Capitolo 09

1.9K 84 16
                                    

Oops! Această imagine nu respectă Ghidul de Conținut. Pentru a continua publicarea, te rugăm să înlături imaginea sau să încarci o altă imagine.


Tutto, solitamente mi appare migliore quando sono sulla moto ma non oggi. Nonostante Helena, i miei pensieri si affrettano facendo slalom, inseguendomi per raggiungermi. Corro, accelerando. La strada mi scorre davanti.

Il vento mi sferza il viso e mi attraversa tutto il corpo. Percepisco il rombo del motore e mi allungo all'indietro. Sento la moto sotto di me e le sue braccia strette attorno alla mia vita, ma nemmeno lei riesce a riportarmi al presente. Con la mente instabile, vago tra le ombre del tempo andato. 

180 Km, 190, poi 200. Non riesco a fermarmi. I ricordi m'invadono i pensieri e la velocità mi sprona a far sempre di più, sfuggendo alle cicatrici lasciatemi dall'infanzia e da me stesso. 

Kaelan. Kaelan. Kaelan!

Osservo i marciapiedi che sfumano ai lati del mio campo visivo, mentre, mi concentro guardando le poche auto che mi bloccano la strada. Ho disseminato pezzi di me lungo la via, scontrandomi e perdendo varie volte, contro un passato immutabile. Ripercorro un percorso senza uscita e i miei occhi si perdono, inghiottiti dall'oscurità. L'orologio ripercorre il suo tempo perduto bloccandosi all'indesiderato passato. Fa scorrere le lancette al contrario, i ricordi diventano il presente e con la mente mi rivedo bambino. 

Ero nella mia stanzetta a colorare le figure di un album. Dopo quella notte infernale, quel mostro senza anima non si è più fatto vedere. Dapprima solo per qualche giorno, poi la sua assenza durò per lunghi mesi a venire. 

Io, la mamma e il mio fratellino non ancora nato, stiamo molto meglio senza di lui. Mia madre mangia un po' di più e le sue mani tremano meno. Ricordo che quando ha scoperto di aspettare il mio fratellino, stava piegata in quello squallido e insulso divano, lo stesso che aveva scatenato l'umore altalenante di quell'orribile essere.  

 Stringeva tra le mani un bastoncino bianco, ed improvvisamente, è scoppiata in lacrime fino a consumarsi e ridursi cadavere nelle prime luci del mattino. In quel periodo non sapevo bene cosa avesse. Passava dall'essere allegra a triste. La pancia cominciava a crescerle e diventare sempre più evidente. Il suo corpo era diverso e cambiava notevolmente di mese in mese... ed io, ero così preoccupato che fosse malata da non chiederle mai niente. 

Avevo una paura folle di perderla!

Poi, un giorno come un altro, dopo essere tornato da scuola, pranzammo sul divano. Lei taceva ed io guardavo in silenzio i cartoni. «Chad. Amore.» Sospira in un rantolo di fatica. «Voglio mostrarti una cosa.» Si alzò, togliendo via gli ingombranti piatti e andò a prendere ciò che voleva io vedessi. Continuavo a guardarla, incerto sul suo stato d'animo. 

Con delicatezza poggiò una cartellina bianca sopra al tavolino. «Puoi aprirla.» ed esitante, lo feci. Li dentro, vi giaceva una fotografia in bianco e nero. In silenzio, la osservavo per gran parte del tempo. Quando la mamma ha ritirato quella strana foto, mi ha spiegato che si chiama ecografia e col dito indice mi ha indicato un piccolo puntino bianco circondato dal nero. «Vedi amore mio? Qui ci sta il tuo fratellino!» Esclamò confusa tra le lacrime che le scivolavano sul viso. Non sapevo dire con certezza se ne era entusiasta o meno. Nemmeno io sapevo cosa provassi in quel momento.

✰03. Give Me Love ☆•A STARS TRILOGY•☆Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum