Capitolo 72

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Ho perso me stesso

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Ho perso me stesso. Vivere in quell'attico senza la mia Helena è impossibile, un'insopportabile agonia. Nell'attimo in cui il cielo comincia a scurirsi, i pensieri si fanno più intensi e allora, per dimenticare, mi stordisco con l'alcol; oramai diventata la mia unica fonte di rimedio contro l'insonnia. Alle volte però, non basta nemmeno questo a cancellarla dai miei pensieri.

Quando faccio ritorno a casa, è sempre il buio ad accogliermi. La mia mente invece, la rivede sempre lì, scarmigliata per tutte le volte che ho voglia di lei ma sempre bellissima con quel pancino appena accennato che le cresce con dolcezza. Adesso, ovunque io guardi, sento la sua assenza poiché in ogni fottuto angolo si nasconde continuamente un ricordo di noi due che ci vedeva complici.

Ora, la felicità è divenuta pura eresia e ogni dannata volta che il momento si avventa nella mia memoria, ha la forza di sfondarmi il cuore, strappandomi via anche l'anima. Tutto mi ferisce e mi si ritorce contro. Ogni giorno vado a lavoro come un automa. Attendo la notte, quando il vuoto si propaga intorno a me per cedere all'alcol che mi concede l'oblio tanto agognato. A fine serata, chiuso nel mio camerino, inizio a darci dentro con il whiskey, bruciando nel mio inferno privato. Così, in una solita serata come quelle in cui mi sto sforzando con tutto me stesso di vivere nella sua assenza, tra un'esibizione e l'altra; dove intrattengo ogni genere di donna presente in sala, sebbene continui a fare del mio peggio non standoci molto con la testa, faccio il botto guadagnandomi la grana. Metto in vetrina il mio inutile corpo e concludo lo spettacolo. Non appena mi chiudo nel mio camerino, vengo convocato dai piani alti. Ricevo l'ordine di far godere una cliente piuttosto insistente che richiede la mia compagnia. Con l'espressione più glaciale che possiedo, mi dirigo nella saletta esclusiva che prevede questo genere di servizio. Mi accomodo sul divanetto servendomi (o versandomi) da bere, poi, alzo per un attimo lo sguardo, quando sento la porta chiudersi dietro di lei che fa il suo ingresso trionfale. Si presenta in tutta la sua scostante bellezza ed io purtroppo so già bene chi è. La conosco molto bene purtroppo.

Gli inferi avevano proprio bisogno di una diavolessa ben disposta a torturarmi per l'occasione. Alzo gli occhi al cielo e mi ravvedo ad ignorarla, sapendo molto bene che la mia indifferenza non fa mai bene al suo ego prorompente. Mi verso da bere e quando il liquido ambrato raggiunge l'orlo, lo butto giù in un solo sorso. «Chad.» Pronuncia con quella volgare cadenza russa, dandosi un tono sensuale. Colgo il suono della sua voce che fa capolino da quella perfida boccaccia irritante in grado di infrangere il silenzio di cui mi ero circondato, ricordandomi che non sono più da solo adesso.

«Sai che se si venisse a sapere, passerai dei guai belli e grossi?» La mia irritazione viene fuori, facendo riemergere tutto il fastidio che tengo sempre a bada in sua presenza. La mia mano scatta fulminea, e ancora prima di pensarci, sbatto il bicchiere di vetro con frustrazione, interrompendola bruscamente. «Da quando in qua, ti importa delle regole?» Le dico, continuando la mia corsa verso il baratro. «Effettivamente non posso darti torto.» Mi sussurra all'orecchio e il mio corpo sobbalza di rimando, infastidito per non essermi reso conto di quanto fosse così vicina. Mi tocca la spalla e comincia a darmi sui nervi con le sue infamie carezze del cazzo! Mi sposto e la schivo ma niente è mai abbastanza. Non posso concedermi il lusso di evitarla perché le regole imposte da Harris parlano chiaro e mi vietano di farlo; la stronza, sapendo bene dei vincoli che mi legano a questo maledetto posto, è al corrente di quanto potere possieda a causa della clausola stilata e firmata dal sottoscritto, questo dannato contratto le porge esplicitamente la chiave segreta che le consente di avermi in ogni occasione. Ha il fottuto controllo e per questo, senza remore continua a ronzarmi intorno come una brutta cornacchia.

✰03. Give Me Love ☆•A STARS TRILOGY•☆Where stories live. Discover now