8° Capitolo - Scappare

1.2K 25 3
                                    


Mi baciò ma ripresi la mia lucidità e lo spintonai.

«Cosa pensi di fare?» Gridai adirata.

Cercai di fermare il cuore che batteva all'impazzata, non capivo perché il mio corpo non lo respingesse ma dovevo comunque riuscire a stargli il più lontana possibile.

I suoi occhi diventarono di un verde scuro, persero del tutto la loro brillantezza lasciando posto ad uno sguardo furioso pronto a calpestarmi perché era così che mi sentivo. Mi sentivo il cuore che veniva calpestato sempre di più mentre mettevo distanza tra me e lui.

«Volevo vedere se oltre ad usare quella lingua per sputare cretinate sapessi anche fare altro ma ha ragione Selene, rimarrai sempre il nulla in confronto a lei.» Ringhiò, sentì farmi sempre più piccola dentro di me e non per la paura ma per una delusione inspiegabile.

«Non ci tengo a concorre con la tua amata Selene, perché non vai a provarci con lei anziché venire a rompere a me!» Esclamai scattando sulla difensiva.

«Non dimenticare i ruoli qui dentro, ragazzina!» Sussurrò strattonando di poco il mio braccio per poi andarsene e lasciarmi sola.

Sentì le risate di Selene e misi con forza i palmi delle mani sulle orecchie cercando di placare sia me stessa che quelle insopportabili risate da gallina spennacchiata.

Nonostante avessi litigato con Caleb ero riuscita a prendergli la chiave senza farmi notare mentre era impegnato a baciarmi.

Vidi finalmente la luce in fondo al tunnel, sperai di riuscire a scappare sana e salva e rivedere Caleb soltanto in un centro di polizia e lui dietro le sbarre.

Aprì la porta e mi guardai intorno, accertandomi che non ci fosse nessuno.

«Prenditi questa, ornitorinco da quattro soldi!» Sussurrai piano, fiera di me stessa.

Vi erano tante porte, ebbi paura di aprirne una e trovarmi Caleb davanti ma in quel momento solo la fortuna mi avrebbe salvato.

Iniziai ad aprire porte su porte, arrivai alla penultima e appena misi la mano sulla maniglia sentì delle risate dall'altra parte, riconobbi anche quelle di Caleb, nonostante il bruciore allo stomaco e al petto mi sentì sollevata di non aver aperto appena in tempo e passai direttamente all'ultima.

Mi ritrovai davanti a delle scale ed iniziai a scenderle senza fare il minimo rumore.

«Hai visto la sua faccia appena le hai detto che non vale nulla in confronto a me?» Sentì esclamare da parte della cornacchia, Selene.

Iniziai ad imprecare mentalmente sentendo i loro passi avvicinarsi sempre di più, mi nascosi dietro ad un divano e sbirciai senza farmi vedere.

Selene scese le scale con addosso solo l'intimo e una vestaglia di seta a coprirla, Caleb non si poteva dire il contrario visto che indossava soltanto un paio di boxer.

Non volli neanche immaginare quel che avevano fatto anche se era abbastanza evidente.

«Le ho soltanto detto la verità.» Rispose Caleb col sorriso.

«Ornitorinco da strapazzo!» Mormorai.

«Cosa è stato?» Esclamò Selene.

Spalancai gli occhi e pregai che non mi vedessero. Caleb si girò verso la mia direzione e mi abbassai di scatto, sentì i suoi passi avvicinarsi e l'ansia iniziò a crescere a dismisura.

«Amore ho fame, sarà stato solo la mia immaginazione.» Sentì i passi fermarsi e mi alzai lentamente vedendo Caleb tornare verso la cucina.

Tirai un sospiro di sollievo che fu rimpiazzato da degli ansimi, corrugai la fronte e rialzai lo sguardo e vidi Selene baciare focosamente Caleb. Iniziai a gattonare fino alla porta d'ingresso e numerai mentalmente fino a cinque, aprì la porta di scatto ed inizia a correre.

Dei latrati di cani attirarono la mia attenzione e vidi due grandi cani neri corrermi incontro, cercai di alimentare la velocità nonostante ciò la distanza tra me e loro si accorciava velocemente.

«Ragazzina!» Sentì la voce di Caleb gridare e poco dopo divenne vidi tutto buio attorno a me, caddi per terra sentendo le palpebre pesanti finché non mi si chiusero definitivamente.

«Si sta svegliando!» Una voce squillante mi fece venir voglia di premere con forza i palmi delle mani contro le mie orecchie ma le mani sembravano troppo pesanti da muovere.

Una luce accecante mi colpì ed aprì gli occhi a poco a poco adeguandomi.

Girai la testa e fui sconvolta nel trovare Selene accanto a me, impeccabile come sempre, guardarmi come se fossi una sua temuta avversaria.

«Dove sono?» Mormorai con voce impastata dal sonno che non sapevo neanche quanto fosse durato.

«Sei di nuovo nella camera, tesorino!» Esclamò Selene alzando volontariamente la voce sapendo che mi facesse male la testa.

Chiusi gli occhi per un attimo cercando di calmarmi per poi riaprirli.

La porta si aprì di scatto e un Caleb preoccupato apparve sulla soglia. Entrò, mettendosi accanto al letto ed iniziò a scrutarmi attentamente.

«Non sono invalida e non ho malattie quindi smettila di cercare qualcosa che non troverai!» Sputai velenosa, mettendomi sulla difensiva.

«Non me ne può importare di meno, devo essere sicuro che tu sia intera per quando ti consegnerò a Richer!» Digrignò i denti e mi rispose a tono.

Selene rimase del tutto impassibile davanti alla nostra discussione ma vidi un accenno di sorriso sul suo viso quando Caleb mi rispose a tono.

Era del tutto convinta che il suo amato Caleb l'amasse ma chissà quante volte l'aveva tradita. Mi venne da ridere al pensiero ma cercai di darmi un contegno e mostrarmi del tutto indifferente.

«Amore tra poco dovrò incontrare una mia amica in città, ci vediamo dopo?» Esclamò Selene non lasciando le sue occhiatine d'intesa verso Caleb.

Lui annuì e finalmente Selene se ne andò. Mi pentì d'aver cantato vittoria quando mi resi conto di essere rimasta sola con Caleb che era rimasto fermo ad osservarmi.

Il Gusto Del ProibitoDonde viven las historias. Descúbrelo ahora