2° Capitolo - Ricordi e té

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«Lee è sempre stata molto impulsiva e vendicativa. La morte di Mark non fece altro che portare ancora più rancore dentro di sé. Non sapevo che lei fosse venuta a conoscenza della cruda verità ma notai dei strani cambiamenti nel suo atteggiamento: diventò più chiusa e rigida nei miei confronti, finché andai a riprendere la scatola che tenevo sotto il letto dove custodivo i miei ricordi e trovai la lettera fuori dalla sua busta nella scatola, così capii che Lee oramai sapeva tutto e non sapevo quale sarebbe stata la sua prossima mossa, cosa aveva in mente di fare o dire, fino alla notte del 1992 quando fui chiamata dalla polizia che mi disse che mia figlia aveva aggredito una famiglia e violato una proprietà privata, quando mi venne detto il cognome della famiglia mi venne un colpo al cuore. Non ebbi modo di tirarla fuori da lì, tutto era contro di lei e io non potevo far altro che piangere mentre vedevo mia figlia essere portata in quelle luridi prigioni con la paura che non l'avrei rivista viva da lì ma successe, cinque anni dopo la rividi, quando uscì dall'edificio mi sembrò un'altra; era cambiata sia fisicamente che mentalmente. Non so cosa l'è successo, chi sia quel maledetto che ha osato sparare alla mia adorata bambina.» Feci per parlare, però mi bloccò continuando.

«Ma la prego agente, lo trovi e faccia in modo che abbia quel che si merita!» Sussurrò con gli occhi lucidi.

In quel momento capii che non avrei mollato, non avrei lasciato che quella donna rimanesse, ancora, con l'amaro in bocca ed un peso nel petto.

«Stia certa signora Sanchez che farò del mio meglio e le assicuro che troverò il colpevole!»

Senza aspettarmelo mi sentii stringere da delle braccia tremanti, rimasi ferma per dei secondi, ancora sconvolta, decisi di ricambiare l'abbraccio e sentii qualcosa caldo scivolare sulla mia guancia, capii che era una lacrima, quella donna mi fece rivivere il mio passato, lo vidi passare davanti ai miei occhi come un fulmine in piena estate.

Mi rifugiai nella mia auto ed iniziai a guidare verso casa e sentì altre lacrime rigarmi il viso, strinsi i denti e mi asciugai con il polso il naso.

«Non farlo! Non farlo, Matt! Ragiona, c'è Hope

Sentii ripetersi nella mia testa frasi che mi riportavano tanti ricordi e diedi un pugno nel volante. Sgranai gli occhi vedendo un'auto venirmi incontro e girai di scatto il volante, scappando per un soffio da un imminente incidente.

«Matt, ti odio! Perché mi fai questo? Tu non sei più l'uomo di cui mi sono innamorata!»
«Sappi che se io andrò nella tomba, tu verrai con me!»

«Basta!» Gridai, cercando di placare le voci che sento nella mia testa.

«Mi hai mentita! Non ti rendi conto che mi stai uccidendo lentamente?»
«Non ti voglio più vedere!»

Arrivai a casa ed entrai, posai le chiavi sul mobile posto vicino all'entrata e mi diressi verso la sua cucina con l'intenzione di versarmi una tazza di caffè e cimentarmi nei fascicoli riguardanti Lee Taylor Sanchez. Serrai gli occhi di scatto, come per proteggermi da quei incessanti ricordi che riaffioravano. Leggendo trovai gli indiziati e rimasi meravigliata, i coniugi Foster furono interrogati. Il suo fidanzato Harem Fox fu il primo ad essere interrogato ma non si trovarono abbastanza prove che potessero condurre ad un omicidio. Gli amici più stretti, Charlie Smith, Rosa Rivera, Alexander Somerhalder e Marisa Robinson furono interrogati. Sanchez non aveva nessun nemico e mi sembrò molto strano. Nella scatola riservata a lei trovai una videocassetta, la rigirai tra le mani e decisi di guardarne il contenuto. Il primo piano apparve la ragazza e schiacciai Play.

«Ciao . . . non so bene come iniziare. Questo video è per la mia famiglia, i miei amici, tutte quelle persone che ci tenevo a me, anche nei modi più strani e assurdi. Quando sono uscita dal carcere e ho respirato quell'aria nuova mi son detta che ci sarebbe stato un nuovo inizio. Io sarei riuscita ad andare avanti ma sento quella sete di vendetta verso le persone che hanno ucciso mio padre che mi schiaccia, giorno per giorno.
Sono sempre la solita Tay, alcuni avete preso il vizio di chiamarmi con il secondo nome abbreviato. Cosa potrei dire a te, mamma? Non abbiamo avuto il tempo di parlare e scherzare insieme perché io non ti ho mai dato occasione. Ti voglio soltanto dire d'essere felice, sii felice e vai avanti. La vita è troppo bella per non fermarsi a scoprirne nuovi particolari. Poi ci siete voi, i miei compagni di sventure, 'Li, Ro, Alex e Isa. Mi siete sempre stati accanto e non saprei cosa avrei fatto senza di voi. Grazie di esserci stati.
Sono successe troppe cose, non volevo che finisse così ma tutto ha una fine. Mi dispiace se vi ho delusi, probabilmente non ci sarò ancora per molto per vedervi ridere e sorridere . . . ci sono persone che non vogliono che io ci sia ed hanno ragione, io non ci devo essere. Non dite nulla di questo video agli altri, è troppo pericoloso. Qualc- »

La ragazza smise di parlare e riuscii a sentire un rumore, simile ad una porta che sbatté. Sanchez rivolse lo sguardo oltre la videocamera e vidi nei suoi occhi un'altra luce: di paura. Allungò la mano di scatto e spense la videocamera.

La domanda che mi venne spontanea fu: chi poteva esserci dietro la videocamera di così spaventoso da farle paura e spegnere la videocamera?

Dovevo scoprire dove era stato fatto il video. Sanchez alloggiava nella sua camera nell'Università e probabilmente vi era pure un'altra coinquilina con lei.

La mia prossima tappa sarebbe stata l'Università, se c'erano dei segreti, erano racchiusi lì dentro.

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