Capitolo 68 Parte Ottava

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Dopo aver finito di giocare la mia partita insieme agli altri miei compagni di squadra, lascio mio fratello fuori dalla porta che conduce agli spogliatoi e mi cambio velocemente. Non voglio che mi aspetti più del dovuto. Tutti sono entusiasti di come siamo riusciti a vincere prima che il match si concludesse. I ragazzi propongono di andare a festeggiare da qualche parte ma io mi faccio da parte. Mi rifiuto categoricamente di andare a partecipare all'evento, e anche se percepisco la loro tristezza e ci rimangono male per l'assenza del loro capitano me ne frego. Devo occuparmi di Kaelan e poi, subito dopo devo tornare a casa.

«Come preferisci tu, capitano! Ci vediamo domani agli allenamenti!» Mi urla TJ. Gli rispondo con un ok e un impercettibile cenno del capo ed apro le porte, ritrovandomi Kaelan. «Hai già finito?» Domanda, lanciando uno sguardo nervoso al suo vecchio orologio legato al polso. Capisco da dove proviene il suo nervosismo e per distrarlo gli scompiglio i capelli, che a quanto pare è un gesto che lo irrita parecchio ma che io continuo ripetutamente a fare, non appena mi si presenta l'occasione. «Eppure ti avevo detto che ci avrei messo poco tempo, ragazzino di poca fede!» Gli dico sorridente. Cerco di sdrammatizzare, e prima che possa arrivare a colpirmi la mano per quel fastidioso movimento che faccio scuotendo il suo ciuffo, lo stringo con un braccio tirandolo verso di me per le sue esili spalle. 

Attraversiamo la palestra, sorpassando tutti quelli che la riempiono di confusione. Qualche volta ricevo persino dei complimenti e delle pacche sulle spalle dagli studenti che frequentano la mia scuola e che credono di conoscermi così bene. Non appena raggiungiamo l'uscita alzo il viso verso il cielo e mi permetto di lasciarmi andare davvero, sorridendo alle stelle per avermi concesso di vivere una serata così magica, avendo per tutto il tempo di gioco mio fratello accanto. Anche adesso, a partita finita è così vicino che sembra quasi irreale la sua presenza. Sentirlo respirare e camminarmi a fianco, sfiorandoci di tanto in tanto persino le spalle. 

È un piccolo miracolo che si avvera; e, nonostante non mi rimanga altro tempo da condividere con lui, giuro che ogni momento passato insieme non lo dimenticherò mai.

Camminiamo velocemente, cercando di fare in fretta. Non voglio che si cacci nei guai a causa mia e del mio egoismo. Kaelan però, tiene il passo proseguendo con la sua andatura spedita, e mi pone alcune domande sul basket ed io, essendo un bravo fratello maggiore gli rispondo. Non riesco ancora a lasciarlo andare. 

«Un giorno voglio essere proprio come te.» Mi dice all'improvviso e senza rendermene conto, mi fermo, sorpreso. Sentendomi nel petto e fin dentro le ossa, una matassa indescrivibile! Un concentrato incontenibile di gioia che stilla da tutte le parti per esplodermi via dal corpo e propagarsi ovunque. Sono così esaltato di sapere ogni suo pensiero più intimo, sentendolo provenire direttamente dalle sue stesse labbra, che lui non ne ha proprio la minima idea.  

«Ah, ma tu non sarai come me.» Gli dico, prendendolo un po' in giro e allontanare via da me ogni emozione che mi travolge il cuore. «Perché? È così difficile giocare a basket?» Mi chiede perplesso. «No, non è per questo. Tu diventerai meglio di me. Sarai il meglio del meglio!» Per un attimo mi guarda imbarazzato poi distoglie lo sguardo, puntandolo sulla punta delle sue sneaker, che non si fermano nemmeno un attimo di fare strada. «Ehi, vedi che parlo sul serio! Credo che tu potresti fare qualsiasi cosa, se solo lo volessi veramente.» A questa mia affermazione, Kaelan riprende a guardarmi di sottecchi, come se io non potessi mai accorgermene e poi decide di ribattere. «Smettila! Non sono così grande come pensi! Gli altri mi prendono in giro e non ho ancora fatto qualcosa che conti davvero.» Stringo i pugni lungo i fianchi e stavolta tocca a me, aprirgli ancora una volta gli occhi.  

✰03. Give Me Love ☆•A STARS TRILOGY•☆Where stories live. Discover now