CAPITOLO 70

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Eri quasi arrivato a destinazione, ma ti dovevi fermare da qualche parte per riprenderti un pò, sciacquarti il viso per bene e ricomporti, dovevi stamparti in faccia un bel sorriso per non dover subire il terzo grado da mezza famiglia... già avresti dovuto spiegare il perché della mia assenza e questo ti sarebbe costato abbastanza fatica, quindi volevi evitare altre possibili complicazioni... dovevi sopravvivere a quei due giorni... e poi... eh... e poi che avresti fatto al mio arrivo?

Non riuscivi a pensarci in quel momento... non da solo almeno... sentivi il bisogno di confidarti con Iaia e Marta, ma ti saresti dovuto accontentare solo della prima, che sapevi avresti di certo trovato ad aspettarti a casa dei tuoi...

Come previsto al tuo arrivo a casa tutti ti chiesero di me, i tuoi genitori, tua nonna, tua zia... e poi, lei, Claudia... sembravano tutti dispiaciuti, ma stranamente non ti assalirono di domande... che avessero capito che qualcosa non andava e quindi avessero preferito lasciarti tranquillo?! Soprattutto sapendo, poi, quanto sarebbe stato difficile per te il giorno successivo... tutto strano... ti stavi ponendo domande e dubbi in merito, quando qualcuno bussò alla porta della tua camera...

Eccola, tua cugina, mandata di scuro in avanscoperta da tua madre...

"Oi, cuginetto, che c'è? Tutto bene?"...

Era quasi ora di cena, ti avevano lasciato in pace tutto il giorno, ma ora ecco che non potevi sfuggire... ma infondo neppure volevi... sapevi di aver bisogno di sfogarti per non crollare il giorno dopo, Natale, il tuo compleanno...

"No, non va bene niente Iaia!",

ti lasciasti andare sul letto... sentivi di nuovo le lacrime spingere agli angoli dei tuoi occhi... ti mettesti le mani in faccia per asciugarle prima che prendessero vita, ma anche per nasconderti... come se bastasse a cancellare tutto...

Iaia ti esortò a raccontarle che era successo, così, seduto accanto a lei sul letto, le spiegasti tutto... ogni frase, parola, sguardo, lacrima... e alla fine i tuoi occhi e le tue guance erano bagnati e tu non cercavi più di fermare quel pianto liberatorio...

Tua cugina ti lasciò il tempo di riprenderti poi guardandoti fisso negli occhi, con voce pacata, ma ferma iniziò...

"Marco, tu sai quanto ti voglio bene e che sono sempre con te... ma in questo caso devo proprio dirtelo... sei un vero coglione... io capisco bene che ci sei rimasto male, che ti eri già fatto il tuo bel film di come sarebbero andate le cose... e che veder sfumare tutto ti ha mandato in tilt... ma lei che colpa ne ha scusa?!... cioè, da quanto mi hai detto non ha avuto scelta, non poteva dire di no data la situazione... e tu che fai?... Cazzo, invece, di capirla e godere appieno di ogni momento insieme... ti metti a fare il bambino... punti i piedi e fai i capricci... ma ti rendi conto Marco?! Hai 30 anni, anzi domani 31... e lei è una donna, non una ragazzina... e per quanto hai stressato me e Marta in questo periodo parlandoci di lei... direi pure che è davvero quella giusta, o comunque potrebbe esserla... e tu la tratti così?... No, vabbè... io proprio non ti capisco...",

 Claudia si era alzata, camminava per la stanza... tu non avevi detto nulla, tenendo lo sguardo sulla coperta del tuo letto, dove avevi intrecciato le gambe... sapevi di aver sbagliato tutto e di aver ascoltato solo la vocina che dentro di te si sentiva ferita da tutti quei compleanni non festeggiati con i tuoi amici perché era anche Natale e si stava in famiglia... sapevi di aver ferito l'unica persona che non centrava nulla... non era ancora nella tua vita in quegli anni di sofferenza, tante volte anche repressa per non dispiacere i tuoi cari, che, d'altronde, avevano sempre cercato di festeggiare con tutto il calore di cui la tua famiglia era capace, ed era davvero tanto amore quello che riusciva a donare quella pazza, ma bellissima, super famiglia... sapevi che ti eri chiuso con la persona con cui meno avresti voluto farlo... infondo speravi, contavi, che ci sarebbero stati tanti compleanni ancora da festeggiare insieme... e quindi perché quel comportamento?... non te lo sapevi proprio spiegare... Iaia aveva proprio centrato il problema... eri un coglione... ma a quel punto dovevi sistemare le cose... dovevi chiamarmi, spiegarmi... ne sentivi l'urgenza... ma ancora una volta tua cugina ti portò a riflettere...

"No, Marco aspetta... non agire ancora d'impulso per rischiare poi di commettere di nuovo gli stessi errori... dai anche a lei il tempo di metabolizzare questa cosa... per quello che mi hai detto credo che stia soffrendo molto ora e... non la conosco, ma ti posso dire cosa farei io al suo posto... ti eviterei... avrei bisogno di tempo per pensare e magari capirti anche... poi vedrai che domani sarà lei a farsi sentire... sono certa ti farà gli auguri... e in quel momento tu dovrai cogliere l'occasione per chiederle scusa... per bene cuginetto, ok?"

Sapevi che aveva ragione... come sempre... quante volte lei e Marta ti avevano ascoltato e consigliato al meglio, evitandoti di fare cazzate... e non solo nel lavoro, ma nella vita...

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Stiamo addentando quella piadina come se non mangiassimo da giorni e ridiamo felici di quella voracità che ci accomuna... si, siamo felici davvero, avvolti nelle giacche da moto, con il vento ad accarezzarci dolcemente... solo qualche passante distratto ci lancia occhiate da lontano vedendoci su quella fredda panchina, uno di fronte all'altra, gambe incrociate, a ridere di gusto tra un boccone e l'altro di quella specialità della mia regione... come se ci fossimo solo noi... e per noi è proprio così...

Mi prendi le mani quando abbiamo terminato di mangiare...

"Ma è possibile che hai sempre le mani congelate tu?!",

alzi gli occhi al cielo prima di ributtarli dentro i miei...

"Uff, ma che vuoi?... poi è colpa tua che non me le scaldi abbastanza!"

Ti rispondo con gli occhi da bimba ingenua... so quale effetto ti faccia quello sguardo, quindi lo accompagno con un sorriso malizioso... che tu prontamente baci mentre le nostre mani restano intrecciate... poi ci alziamo e abbracciandomi da dietro mi spingi avanti sussurrandomi all'orecchio...

"Ora vedi che ti faccio, pulce, appena arriviamo in camera!"

Poi mi lasci un lungo bacio tra il lobo ed il collo... e io sento un brivido percorrermi tutta la colonna vertebrale... appena mi riprendo, ti tiro un leggero pugno sul fianco, facendo il broncio... ma dura meno di un secondo perché tu mi guardi con una delle tue facce buffe e scoppiamo a ridere, felici...



Allora che pensate sia successo il giorno di Natale, o meglio il compleanno di Marco?

E come vi sembrano Giorgia e Marco nel loro weekend al mare? Chissà come mai quella pazzia.. proprio quel sabato..😜

Di nuovo buonanotte

N.

LA MIA LETTERA PER TEWhere stories live. Discover now