Capitolo 58

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«Jerry, sempre in mezzo alle palle.» Rispose Caleb girandosi verso di lui e dandomi così a me le spalle.

Mi spostai leggermente per evitare che venissi coperta dalla sua figura e continuai a guardare l'uomo, non capendo ancora in che situazione mi ero cacciata.

«Eddai, non la condividi come con Ashley?» Sputacchiò l'uomo.

Sentì una scossa pervadere la mia schiena al suono di quelle parole, non avrei mai pensato che Caleb condividesse la sua ragazza con altri uomini. L'avrebbe fatto pure con me?
Mi chiesi spontaneamente.

Storsi le labbra disgustata e ciò non passò inosservato a quel orripilante energumeno che spostò la sua attenzione su di me.

«Che c'è, principessa. Non ti piacciono i cattivacci?» Mi prese in giro.

Sputai per terra come segno di disprezzo, anche se avrei desiderato che ci fosse la sua faccia.

«Jerry, vedi di andartene a fanculo e lasciarmi in pace in questo momento.»

Si avvicinò a noi e Caleb mi si parò davanti, al ché l'uomo si arrestò e alzò le mani in segno di resa.

«Non ti conviene, Caleb. Sai che se voglio posso chiamare i croods.»

«Chi sono i Croods?» Chiesi ingenuamente a Caleb senza curarmi della situazione in cui eravamo.

Caleb mi guardò sbigottito senza però perdere d'occhio il suo amico, o non amico, Jerry.

«Hope, ti sembra il caso di fare, adesso, queste domande?» Ringhiò.

Mi imbronciai ed evitai il suo sguardo.

Sentimmo dei passi farsi sempre più vicini e in poco tempo vennimmo accerchiati da dei uomini che dallo sguardo non promettevano niente di buono..

«Dacci la bambolina e finisce qui.» Esclamò l'uomo di nome Jerry.

«Sei poco perspicace se pensi che te la cederò così facilmente, coglione!» Rispose inviperito Caleb.

Mi avvicinai alle spalle di Caleb e appoggiai una mano sulla sua spalla, lo sentì sussultare ma riassunse rapidamente la sua espressione neutra.

«Caleb, non mi sembra il caso di usare questi toni. Siamo accerchiati.» Gli sussurrai all'orecchio.

«Bambolina, perché non vieni a parlare con lui?» Disse ridacchiando Jerry, indicando il punto dove non batte il sole.

Tutto successe in un frammento di secondo.

Caleb si scagliò contro di lui.

Gli altri uomini gli si buttarono addosso ed io cacciai un urlo di spavento per l'incolumità di Caleb.

«Caleb!» Gridai precipitandomi verso di lui.

Nonostante fosse solo riusciva ad avere la meglio ma rabbrividì nel notare del sangue sul suo viso.

«Caleb, basta!» Gridai ancora.

Cercai di tirarlo per un braccio dalla massa ma si divincolò e riprese a picchiarsi con uno di quei uomini.

«Ti prego.» Continuai in lacrime.

Si girò verso di me per un attimo e vidi la sua espressione addolcirsi quando notò il mio viso rigato dalle lacrime. Quel gesto però gli costò un pugno in faccia dall'uomo che era sotto di lui steso per terra.

Indietreggiò di scatto, tenendosi la fronte con una mano mentre l'altro si alzava di fretta.

«Caleb, stai bene?» Chiesi allarmata, avvicinandomi.

Mi guardò con un espressione del tipo: ti sembra che sto bene?

E aveva ragione.

«Dobbiamo. Andare.» Disse con fatica tra un respiro e l'altro.

Annuì più volte e lo aiutai ad alzarsi di fretta poiché quegli uomini erano pronti a scagliarsi nuovamente contro di lui.

«Al mio tre, scappiamo!» Sussurrò.

Annuì ancora.

«Uno.» Sussurrò mentre un uomo iniziò ad avvicinarsi.

«Due.» Sussurrò mentre un altro imitò l'altro uomo.

«Tre!» Disse infine.

Iniziammo a correre per le vie strette di quel quartiere con quei malviventi alle calcagna.

Pregai che mi stancassero prima o poi.

«Stiamo arrivando al mio appartamento!» Esclamò Caleb rassicurandomi.

Ci scambiammo un'occhiata d'intesa e continuammo a correre senza sosta.

«Qui!» Disse Caleb appena arrivammo di fronte ad un palazzo più curato rispetto agli altri.

Oramai gli avevamo seminati ma per il momento non era consigliabile rimettersi in strada perché sicuramente ci stavano cercando.

Il Gusto Del ProibitoWhere stories live. Discover now