Capitolo 61

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«Caleb, tu sei fidanzato!» Strillai.

Dopo il nostro amplesso recuperai la lucidità e mi resi conto dell'enorme sbaglio che avevamo commesso.

Mi portai il lenzuolo candido sul seno per coprirmi davanti a Caleb che gironzolava per la camera da letto furioso.

«Hope, mi sono rotto di tutta questa situazione. Oggi stesso chiuderò con Ashley. Non ho più voglia di nascondermi perché, cazzo . . . io ti voglio!» Urlò aprendo le braccia che prima erano incrociate al petto.

Boccheggiai esterrefatta.

«Ma cosa stai dicendo?» Dissi sbigottita.

«No, ora mi lasci finire!» Replicò puntandomi un dito contro.

«Sono passati anni da quando ti ho vista la prima volta. Ho pensato fossi solo uno sfizio, come tutte, che volevo togliermi ma dopo essere andato con te a letto mi sono reso conto che quella sola notte non mi bastava. Io ti voglio, Hope. Ti voglio con me, qui. Ti voglio nel mio letto, al mattino per il buongiorno e la notte per la buonanotte. Ti voglio perché sei l'essenza più vera che io abbia mai conosciuto in me perché quando ti guardo vedo il mio riflesso. Ti voglio perché mi piace litigare con te, sentirti dire che sono un bastardo perché so che tra qualche ora saremmo a fare pace a modo nostro nel letto. Ti voglio per altri mille motivi e Dio . . .» Finì ridacchiando.

« . . . a volte sei talmente rompipalle. Pensi sempre di aver ragione. Mi distruggi e ricomponi in un secondo e forse è per questo che ti voglio. Ti voglio perché tu riesci a tenermi testa come nessun altro. Non me ne frega un cazzo che apparteniamo a due mondi totalmente diversi. M'importa che tu voglia prenderti questo rischio. E per una volta, sii sincera.»

Rimasi in silenzio per un attimo non sapendo cosa dire. Non mi aspettavo quelle parole, mi sarei aspettata una sfuriata ma non che mi dicesse tutto ciò.

«Allora?» Mi incitò.

«Io -» Feci per rispondere ma un conato di vomito mi risalì nella gola e scappai in bagno tenendo stretto il lenzuolo attorno al mio corpo.

«Hope!» Sentì distrattamente Caleb gridare dall'altra stanza e in poco tempo mi raggiunse.

«Vattene, Caleb!» Tossicchiai, non volendo che assistesse a quella scena.

Inaspettatamente si mise dietro di me nonostante fossi piegata sul WC e afferrò i miei capelli improvvisando con le sue mani una coda che li tenesse a bada.

Cercai di calmarmi.

Non volevo dare spettacolo.

Quando capì che il peggio era passato mi alzai lentamente, anche se mi sentivo abbastanza debole, e sciacquai in silenzio la faccia.

«Ti senti meglio?» Mi chiese.

Annuì senza parlare e continuò a fissarmi appoggiato alla porta alla porta del bagno con le braccia incrociate al petto.

«Caleb, non abbiamo usato protezioni ieri.» Sussurrai impanicata.

Evitai di guardarlo perché mi sentivo il mondo crollare addosso in quel momento. Mille domande iniziarono a fare capolino nella mia testa.

«Cazzo!» Ringhiò portandosi le mani nei capelli.

Lo guardai di sott'occhio mentre ero ancora appoggiata con le braccia al lavabo.

«Devi farti un test!» Continuò.

Lessi sul suo viso lo spavento e mi accucciai su me stessa pensando che, come avevo previsto, la notizia non era gradita e sarei rimasta da sola.

▪️▪️▪️

Durante il tragitto in auto ci fu un silenzio imbarazzante, nessuno dei due ebbe il coraggio di spiaccicare parola.

In farmacia presi di fretta la confezione e risalì in auto.

Tornando verso il suo appartamento la sconsolazione prese il sopravvento ed iniziai a pensare cosa ne sarebbe stato della mia vita.

Caleb mi avrebbe lasciato da sola.

Avrei perso il lavoro.

La carriera.

La mia vita.

▪️▪️▪️

«Sono incinta.» Mormorai a Caleb che mi aspettava in cucina quando uscì dal bagno.

«Cazzo!» Ripetè più volte quella parola mentre si torturava con le dita i capelli.

Il Gusto Del ProibitoWhere stories live. Discover now