CAPITOLO 78

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Sono appena uscita dal bagno... quasi pronta per uscire... quando ti trovo sul letto, a fissare il soffitto, con lo sguardo sognante, un sorriso soddisfatto e malizioso sul viso... perso nei tuoi pensieri, che intuisco sono ancora rivolti a ricordi di noi...

"Ehi, bel sognatore! A che pensi che sei così felice?"

Ti chiedo dopo averti baciato quel sorriso che è vita per me... tu mi attiri a te per prolungare il contatto delle nostre labbra... e sulle mie sussurri...

"Pensavo a quando hai accettato di trasferirti da me... a quando è veramente iniziato tutto, al nostro amore... a come avevo potuto vivere prima di te, di noi...",

sento le gambe cedermi, come ogni volta in cui mi dichiari così spontaneamente il tuo sentimento per me, come un bimbo che nel modo più naturale possibile esprime ciò che ha nel cuore per chi ama... non riesco a fare altro che abbandonarmi alle tue labbra, ogni altra parola sarebbe superflua... in questo momento ci siamo solo noi... e la cena può aspettare...

Dopo un'infinità di tempo... e baci... tu ti stacchi...

"Ho fame! Andiamo a mangiare qualcosa, pulce? Non puoi segregarmi tutto il tempo in questa stanza...",

io mugugno qualche protesta alzandomi, controvoglia...

"Uffi... antipatico! Rovini sempre i momenti romantici"

Ti dico, fingendo un broncio offeso... tu mi afferri il polso da dietro, ti avvicini a me e all'orecchio mi bisbigli piano...

"Abbiamo tutta la notte per quelli... e comunque non li chiamerei romantici...",

al tuo sguardo languido rispondo con una leggera gomitata al tuo fianco, liberandomi dalla tua presa, prendo cappotto, sciarpa e borsa e davanti alla porta

"Su, su, non sei tu l'affamato?! Muoviti allora...",

linguaccia!

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Imbacuccati per il freddo e sempre stretti l'uno tra le braccia dell'altro ci dirigiamo verso l'unica gelateria/bar aperta, che si trova proprio vicino alla spiaggia... entriamo, il locale è deserto, se non per un paio di coppie che stanno gustando qualche bevanda calda ai tavolini... non sono pazzi come noi, loro... infatti, quando chiediamo due coppe gelato giganti al proprietario dietro al bancone, lui ci lancia un'occhiata incredula e divertita... poi ci dice di accomodarci dove vogliamo, che ci porterà lui le nostre ordinazioni e chiede se vogliamo la cioccolata fusa sul gelato.. noi, in sincrono, ridendo come due bimbi in un negozio di dolciumi, rispondiamo

"Siiiiiiii!"

Il signore divertito ride con noi, poi inizia a prendere due grandi coppe in vetro da un ripiano...

Noi, ovviamente, scegliamo un tavolo in fondo al locale, abbastanza appartato, da cui si intravede un pò di mare... ci sediamo entrambi sui divanetti bianchi, in pelle, vicini... non riusciamo davvero a stare lontani... come ci dice sempre Claudia, tua cugina, che ho conosciuto meglio venendo a vivere da te...

"Siete come due calamite... solo una distanza enorme può farvi stare lontani... e forse manco quella..."

Effettivamente ha ragione... sono due settimane che sono a Milano e praticamente è quasi come se vivessimo in simbiosi... sempre insieme... ogni momento, ogni cosa sempre io e te... sarà dura quando il mio mese di aspettativa dal lavoro finirà... ma non voglio pensarci ora... anche perché sto ancora aspettando risposta alla mia proposta... ma ora non ci voglio pensare...

È arrivata la nostra, poco sana, cena, ma noi non potremmo essere più felici... infatti ci abbuffiamo come se non mangiassimo da giorni... ridiamo guardandoci in quel nostro modo non comprensibile agli altri, non servono parole...

LA MIA LETTERA PER TEWhere stories live. Discover now