19° Capitolo - Punto di vista di Caleb

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«Smith, portami quei soldi entra due giorni se non vuoi ritrovarti appeso ad una corda insieme alla tua mogliettina!» Sputai con rabbia verso il telefono chiedendomi perché continuassi a interagire e stringere affari con questi esemplari che di uomo non avevano nulla, probabilmente soltanto la scritta sulle mutande.

Smith era un mio veterano cliente, conoscevo ogni miracolo e peccato della sua vita, nonostante avesse una moglie che cambiava letto la sera come se non fosse normalmente sposata ma una quindicenne con gli ormoni a mille, lui era sempre stato un cliente fedele, non aveva mai osato minacciarmi anche perché sapeva che se ci avesse soltanto provato non sarebbe durato più di due ore, avrebbe penzolato con una corda al collo.

L'unico di cui mi fidavo era Clark, peccato che era diventato oramai un intralcio nei miei piani, nonostante ciò era un mio fedele amico e uccidere lui sarebbe stato come fare un torto a me stesso, anche perché chiunque sapeva il rapporto che avevo con Clark.

Sbattei il bicchiere di vino sulla scrivania in legno laccato.

Ora che Clark era morto gli sbirri mi sarebbero stati ancora di più addosso, e questo avrebbe portato problemi nel mio lavoro.

«Caleb, la polizia è qui, vogliono farti delle domande.» Esclamò un ragazzo che faceva parte del mio giro.

Risposi con un cenno del capo e ghignai.

Sarò felice di rivederti, ragazzina.

Pensai.

Entrai nel salone trovando gli agenti seduti al tavolo, cercai con lo sguardo lei ma non la vidi, non c'era e mi sembrò di sentire un peso angosciante nel petto, cercai di concentrarmi sugli agenti e mi sedetti a capo tavola aspettando che iniziassero a parlare.

«Signor Winslet, il suo fedele amico Clark è stato trovato ucciso in un vicolo. Lei ne sa qualcosa?»

Mi ero già preparato a quel tipo di domanda sapendo che quella era la prima domanda che la maggior parte degli agenti facevano ai sospettati.

Risposi vagamente dicendo che ne ero al corrente e che ero molto dispiaciuto ma io non c'entravo nulla e che il giorno dell'omicidio non ero in città. Come sempre, chiesero se ci fossero testimoni che potessero confermare tutto ciò e diedi il numero di telefono della reception dell'hotel in cui ero al momento dell'omicidio.

Quando se ne andarono con un po' d'esitazione li accompagnai alla porta volendo comunque sapere perché la ragazzina non fosse con loro ma sarebbe apparsa dubbiosa come domanda e decisi di non dire nulla, infondo era soltanto una stupida, sbirra e petulante ragazzina e non doveva interessarmi dove era in quel momento.

«Maison, prepara i bagagli, andremo a far visita alla cara zia Georgie!» Esclamai versandomi un bicchiere di Bourbon.

Dopotutto una piccola vacanza non avrebbe fatto male a nessuno e dovevo staccare per un po' la spina visto che non vedevo dal un bel po' mia zia e molto probabilmente era preoccupata per me non avendo più mie notizie.

Il Gusto Del ProibitoDonde viven las historias. Descúbrelo ahora