Capitolo 51

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«Hope, sai che se ti rinchiudi in una stanza, mangi noodles, eviti qualsiasi persona che ti si avvicini e fissi il soffitto, non concludi nulla?» Esclamò esasperata Jenny nel mio ufficio.

«I noodles almeno non mi fanno stare male ma solo bene!» Risposi continuando a mangiare quel ben di Dio.

Jenny si mise una mano sulla fronte, per quanto era drammatica e mi guardò di sott'occhio mentre io tranquillamente continuavo ad ingurgitare cibo peggio di un camionista.

«Sai cosa pensano i nostri colleghi?» Disse puntando un dito verso la porta.

Scrollai le spalle come per dire che non me ne importava nulla.

«Che stai avendo una crisi e persino il capo mi ha chiesto questa mattina cosa avevi.» Continuò.

Non mi girai e continuai a mangiare e fissare il soffitto che mi parve molto interessante.

«Ci rinuncio!» Esclamò per poi uscire dall'ufficio.

Appena se ne andò mi girai verso la porta e feci una linguaccia mentre tenevo ancora il broncio. La mia vita era un completo disastro, non volevo più sapere nulla di Caleb. Eppure si presentava giusto quando stavo iniziando a stare meglio.

Presi il telefono e scrollai la home di Facebook. Guardai le foto di tipe in minigonna che dimenavano i fianchi in qualche pub o discoteca, chef che preparavano ricette e tanta spazzatura gratuita. Schiacciai la lente e scrissi il nome di Caleb.

Guardai il suo profilo che era sempre aggiornato da nuove foto o video. L'ultima foto era di ieri, era così bello se non fosse che al suo braccio era attaccata una rossa dagli occhi verdi e in un vestito striminzito.

Sentì le mani formicolare e desiderai per un attimo avere quella tipa davanti ai miei occhi per cambiarle i connotati.

«Stronzo.» Sussurrai.

Il suo braccio poggiava sul fianco di lei che, come una sanguisuga, era attaccata al suo petto. Il suo sorriso era effettivamente bello, come il suo viso. Mi maledì per aver pensato qualcosa di cattivo contro di lei perché odiavo che Caleb avesse questo potere su di me.

La tipa inoltre era seduta accanto a lui su un divanetto in pelle nera ma le sue gambe poggiavano su quelle di Caleb. Insomma, sembravano più una coppia che altro.

Non è che era fidanzato?

Pensò il mio subconscio. Se lo era, avrei tanto voluto spiattellare in faccia alla tipa il fatto che Caleb ha avuto dei momenti molto intimi con me.

Tu non sei così, Hope.

Tornò il mio subconscio ed effettivamente era vero, non avrei mai rischiato di essere la causa di una rottura. Tanto prima o poi se ne sarebbe resa conto da sola di chi aveva accanto.

E di chi hai avuto pure tu.

«Al diavolo!» Esclamai con me stessa.

Spulciai nei commenti della foto e mi bloccai appena lessi un commento che sembrava essere della tipa vicino a Caleb nella foto.

Mi mancavano le nostre serate.
Baci, Cal.

«Baci, Cal.» Scimmiottai, immaginandomi la sua voce.

Presa dall'impulso cliccai sul pollice in su' vicino alla foto.

Me ne pentì subito dopo.

«Hope, che cavolo fai?» Mormorai a me stessa.

Volevo che Caleb intuisse la mia presenza, volevo una sua reazione. La mia lucidità però mi tentava nel togliere il like perché ero cosciente del fatto che si trattava di un comportamento infantile.

Chiusi il telefono di scatto e mi impegnai nel non riprendermelo nuovamente in mano perché avrei combinato, sicuramente, un'altra delle mie.

«Cosa stai facendo, Hope?» Esclamò Jenny entrando nell'ufficio.

«Sto creando un castello con i bastoncini dei noodles, non si vede?» Risposi ironica.

Il Gusto Del ProibitoDonde viven las historias. Descúbrelo ahora