Capitolo 48

468 13 2
                                    

«Sì, Jenny. Il fascicolo lo trovi sulla mia scrivania!» Sbuffai per l'ennesima volta, chiudendo il portone del mio condominio.

«Hope, io non lo vedo!»

«Mio Dio, Jenny!» Urlacchiai.

«Chiedi a uno dei nostri colleghi di dartelo!» Continuai passandomi una mano tra le ciocche crespe dei miei capelli.

Mi fermai di scatto quando vidi Caleb appoggiato alla porta del mio appartamento.

«Jenny, ti devo lasciare!» Dissi frettolosa, continuando a fissare scioccata Caleb.

«Cosa? No. Hope. Aspe-»

Chiusi la chiamata ignorando le grida di Jenny e mi avvicinai sentendo il cuore iniziare a risuonare nella gabbia toracica furiosamente.

«Cosa ci fai qui?» Sussurrai che a malapena mi sentì io stessa.

«Ti è caduto questo l'altro giorno.» Rispose facendo dondolare nella mano un bracciale.

Mi toccai di scatto il polso notando in quel momento che mancava il mio bracciale d'oro a cui ero particolarmente legata.

Mi affrettai ad avvicinarmi e presi il bracciale dalla sua mano riducendo al minimo un possibile contatto.

«Posso entrare?» Disse laconico.

Nella mia mente iniziò una battaglia tra la voglia di averlo accanto e quella di mandarlo via. Mi aveva disintegrata, ridotta in mille pezzi, mandata via e poi è tornato a riprendermi. C'erano mille motivi per dirgli di no.

«Va bene.»

Aprì la porta ed entrai posando la borsa con le chiavi sul mobile. Caleb mi seguì e si buttò sul divano come se fosse casa sua. Roteai gli occhi per quella visione e mi tolsi il cappotto borgogna.

«Mi chiedo perché io ti abbia fatto entrare.» Esclamai riflettendo, senza rendermene conto, a voce alta.

«Perché mi vuoi vicino, semplice.» Scrollò le spalle.

Mi diedi mentalmente della stupida per quello che avevo detto e finsi di non ascoltarlo.

«Vuoi qualcosa da bere?» Chiesi gentilmente, sperando in una risposta negativa.

«Vino. Rosso. Possibilmente non in cartone. Grazie.» Mi rispose muovendo una mano e dandomi le istruzioni come se fosse al ristorante.

«Vuoi anche qualcosa da mangiare?» Chiesi sarcastica, prendendo la bottiglia di vino dal frigorifero.

«Dipende, cosa hai?» Disse toccandosi il mento con l'indice e il pollice.

Gli lanciai un'occhiataccia mentre versavo il vino in due calici di vetro.

«Nulla.» Risposi semplicemente.

Rise e si spostò leggermente per poi togliersi la giacca di pelle nera.

«Sei adorabile quando provi a fare la cattiva.» Continuò.

Inarcai le sopracciglia, sorpresa. Ma guarda tu, questo bastardo! - Pensai.

Mi avvicinai e misi il suo calice sul tavolino, evitando di darglielo nelle mani.

«E sei adorabile anche quando provi ad evitarmi.» Mi schioccò l'occhio e prese il calice tra le dita, iniziando a bere.

«Ma oggi non avevi nulla da fare?» Sbottai e colpì duramente con i palmi il marmo freddo della cucina.

«A parte rompere a te le scatole? Direi di no.» Replicò, scrollando nuovamente le spalle.

Mi venne voglia di spaccargli il bicchiere in testa però provai pena per quel vino che mi costò un'occhio della testa e tralasciai l'idea.

«Sto andando a cambiarmi, non provare a seguirmi.» Gli intimai, alzando l'indice verso di lui.

Alzò le mani in segno di resa e sorrise, al ché sbuffai e me ne andai nella camera da letto. Cercai di cambiarmi più in fretta possibile per paura che potesse sbucare Caleb da un momento all'altro perché non era il tipo da farsi certi problemi.

Mi diedi leggermente una sistemata ai capelli e quando constatai di essere perlomeno decente tornai nel salotto, trovando Caleb stravaccato ancora sul divano che si guardava un programma alla televisione.

«Quando hai intenzione di andartene?» Gli chiesi dubbiosa.

«Quando ne avrò voglia.» Rispose senza guardarmi.

In quel momento notai che stava mangiando delle patatine che probabilmente aveva preso dalla mia dispensa. Gli lanciai un'occhiataccia anche se non mi vide.

«Le cose si chiedono.» Gli lanciai una frecciatina per poi sedermi sul divano opportunamente a distanza.

«Mi pare che per venire a letto con me non te l'ho mica chiesto.» Rispose scrollando, ancora, le spalle.

Persi un battito e con quello pure la voce per ribattere appena compresi quel che aveva detto.

Il Gusto Del ProibitoOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz