CAPITOLO 69

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Ciao a tutti!

So che è tardi, ma sono giorni intensi e così mi ritrovo a pubblicare solo ora.. ma per farmi perdonare vi lascio DUE capitoli😉

Vediamo che succede tra i nostri due testoni innamorati... idee?!?

Buona lettura e buonanotte a voi!

A presto

N.




Che strano! 

Senza dirci una parola, ma godendoci insieme quel meraviglioso panorama davanti ai nostri occhi... cullati dal solo leggero rumore provocato dal movimento che porta le onde a correre verso di noi sulla sabbia... stiamo pensando allo stesso momento... il nostro primo litigio...

Ripensi al modo in cui quella mattina, la vigilia di Natale, dopo una notte insonne, solo nel mio letto, sapendo che io ero in sala a piangere, come te d'altronde... ti sei vestito in silenzio per poi uscire dalla porta cercando di non svegliarmi, di non fare rumore... mentre io mi obbligavo a restare immobile, con gli occhi chiusi, per non farti notare che ero sveglia e con gli occhi gonfi dal pianto...

Eri sgattaiolato via come un ladro, per paura ti dicessi qualcosa che ti avrebbe fatto crollare... che ti avrebbe fatto dire cose dettate dalla rabbia che sentivi crescere in te... non rabbia verso me, o forse si... perché, infondo, ti sembrava una scusa, una mera bugia... eppure avevi ascoltato pure tu quella telefonata... era vera, reale... strana, assurda, ma concreta... però, quel fallire dei tuoi piani ti aveva chiuso in una morsa da cui non riuscivi ad uscire... avresti dovuto ammettere che forse non ci tenevo quanto pensavi... che passare insieme il tuo compleanno, che per te era sempre stato un punto debole, non fosse importante come ti avevo detto... no, non ci volevi credere... avresti dovuto ammettere di aver sbagliato qualcosa, forse tutto... ma no, eri certo della mia sincerità quando ti avevo detto che stare con te quel giorno era tutto ciò che desideravo di più al mondo...

Ma in quel momento eri solo tu che stavi percorrendo la strada verso casa dei tuoi... io sarei arrivata solo il giorno dopo Natale, il giorno dopo... le lacrime appannavano la tua vista... non potevi continuare così... ti fermasti in una piazzola d'emergenza a dare libero sfogo al tuo pianto disperato ed arrabbiato insieme... non capivi perché doveva essere così difficile... eppure fino a poche ore prima eri così felice... eravamo insieme... noi, finalmente noi, solo noi... poi una semplice telefonata e... tutto crollato, tutto cambiato... e tu non eri più riuscito a goderti il nostro tempo...

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<Certo che posso essere davvero stupido, eh?! Ma quando si tratta di te, di noi, non ragiono più, tutto diventa un gran caos...>, stai pensando mentre mi lasci piccoli baci sulla testa, sul cappello che mi ripara dalla frizzantina brezza che proviene dal mare...

"Ehi, pulce, io ho fame... che ne dici se ci andiamo a prendere una piadina al caldo? Inizia a fare freddino, no?!"

Mi chiedi alzandoti e allungandomi la mano per aiutarmi... un pò controvoglia, ma iniziando a sentire sia freddo che fame, mi alzo... guardo l'orologio e...

"Ma... Marco sono le quattro... ma quanto siamo stati qui?!"...

Ti guardo perplessa, ma divertita dalla situazione...

"Ecco perché ho la pancia che brontola!",

ridiamo insieme, raccogliamo la coperta e poi ci dirigiamo verso la strada, alla ricerca di cibo... Mi metti un braccio intorno alle spalle e...

"È proprio vero che quando siamo insieme, io e te, siamo capaci di dimenticarci tutto... "

Sorridi e io aggiungo...

"Si, soli nel nostro mondo...",

mi baci dolcemente...

"Si, un mondo meraviglioso!"

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Si, quel mondo che in quei momenti, però, sentivo si stava sgretolando tra le mie mani... non ero più sicura, temevo non avresti capito, accettato... non sapevo perché mi ero lasciata convincere, non lo sapevo più... sentivo solo le lacrime ricominciare a scendere lungo le mie guance... Seduta sul divano, con le gambe strette al petto, fui presa dal panico... continuavo a guardare la porta sperando di sentirti bussare, chiedendomi di aprirti per poi baciarmi e dimenticare tutto... ma più i minuti passavano più le mie speranze si affievolivano...

Così afferrai il telefono, digitai qualcosa per qualche secondo e restai in attesa per un paio di squilli poi...

"Pronto? Ciao Giò!"...

Sentire quella voce squillante mi fece crollare...

"Ho fatto un casino... se n'è andato... non mi ha detto nulla... ieri abbiamo litigato... non l'ha presa bene... io... io... non... non posso perderlo..."

Ora i singhiozzi rendevano difficile anche parlare... stavo tremando... non riuscivo più a pensare, a ragionare... rivedevo solo i tuoi occhi seri e tristi quando mi avevi rifiutata la sera precedente... mi si era spezzato il cuore... lì avevo iniziato ad avere davvero paura... ma avevo fatto una promessa... non potevo tirarmi indietro... ma stavo mettendo tutto a rischio... ed era l'ultima cosa che volevo... la voce dall'altra parte cercò di tranquillizzarmi...

"Giò, calmati... vedrai che capirà... non tipreoccupare... capirà... è fatto così..."

LA MIA LETTERA PER TEDonde viven las historias. Descúbrelo ahora