33° Capitolo - Bugie a caro prezzo

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«Hope, passami lo zucchero.» Mi chiese Melinda, avevamo trovato una sorta di compromesso, ovvero che io avrei messo un punto all'amicizia malata che stava nascendo con Caleb e lei non si sarebbe più infuriata per questa vicenda, non era ciò che volevo o ciò che mi aspettavo da lei però non potevo perdere una delle poche persone importanti per me che ancora era al mio fianco anche se questo comportava che avrei dovuto tenere nascosta la mia attrazione verso Caleb.

Arrivata al lavoro trovai il mio capo aspettarmi nel mio ufficio, sospirai affranta - pensando che la giornata stava iniziando già male - ed entrai, sfoggiando il mio migliore falso sorriso.

«Capo, c'è qualche problema?» Chiesi, non era da lei presentarsi nel mio ufficio di prima mattina, tra noi due non scorreva buon sangue, se ero ancora lì era solo grazie alla mia professionalità di cui non poteva fare a meno altrimenti mi avrebbe sicuramente cacciata via senza pensarci due volte, forse perché ero l'unica in quell'ufficio a tenerle testa quando tendeva ad esagerare coi suoi modi un po' troppo sgarbati dimenticando che anche se lei è il capo noi siamo comunque parte integrante di questa mansione e non dei semplici facchini che fanno le proprie commissioni.

«Hope, ho dato un ultimo sguardo alla cartella dell'omicidio di quella ragazza, tra i vari fascicoli annessi ho notato che Caleb Smith è ancora a piede libero, come mai?»

Sentì il mio battito accelerare e inconsapevolmente iniziai a blaterare parole senza senso compiuto, lei mi guardò stranita da questo mio insolito comportamento, cercai di darmi un contegno.

«Non è stato processato poiché non ha partecipato all'omicidio della vittima e attualmente non ha aggravanti a suo carico che lo possano cagionare.»

Mi sentivo ingiusta e sporca, dentro di me sapevo che stavo sbagliando perché Caleb non era così pulito come volevo far credere e mi chiesi mentalmente cosa stessi dicendo, perché stavo mettendo a repentaglio la mia carriera ottenuta con tanti sacrifici?

«Sarò molto chiara e concisa, Anderson! Spero che lei stia dicendo il vero altrimenti sa che non ci sarebbero scusa dallo scagionarla per intralcio alla legge, dopotutto è l'agente più idoneo e onesto che io abbia qui dentro quindi le darò la mia fiducia in merito a questo caso.» Esclamò alzandosi dalla poltroncina in pelle, feci lo stesso pure io davanti a lei e annuì con gratitudine. «E Hope, non dimentichi ciò che le ho detto, il caso è oramai archiviato, spero di non pentirmene!»

Dopo ciò se ne andò lasciandomi con un nodo in gola, mi lasciai cadere sulla poltroncina girevole in pelle nera e appoggiata alla scrivania con le mani tra i capelli mi uscì un ringhio di sconforto per la voglia che ebbi di gridare in quel momento.

«Hope, cosa stai facendo?»

Melinda mi sorprese entrando e per lo spavento alzai di scatto la testa dalle mani e cercai di calmare il battito appena la riconobbi.

«Melinda, mi hai fatto prendere un accidente, sono stanca soltanto di tutti questi fascicoli, tu piuttosto che ci fai qui?» Sviai l'argomento sperando che lei non continuasse ad insistere.

«Sono venuta a chiederti un opinione per quanta riguarda un nuovo caso da risolvere.»

Si avvicinò con dei fascicoli in mano e li posò sulla scrivania davanti a me.

«Lei era Jeanette Monroe, trovata assassinata brutalmente nella sua villa di Beverly Hills nel millenovecento settantanove, il caso fu archiviato per mancanza di prove e indagati, il capo ha deciso di volerlo tirare fuori dalla polvere per risolverlo, non si smette mai di lavorare qui.» Cercò di sdrammatizzare alla fine con un sorriso stanco.

«L'arma del delitto è stata rinvenuta?» Chiesi sfogliando i fascicoli. 

«Ed è qui la cosa strana!» Esclamò rassegnata consapevole che avremo impiegato per l'ennesima volta giornate intere ad indagare con scarsi risultati per iniziare.

Se quello era l'inizio, chissà come sarebbe finita la giornata.

Il Gusto Del ProibitoDonde viven las historias. Descúbrelo ahora