CAPITOLO 103

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Ciao ciao!

Scusate l'orario..

E vi prego non uccidetemi.. poi capirete.. pensate solo che all'inizio volevo pubblicare solo la prima parte di questo capitolo.. ma era veramente corto, così scoprirete subito qualcosa in più..

Mi sa che qui i commenti arriveranno pure senza chiederli.. vi prego siate clementi.. non è colpa mia se le canzoni mi guidano dandomi idee per come proseguire la storia..🙈🙏

Notte notte

N.




In questo periodo stiamo cercando in ogni modo di dedicarci a noi, anche se tu stai ultimando le canzoni per il nuovo progetto... di cui, ovviamente, non mi sveli nulla... non c'è tentativo che ti smuova... sei ben deciso a farmi scoprire tutto quando sarà ultimato, perfetto, esattamente come tu lo immagini, fin dalle prime note che hai scritto... l'unica cosa che ti sei fatto sfuggire è che c'è tanto di noi in questo tuo lavoro... erano passati pochi giorni da quel commento massacrante... io faticavo ancora ad uscire di casa con tranquillità... così una sera, accoccolati sullo sdraio in terrazza, tra una carezza, un bacio ed effusioni dolci mi hai confessato a fior di labbra...

"Sai, pulce... solo qualche sera fa ho scritto l'ennesima canzone per l'album... e ci sei sempre tu... noi... in ogni ispirazione che ho in questi mesi... Marta, ormai, mi odia!"

"Amore mio..."

Ti ho sussurrato, stringendoti forte...

"Povera Marta... e pure i ragazzi... sopportarci sempre... in effetti siamo allucinanti... pure io non faccio altro che scrivere di noi... di te... le ragazze mi dicono sempre che non ho gli occhi a cuore, ma col tuo volto"

Ho sorriso, e tu mi hai baciata teneramente...

"Ma quindi, c'è più di una canzone per me?"

Ti ho chiesto, poi, maliziosamente... tu, rendendoti conto di quanto mi avevi appena rivelato, mi hai guardato storto, iniziando subito dopo a farmi il solletico...

"Ti ho già detto troppo, furbetta! Non saprai altro fino a quando non sarà in vendita"

Ma sono passate settimane da quella sera... e nonostante cerchiamo, appunto, di ritagliarci tempo per noi ogni giorno... nell'ultima settimana pare quasi che mi eviti... so che è un momento concitato per via del progetto e dell'imminente uscita del film/documentario a cui hai partecipato come doppiatore e compositore, quello che hai presentato del tuo papà Fabio... ma non capisco che succede... è già la seconda sera consecutiva che non rientri a casa e me lo comunichi sempre tardi e con un freddo messaggio... e quando ti chiamo sei distaccato... mi liquidi veloce con la scusa del lavoro...

Peter e Marta mi ripetono che è tutto normale... che quando il tuo lavoro inizia a prendere forma concreta e non solo nella tua testa, tu ti isoli, ti estranei dal mondo... ma loro non sanno... non conoscono i nostri piani... e io sono sempre più sicura che ci sia altro, qualcosa che tu non mi dici... e tutto ciò mi tortura, mi tormenta... mi rigiro nel letto... dove tu non sei con me... ogni volta che mi allungo verso il tuo lato del materasso e non ti trovo mi sale un pò di più l'ansia... è venerdì sera... un semplice venerdì sera di un bollente Luglio... e io non riesco a prendere sonno sapendo che tu non sei qui con me... e poi dove sei?!... ho bisogno di sapere, di capire che succede... che ti succede... sono, ormai, due giorni che in pratica non ci vediamo... e domani non lavoro... così, decido che è giunto il momento di affrontarti, di affrontare questa tua assenza... mi alzo dal letto in un balzo, mi infilo un paio di pantaloncini e una canotta leggera sopra l'intimo... mi metto i sandali bassi che mi hai portato dal tuo ultimo viaggio in Spagna... prendo borsa, telefono e chiavi ed esco... mi dirigo con la macchina allo studio... è il primo luogo in cui penso tu possa trovarti... ed infatti appena entro nel parcheggio noto la tua adorata Triumph e non posso non accarezzarla passandole accanto, mentre mi dirigo all'ingresso... ci sono alcune luci accese nel corridoio e da una delle porte a lato filtra un flebile fascio luminoso... cerco la chiave di scorta nel vostro nascondiglio, tra le piante vicino l'entrata... le trovo, apro ed entro, senza far rumore... sento suoni soffusi provenire dalla stanza illuminata, la porta è solo socchiusa, perciò filtrano deboli le note di quella che pare una canzone... ma finché non sono a meno di cinque passi da lì, non distinguo di cosa si tratti... poi afferro la maniglia, la porto piano verso il basso, spingo e vengo inondata dalle note di Rock Bottom, che è appena riniziata... va in loop da chissà quanto... resto ferma sulla soglia della porta... solo il malinconico bagliore di una piccola lampada a rischiarare il buio pesto in cui è immerso quell'ambiente, solitamente inondato di colore e calore... invece, ora, mi appare freddo, gelido, triste... asettico... privo di vita... esattamente come... oddio... come te... come il tuo corpo esanime davanti ai miei occhi... mi precipito accanto a te, tasto il tuo polso... sento il tuo respiro... debole, ma ben presente... sei sdraiato... svenuto... inerme sul pavimento... solo in quel momento mi accorgo del forte odore in quella stanza... mi guardo attorno, rapida... bottiglie di birra e vino, vuote, accanto al divanetto... il portacenere pieno, strabordante di mozziconi di sigaretta e di... filtri... <cazzo, Marco... che hai fatto?!?> D'impulso ti sollevo, non so come ti faccio alzare... e cercando di parlarti in modo rilassato, nonostante la preoccupazione e il disappunto si sino impossessati del mio cuore e della mia testa... ti conduco fino al bagno, dove per fortuna c'è una doccia... ti ci metto dentro a forza e poi apro il getto d'acqua fredda, tenendoti stretto in modo da non farti cadere e neppure fuggire a quel rimedio della nonna... tu, quasi immediatamente, ti svegli, ti dimeni per uscire da lì, imprechi, mi dici frasi incomprensibili... e forse è meglio così, che non capisca ciò che vorresti dire in quei momenti... poi d'un tratto, in un attimo, ti accasci... ti prendi le gambe con le braccia e affondi la testa in quel riparo umano... inizi a piangere, a singhiozzare... pronunci frasi sconnesse... dopo un pò capisco solo...

LA MIA LETTERA PER TEWhere stories live. Discover now