Capitolo 02

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Titubante, entro nel suo appartamento

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Titubante, entro nel suo appartamento. Tutto è avvolto nel buio, così accendo la luce. La prima cosa che noto sono le bottiglie! Un numero indefinito di bottiglie sparse ovunque.
Mi faccio avanti e sussurro piano il suo nome. Non risponde ma so per certo che dev'essere qui da qualche parte. Poso la mia borsa e mi avvicino al soggiorno.

Mi guardo intorno e, infine, scorgo la sua figura. Un rantolo di sollievo m'invade il petto. 

È rannicchiato sul divano. Il ginocchio sollevato e l'altra gamba stesa. Tiene un braccio sul viso, che lo nasconde da tutto il caos circostante. Non si accorge di me, così, inizio a ripulire il tavolino di vetro, invaso da altre bottiglie. Accidenti! Sono proprio dappertutto! 

Mi rendo utile nel ripulire tutto. Cammino piano, cercando in tutti i modi possibili di non far tintinnare le bottiglie di vetro che tengo tra le mani, faccio il meno rumore possibile per non svegliarlo, e dopo averne buttate alcune dentro il cestino dell'immondizia, ritorno al punto di partenza. 

Provo a raccoglierne un'altra, quando, improvvisamente mi sento afferrare per un braccio. Mi volto di riflesso e vado a schiantarmi su di lui. «Dammi un bacio.» Non ho nemmeno il tempo di dibattere o, di pensare, che mi stringe i capelli a se, e m'invade le labbra senza permesso, catturandole tra le sue. 

Provo a scostarmi da lui, cercando di capire, ma non me lo permette. Annaspo provando a recuperare l'aria sfuggitami dal petto. Farfuglio il suo nome e quando mi bacia in fronte e mi tiene stretta a se, rimaniamo così. Ancora una volta sono senza fiato, avvolta tra le sue braccia possenti. Non sapevo cosa avesse... ma qualunque cosa fosse, volevo stargli vicina e il cuore, il cuore mi suggerisce tuttora, che ha bisogno di me.

«Rimani con me stanotte.» «Ok.» Rispondo, senza alcuna esitazione. Lo sento trasalire improvvisamente, e senza volerlo mi fa spostare di dosso. «Davvero, vuoi restare qui con me stanotte?» «Si, perché hai quell'espressione così sorpresa?» «Non me lo aspettavo.» Ammette piano, distogliendo lo sguardo dal mio e scostandosi i capelli via dagli occhi. 

Gli accarezzo il viso e poi, toccandogli quella piccola barba ruvida arrivo alla fossetta che ha sul mento e riporto la sua attenzione su di me. «Va tutto bene?» Chiedo, facendo risalire la mia mano tra i capelli. «No. Non va bene per un cazzo!» Esclama frustrato. «Messaggio ricevuto.» Dichiaro esausta, scagliandomi sul suo torso. Sento i suoi occhi su di me, e stanca, volto il viso verso il suo. Lui mi guarda come se fossi ammattita. Poggio il mento sopra le mie mani incrociate e lo fisso di rimando. «Cosa c'è ancora?» Sbuffo. Ho voglia di sprofondare nel suo letto e restargli appiccicata come adesso, per tutta la notte. 

«Perché non insisti?» Domanda, non togliendomi gli occhi di dosso. «Su cosa dovrei insistere?» Chiedo, facendo la sfuggente. So a cosa si riferisce, ma so anche quando farmi da parte. Non è semplice raccontare il proprio passato, soprattutto quando nel mezzo della tua esistenza ci vivono i tormenti. Eventi che ti marchiano di segni e che, non vogliono essere mostrati. Sono segreti che si custodiscono dentro l'anima. Anche io come lui, sono stata segnata e compromessa dal mio passato e non ho voglia di parlarne. 

Mi prende per il mento e mi volta il viso verso di se. «Di solito la gente è invadente. Inizia a pressarmi su argomenti che non la riguardano e di cui preferisco non parlare... ma tu, tu... oltre a non fare domande, hai deciso di rimanere qui stanotte! Non sai nemmeno il motivo dei miei problemi e vuoi stare qui! Cazzo. Cazzo. Cazzo!» Esclama strattonandosi il ciuffo dalla fronte, e poi distogliendo lo sguardo dal mio viso, sussurra qualcosa. Qualcosa che mi tramortisce dentro. «Temo di tenere a te, più di quanto pensassi!» Dichiara piano, e, osservandomi nuovamente, riprende a torturarmi i capelli, facendoli scorrere tra le dita. 

Rimango colpita dalle sue parole, e, per evitare che lo fissi ancora con la faccia sconvolta, mi avvicina a se ponendo fine ad ogni mio pensiero, nascondendomi il volto tra le sue spalle. Storce il capo e rimane immobile, affondando il viso tra i miei capelli ed io non smetto nemmeno per un'attimo di toccargli lo sterno, sfiorandolo proprio li, al centro del cuore. 

Vorrei poter fare di più, ma penso che questo sia il minimo che io possa fare. Mi giro verso di lui, e, non resistendo a quei suoi occhi tristi lo afferro per il viso e lo bacio. Voglio che dimentichi tutto il suo dolore, e, se deve sprofondare in qualche abisso, io, voglio esserci. 

Continuo a baciarlo. Assorbo il suo sapore di whisky, rendendolo mio. Fino a questo momento non ho pensato alle sue parole, molto probabilmente è l'alcool ad avergli fatto effetto. No, sicuramente non penserà sul serio a ciò che ha detto, anche se, il mio cuore s'illude e sussulta, volendogli dimostrare quanto anche io tenga a lui. E con questi pensieri invadenti, interrompo il bacio leccandomi le labbra. 

«Che ne dici di una doccia per ripulirti?» Si scosta un po' di più da me e si tira la maglietta vicino al naso. «Perché? Puzzo così tanto da non poter continuare da dove hai interrotto?» Scoppio a ridere nel vederlo corrucciato. Mi tolgo dal suo grembo e lui sembra ancora più imbronciato di prima. Sorrido piazzandomi di fronte a lui, gli prendo le mani tra le mie e insieme, saliamo di sopra. 

Arrivati al bagno, mi avvicino al suo corpo e lo spoglio delicatamente. Lui insiste nel mettermi le mani addosso ma io lo scaccio via, schiaffeggiandogli le mani lunghe e agitando il capo. «Sta fermo.» «Che c'è? Non mi vuoi perché sono ubriaco?» Domanda, guardandomi indispettito. Adoro questa versione di Chad ubriaco. Non l'ho mai visto così e la mia faccia non smette di sorridere nemmeno per un secondo. 

«Ah è così, allora!» Dice prendendo le distanze. Non sopporto il suo allontanamento, così inizio ad accorciare lo spazio che vuole mettere tra noi, e, afferrandolo per le spalle punto il mio sguardo nel suo. «Non è questo il punto! Ti voglio sempre, ma adesso voglio solo...» Faccio un respiro profondo e poi, tutto d'un fiato rivelo ciò che ho intenzione di fare stanotte. «Permettimi di prendermi cura di te.» E in quel momento, realizzo che ho detto ad alta voce ciò che ha pronunciato lui pochi giorni fa, ma adesso, sono io a sorprenderlo, restituendogli la frase di rimando.

Le mie parole lo colpiscono nel profondo, e vedendolo sconvolto gli sfioro il viso. «Per favore.» Sussurro piano. A quel contatto si riprende dallo shock iniziale e annuisce, decidendo di concedermi questa possibilità.


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L'Angolo dell'Autrice:

Finalmente revisionato il capitolo, doveva andare diversamente ma vi avrei spiattellato tutto al secondo capitolo e non mi andava bene... Accidenti! Ho una gran confusione per la testa! Sto cercando di darmi una mazzata proprio li, nella capoccia, perché sono troppo confusa su quello che voglio dire e scrivere. È una situazione un po' così... 

Comunque eccovi il Secondo Capitolo, spero di essermi concentrata abbastanza perché insomma! Non mi pare granché... ma comunque... Chad è così per le botte di birre prese e poi sapete quanto ci sta a cambiare il suo umore nel giro di due second😂.

Alla prossima!

- Clelia.



✰03. Give Me Love ☆•A STARS TRILOGY•☆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora