CAPITOLO 96

90 4 19
                                    


UNA SETTIMANA DOPO, circa...

Sono sola a casa... tu sei uscito per non ho ben capito quale impegno... io, dopo aver sistemato la cucina, decido di farmi un bagno rilassante... è sabato... stasera usciremo con tutta la banda e ho bisogno di prendermi un pò di tempo per me... la settimana, seppur corta, è stata alquanto impegnativa e stressante... poi ci sono tutte le emozioni vissute solo pochi giorni fa... e in particolare ciò che ci siamo detti e promessi su quel letto... la sera del nostro anniversario... quelle parole risuonano ora dopo ora nella mia testa, facendo aumentare il battito del mio cuore ad ogni pensiero in proposito...

È ormai mezz'ora che mi sto godendo quell'atmosfera serena... qualche candela profumata, la playlist che mi hai preparato proprio per questi momenti di relax... i miei pensieri liberi di fluire... mi sento veramente bene... poi di colpo tutto il mio riposo viene, bruscamente, interrotto dal suono del mio telefono su una mensola del bagno... provo ad ignorarlo... ma continua imperterrito, così, controvoglia, mi alzo scrollandomi di dosso un pò di schiuma, indosso il mio accappatoio morbido e con i capelli gocciolanti raggiungo quella musica fastidiosa e leggo sul display <DAVIDEscemo>... rispondo velocemente, pensando al possibile motivo di quella chiamata da parte del nostro amico e tuo batterista...

"Ehi, Dà, che c'è?... Mi stavo rilassando nella vasca!"

"Giò posso venire lì? È urgente davvero!"

Non mi ha neppure ascoltata... lo sento dalla preoccupazione nella sua voce, nelle sue parole, che vorrebbero dire molte altre cose...

"Certo Dà, ma che succede? Mi fai preoccupare così..."

"No, Giò te lo dico lì, non mi va al telefono... 10 minuti e sono da te"

Riaggancio perplessa e pensierosa... è così strano sentire Davide così serio, direi anche triste, afflitto... boh, non so... ho un brutto presentimento... ma non capisco dettato da cosa... cerco di star tranquilla, anche se l'ansia mi assale... e mi riempie di domande... la tranquillità del mio bagno caldo è già sparita completamente... come se neppure ci fosse mai stata... mi vesto in fretta cercando di capire cosa possa averlo fatto stare così male da arrivare a chiedere il mio aiuto più che il tuo... a meno che... faccio mente locale... oggi è il sei... quindi... dovrebbe essere con... oh, no basta che non abbiano litigato... ma... e se fosse successo qualcosa a... no, me lo avrebbe detto... si... credo... riflessioni che mi accompagnano mentre lego i capelli ancora bagnati in una morbida treccia... interrotti dal suono del campanello... insistente e ripetuto... corro al citofono e apro la porta... a breve scoprirò il mistero di tutta questa agitazione e la gola si secca istintivamente...

---

"Ehi, Dadde, che c'è?"

Gli chiedo appena lo vedo sulla porta... occhi gonfi, rossi... ha pianto di sicuro e non ne è proprio il tipo... non capisco che possa essere successo... poi noto una grossolana fasciatura alla mano, è sporca di sangue... ma che avrà combinato?... Lui abbozza un mezzo sorriso al nomignolo che gli ho affibbiato fin dalla prima sera che ci siamo conosciuti... ci siamo trovati subito in sintonia... Davide è quel genere di persona che può apparire seria e riservata all'apparenza, ma in realtà è un vero burlone... il menestrello del gruppo per certi versi... e con lui e te gli scherzi sono assicurati... due pazze mine vaganti... ma ricordo che mi mise subito a mio agio quella sera, come se fossi parte del gruppo da sempre... e poi essere la tua ragazza rendeva, per lui, tutto più divertente...

Ma ora non lo riconosco... non è il nostro amico Davide... quell'aria così triste sul suo viso sempre sorridente mi fa uno strano effetto... così lo invito ad entrare, ci sediamo sul divano, poi toccando piano la fascia intrisa di sangue sulla sua mano gli chiedo di nuovo...

LA MIA LETTERA PER TEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora