Capitolo 38

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Decido di andare in un posto dove nessuno mi conosce e sa di me

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Decido di andare in un posto dove nessuno mi conosce e sa di me. Corro veloce, inchiodando sull'asfalto, quando vedo ciò che fa al caso mio. Entro dentro con irruenza e ordino un Jack Daniel's. Tutto è iniziato con Jack Seaneed e tutto finirà con l'altro Jack che porta il suo merdosissimo nome.

Lo scolo senza nemmeno vederlo lì, depositato sul fondo del bicchiere. «Un altro!» Biascico urlando al barista, e quello, me ne versa a quintali riempiendomelo fino all'orlo. Il tizio mi guarda senza proferire domande e questo, non può farmi altro che bene. Lo ingollo ancora una volta e senza limiti, non concedendomi nemmeno un minuto per respirare. Inghiotto avido sino all'ultima goccia di quel liquido ambrato. 

Continuo per ore ed ore, perdendo la cognizione del tempo che passa. Mi sento persino stanco di pensare, quando, improvvisamente, una tipa piuttosto attraente mi si avvicina, tentando di approcciarsi a me. 

La guardo istupidito e le sorrido senza la minima voglia di farlo. Devo essere proprio sbronzo perché la biondina non mi attizza affatto. Lei lo prende come un'invito e attaccandosi al mio bicipite, mi gratta con quelle unghie finte laccate di smalto. «Allora, ti va di venire con me?»

Come dice? Non riesco a sentirla, stordito come sono e mi acciglio. La scosto malamente del tutto disinteressato mentre lei continua a mettermi le mani addosso. Poi il buio. 

Un uomo mi colpisce all'addome e starnazzo sul bancone, parando il colpo verso la fine dello schianto.

«Non provarci con la mia ragazza, coglione!» Urla, facendomi strizzare gli occhi. Mi volto per metterlo a fuoco e mi colpisce ancora. 

Si, continua così. Distruggimi... tanto non me ne frega un cazzo!

Nonostante l'alcol che mi scorre nelle vene, sento il bisogno di reagire, così, rispondo all'istinto che mi incita e con uno scatto fulmineo gli piombo addosso, colpendolo a più non posso. Lo aggredisco rispondendo ai suoi affondi mentre il suo volto cambia divenendo quello di quel figlio di puttana che ha contribuito a mettermi al mondo.

Bastardo! Hai rovinato le nostre vite... 

La mente ruota attorno a tutto questo.

–Kaelan, mi dispiace per tutto.– 

E poi chiudo gli occhi. Sempre più morto dentro.


★★★


Mi sveglio di soprassalto. –Dove cazzo mi trovo?– Scruto l'ambiente e non mi ricorda niente. Strizzo gli occhi puntandoli sull'unica finestra presente. È già notte, constato di malavoglia. Improvvisamente mi volto registrando ogni cosa e dinanzi al mio corpo rigido spunta una ragazza che non conosco. La vedo sussultare dallo spavento per la mia improvvisa reviviscenza.

Chi cazzo è questa? Non è nemmeno la tizia del bar... 

La mia testa mi duole così tanto che non riesco a pensare. Confusamente mi chiedo dove sia la mia Helena. D'un tratto una voragine mi sconquassa i pensieri e mi vengono in mente i suoi occhi imbronciati se solo mi vedesse adesso, in questo momento. 

–Che cazzo è successo?– Non ricordo assolutamente niente. Ho un vuoto assordante che sovrasta ogni cosa e si ripercuote di continuo, ininterrottamente, senza mai fermarsi. Frettolosamente mi rimetto i jeans che trovo ancorate alle caviglie e la guardo storto, del tutto fuori controllo. 

–Come si è permessa di toccarmi?– La ragazza continua a ripetermi che non sia successo niente tra noi e che non devo preoccuparmi di nulla. Mi ha solo aiutato con la sbronza facendomi dormire nel suo letto e ospitandomi in casa sua.

Ed io dovrei pure crederle quando, fino a un'attimo prima, l'ho beccata con lascivia a leccarsi le labbra, mentre io, nella mia totale incoscienza aprivo gli occhi e mi son ritrovato le sue mani su di me che mi stavano svestendo dei miei boxer per sbirciarci dentro.

Mi alzo, scontrandomi contro di lei. «Se osi toccarmi ti uccido e me ne fotto altamente se sei una donna!» Mi guarda spaventata dalla mia minaccia non del tutto vuota. Vorrei freddarla col pensiero. La ragazza deglutisce saliva, mentre io mi volto per recuperare la mia maglietta.

Sbatto la porta di quel lurido condominio residenziale e scendo di corsa le scale.

Helena. Devo tornare da lei! Barcollo un po' sui miei stessi passi ma non me ne importa niente. Vivo o morto che sia, voglio andare a casa, da Hel. Successivamente recupero la mia moto ma prima di fare ciò, spendo altri soldi che ho duramente guadagnato per un'altra bottiglia di alcool puro e mi dirigo a tutta velocità nel mio appartamento. 

Mi sbronzerò nuovamente quando dovrò e non sarò più in grado di fingere. Devo necessariamente farlo per nascondermi e non darle alcuna spiegazione. 

Il vento mi sferza i capelli. Mi risveglia, tagliandomi il viso per quanto sia pungente. Mi si schiariscono persino i pensieri, quando li indirizzo alla mia donna che mi starà sicuramente aspettando.

Tento di ricordare qualcosa, opprimendo la mia mente con la sola parola.

Ricorda... Ricorda... Ricorda... ma nulla viene alla luce. Tutto giace silenzioso nella voragine oscura dell'incoscienza e dell'oblio procurato da Jack Daniel's, il solo e unico principale responsabile dei miei problemi. 

Non so cosa sia successo lì dentro. Mi illudo, convincendomi che quelle parole siano vere. Forse, voglio credere a una bugia. Voglio convincermi di essere arrivato in tempo a salvare e preservare il mio corpo dall'ennesima cazzata che avrei compiuto, o, forse no, può darsi che non è stato così ed io non ci sono riuscito. So solo che qualsiasi cosa mi sia successa, è avvenuta contro la mia volontà e tu, devi perdonarmi amore mio, perché so che non avrei voluto ferirti in alcun modo.   


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L'Angolo dell'Autrice:

Vi lascio male... ma proprio male... Non so da dove mi è venuto questo Capitolo so solo che non era assolutamente previsto. Sappiate che dopo il prossimo ci saranno i guai veri e propri. Già partiamo da questo errore assurdo di Chad. Secondo voi, cosa gli è successo? Certo che il fratello ha già influito sulle sue azioni... Comunque, spero di tutto cuore che vi sia piaciuto... 

A presto!

- Clelia.


✰03. Give Me Love ☆•A STARS TRILOGY•☆Where stories live. Discover now