affondato i denti troppo affondo per divorarlo fino all'ultima goccia della sua linfa vitale, lo porta con sé, nell'ignoto. 

Ma quello strano pensiero persiste in ognuno di noi, ed è una fievole carezza che mette a tacere quel peso fuorviante che ci sentiamo sul cuore, al solo pensiero di toglierci quel fardello dalle spalle, piangere quando serve e superare definitivamente il lutto che mai e poi mai potrà essere rimpiazzato dalla mera promessa di avere una vita un po' più semplice. Alcuni, son capaci di metterci un punto ben definitivo, rinchiudono sottochiave i bei momenti trascorsi in un bellissimo forziere prezioso dentro all'anima e si fanno forti per gli altri, i più deboli... Quelli legati ai ricordi che non riescono a scacciare via. Sono le stesse persone che vivono nel passato, quelle che sono restie a perdere la gente che ha conosciuto in questa vita e allora cercano di distrarsi in tutti i modi possibili, trovando conforto nei passatempi più disparati, conoscendo nuove persone e raggiungendo quella serenità con chi ha affrontato lo stesso dolore, facendosi coraggio gli uni con gli altri. 

✰03. Give Me Love ☆•A STARS TRILOGY•☆Where stories live. Discover now