38° Capitolo - Rose anonime

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«Melinda, cosa stai facendo?»

Vidi Melinda chinata sulla moquette dell'ufficio e rimasi un po' perplessa chiedendomi cosa stesse facendo.

«Ho perso l'orecchino di perla, aiutami a trovarlo, è molto importante per me!» Esclamò con disperazione.

Mi chinai pure io e iniziai a perlustrare la moquette, vidi qualcosa brillare dietro la poltroncina in pelle davanti alla scrivania e mi avvicinai, sorrisi appena lo vidi e lo afferrai alzandomi di scatto.

«Eccolo!» Esclamai subito. Melinda si alzò velocemente e appena lo vide sospirò più tranquilla.

«Allora è vero ciò che si vocifera nell'ufficio? Hai intenzione di lasciare il dipartimento?» Chiese diventando improvvisamente triste e pensierosa.

«Purtroppo sì, ho capito che questo posto oramai non fa più per me, sarò trasferita nel reparto di New York.»

«Questo vuol dire che non ci vedremo più.» Sussurrò.

Forzai un sorriso e l'abbracciai forte.

«Vedrai che rimarremo in contatto!» Esclamai ottimista. Quando tornai a casa trovai il portiere a richiamarmi mentre mi dirigevo verso l'ascensore del condominio.

«Signorina Anderson, qualcuno ha lasciato questi per lei!» Esclamò porgendomi un mazzo di fiori.

E non un qualunque mazzo di fiori ma pensai che a colpo d'occhio fossero una centinaia, strabuzzai gli occhi e li presi ringraziandolo per poi entrare nell'ascensore.

Iniziai a guardarli e analizzarli attentamente cercando un bigliettino che dicesse da chi fossero e quando lo trovai non persi tempo nell'aprirlo e leggere ma l'unica cosa scritta era una C sperai non fosse chi pensavo però non mi veniva nessun altro in mente che Caleb.

Appena entrai in casa misi i fiori in un vaso con l'acqua e presi un calice di vino sorseggiando lentamente e fissando il mazzo di fiori.

Cosa vuol dire? Perché questi fiori?

Erano passati giorni da quando gli avevo detto di non cercarmi più e come un fantasma si era ripresentato. Ero stata chiara nel dire che lui era talmente attraente che mi faceva paura, un sentimento che non provai mai con e per nessuno.

Ma cosa poteva nascere tra una detective abbandonata a sé stessa e uno stronzo senza fine?

Forse un po' d'odio oltre che passione, voglia di litigare per poi baciarsi, di prendersi a pugni per poi abbracciarsi ma a tutto c'era un prezzo ed il mio era troppo caro da pagare per potermelo permettere.

Puntai la sveglia come ogni giorno nel telefono e mi misi sotto le coperte pensando che da domani avrei iniziato un nuovo percorso, una nuova vita e una nuova me sarebbe nata.

Mi svegliai grazie alla sveglia del telefono ed ebbi per un attimo l'intento di buttarlo contro il muro e frantumarlo in mille pezzi però la mia parte razionale lucidamente realizzò che non mi potevo permettere di comprare un altro telefono di ultima generazione come quello che avevo che solo per precisare mi costò un'assurdità.

Mi vestì dopo aver fatto la doccia, il momento che preferisco poiché potevo rilassarmi tranquillamente e sentire l'acqua scorrermi sulla pelle, presi un pancake e lo inzuppai nello sciroppo d'acero, una vera colazione da legittima americana.

Una volta provai persino a cucinarmi i cosiddetti spaghetti alla bolognese, non calcolai soltanto che gli spaghetti non andavano riscaldati nel microonde insieme al sugo e venne una poltiglia immangiabile, motivo per cui se lo sentisse un italiano potrebbe linciarmi.

Iniziai a riporre i miei affetti personali negli scatoloni e si iniziò a proiettare davanti a me una giornata molto lunga.

Il Gusto Del ProibitoWhere stories live. Discover now