CAPITOLO 120

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<È passata una settimana dalla chiamata... ma del mio amore ancora nessuna notizia... speravo davvero mi avresti richiamato dopo quella dedica così speciale...una supplica a dire il vero... ma dovrei smettere di sperare... è inutile, ti ho ferita troppo... non mi perdonerai mai... forse farei lo stesso se fossi in te... ma non posso... e prima o poi dovrei accettare il tuo non volermi più... non crederò mai che non mi ami più, ma devo rispettare il tuo dolore e la tua volontà di stare sola... sola... fino a quando sarai sola... oddio... no, Marco non ricominciare... sì, perché il solo pensiero che il tuo cuore possa battere per un altro... no, no, non lo posso nemmeno pensare... sarebbe come morire di nuovo... il mio cuore ha interrotto il suo pulsare quel giorno, in ospedale, mentre seduto a terra vicino alla porta della tua stanza sentivo le tue urla contro di me, la tua rabbia, il dolore, la disperazione... non scorderò mai quei momenti, quelle parole, gli oggetti scaraventati contro la porta, come fossi io a ricevere quei colpi, che esprimevano tutta la tua amarezza, l'angoscia, la collera per la perdita di quella piccola vita che... che io ho spezzato...>, piangi ancora una volte... le mani sul viso, spento, stanco, privo di colore, luce... come la stanza intorno a te... sono le quattro del pomeriggio... così indica la sveglia sul comodino... tu sei ancora nel letto... seduto, schiena al muro, gambe rannicchiate al petto... occhi aperti, lucidi, colmi di lacrime... ma invisibili nel buio che ti avvolge... il telefono continua ad illuminarsi, silenzioso... rifiuti ogni chiamata che non porta il mio nome... ignori i messaggi che si rincorrono sullo schermo... sai che sono di Marta, Iaia, Peter, tua mamma, tuo papà... sono tutti preoccupati... in primis per la tua salute, fisica e mentale, poi anche per il tour che è fermo ad un punto morto... riflettendo il tuo stato d'animo... ma non te ne importa... sai che deluderai tantissima gente che crede in te, ti stima e ti ama da sempre... ma ora non riesci a pensare a nulla che non siamo io, il nostro... scricciolo... la tua decisione... il mio corpo intubato in quel lettino d'ospedale... la paura di perdermi... il cuore in frantumi, come il nostro amore, in quell'asettico corridoio bianco...

Poi l'incessante squillare del telefono fisso, in salotto, ti fa sobbalzare, irritato... vuoi farlo smettere... sono, ormai, alcuni giorni che vivi nel silenzio... ogni rumore ti infastidisce, ti provoca moti di stizza, come se rompesse il fluire dei tuoi pensieri e del tuo dolore... l'unico suono che potrebbe alleviare il malessere che senti è quello della mia voce... che, però, sai non arriverà...

"Pronto?"

Rispondi, scocciato, rabbioso... pronto a riagganciare per fare ritorno nella cameretta degli ospiti, dove ti sei trasferito non riuscendo nemmeno ad entrare nella stanza che resterà sempre la nostra, la culla del nostro amore...

"Marco, tesoro di zia, non chiudere ti prego... sono zia Anna!... Da giorni non sappiamo nulla, i tuoi sono preoccupatissimi... e pure noi... e tutti... Come stai tesoro? Dimmi almeno perché non rispondi a nessuno... Marco, cuore bello di zia, per favore non fare così..."

Termina dolce e premurosa la cognata di tua mamma... ha deciso di fare questo tentativo per accertarsi almeno che tu stia bene, per modo di dire, e tranquillizzare un pò tutte le persone a te care, che stanno vivendo in ansia per la tua repentina sparizione...

Non riesci ad essere arrabbiato, nella sua voce hai colto tutta l'angoscia e l'agitazione che sai di aver provocato alla tua famiglia, ai tuoi amici, il tuo staff... le persone che mai vorresti ferire... ma da un pò di tempo pare tu non riesca più a non farlo...

"Zia, scusatemi... chiedi perdono per me alla mamma, a papà... So di sbagliare... ma non ce la faccio... mi manca troppo"

Finisci, scoppiando di nuovo in un pianto disperato... singhiozzi che quasi ti levano il fiato... sapevi sarebbe andata così, per questo ti negavi a chiunque... ma sfogarti è l'unica cosa di cui hai veramente bisogno...

LA MIA LETTERA PER TEWhere stories live. Discover now