Capitolo 86 (Parte Seconda)

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Due settimane dopo...



«Allora, come va il rapporto con tuo padre?» Domanda la Phillips, seduta sulla sua comoda poltroncina chesterfield con le gambe perfettamente incrociate e il suo immancabile taccuino in mano. Stringe la sua stilografica e aspetta pazientemente di appuntarci qualcosa che io le riveleró privatamente, nell'incontro di oggi. Mi guarda ed io distolgo lo sguardo diretto dei suoi occhi che mi puntano come un falco che tiene in trappola la sua preda e mi concentro sull'ambiente sterile che riesce per qualche secondo a sovrastare il caos che mi ritrovo a vivere giorno dopo giorno.

Mi mordo le guance ed inizio a tormentare l'elastico che porto al polso, tirandolo di continuo. Tergiverso per un po' e poi le rispondo, impacciata nel raccontare i fatti della mia vita privata ad una perfetta estranea. «Bene. Da quando sono uscita dall'ospedale è stato molto apprensivo nei miei riguardi ma io, non mi sentivo mai pronta ad avere un confronto faccia a faccia con lui quindi, Sasha è intervenuta e mi ha protetta.» Certo, mio padre continua ad essere testardo e asfissiante, quando vuole sa esserlo davvero. Forse soltanto per questo, non ha mai smesso di chiamare o di chiederle come stessi e, anche se tutto andava male, Sasha gli ha fatto credere il contrario; che mi stessi riprendendo. Nonostante non lo sia stato prima e non lo è ancora... Socchiudo gli occhi e adesso, stuzzico le labbra per non andare oltre con l'argomento e approfondire il discorso con lei. Certi fatti dovrebbero rimanere intimi e totalmente segreti alle orecchie degli estranei.

«E perché mai ha deciso di evitare questo confronto con suo padre? Non si trova bene a parlare con lui?» Non è questo il punto. Ammettere che aveva avuto ragione fin dall'inizio a dubitare di Chad è una sconfitta alla quale non sono disposta a concedergli. Sto male, mi ha fatta soffrire ma non gli dirò mai quello che è succeso tra noi. «L'ultima volta che abbiamo provato a dialogare, se così possono definirsi le urla, mi ha intimato di abortire e lasciare il mio ragazzo. Ora che ho scoperto come stanno realmente le cose e che lui ha sempre avuto ragione a pensare male nei suoi confronti, mi è difficile ammetterlo davanti a lui.» «Chad è il padre del bambino, giusto?» Annuisco, volendo solamente escluderlo dalle chiacchiere di oggi per non tornare con la mente a lui e ai ricordi che ci legano.

«Ti senti pronta a parlarmi di lui?» Ed ecco che la solita domanda fa capolino tra le sue labbra e salta fuori come se niente fosse. Tutto è un loop continuo che mi riporta inevitabilmente a lui... E anche se il mio primo istinto è quello di voler divagare e non andare oltre sul suo conto, non ci riesco. Stringo gli occhi e il respiro diventa affannoso. «Provi a calmarsi e a respirare lentamente.» Mi esorta lei, facendo roteare la penna che ha in mano per aria e contando ritmicamente ad alta voce per non farmi agitare più del dovuto.

Socchiudo le palpebre e provo a rallentare tutti i pensieri ingarbugliati che mi passano per la mente prendendo il fiato che mi manca. «Se vuole possiamo evitare di parlarne, non è obbligata a farlo se lei non se la sente ancora.» No, non posso più tergiversare. Devo togliermelo dalla testa e magari, parlandone con lei potrò metterci un punto definitivo a tutta questa storia. «No, no, sto bene adesso. Ho rimandato troppo a lungo l'argomento. Ora mi sono ripresa e mi sento in grado di affrontarlo, quindi possiamo benissimo andare avanti.» Dopo aver inspirato profondamente mi preparo mentalmente al dialogo. La psicoterapeuta si raddrizza sulla poltroncina e con meticolosa attenzione, ascolta la mia storia. E così, decido di raccontarle cosa è successo dopo che sono stata dimessa dall'ospedale.

✰03. Give Me Love ☆•A STARS TRILOGY•☆Where stories live. Discover now