35° Capitolo - Rivelazioni scioccanti

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«Hope, dove sei?» La voce di Melinda al telefono interruppe il mio sonno e sbuffai seccata.

«Melinda, sto arrivando!»

Scesi dal letto dopo essermi fatta una doccia veloce e preso qualche biscotto con del caffè al volo mi vestì e sfrecciai verso l'ufficio con la mia auto. Entrando trovai Melinda ad aspettarmi con dei fogli in mano.

«Hope, abbiamo rintracciato un famigliare della vittima, James Smith, è il cugino, potremo andare a parlargli e vedere se ha qualche informazione utile da darci.» 

Annuì, Melinda prese la sua borsa e andammo verso la casa di questa persona.

«Allora, com'è finita con Caleb?»

Sentì delle scosse a livello del petto e la gola diventerò improvvisamente secca, cercai di sembrare tranquilla e le risposi.

«Melinda, ho chiuso qualsiasi tipo di contatto, ora per favore non parliamone più»

Melinda annuì e arrivati alla casa di questa persona suonammo il campanello, ci venne ad aprire un signore anziano che visto a primo impatto sembrava avesse un viso molto dolce e premuroso, ci fece accomodare nel salotto e iniziammo a chiedergli se sapesse qualcosa riguardo all'uccisione della vittima, che potesse in qualche modo aiutarci.

«Signor Smith, grazie per averci ricevute, sa dirci del perché sua cugina si trovasse in quella casa? Da quanto risulta nei fascicoli Jeanette Smith viveva sulla dodicesima della Adam Street»

«Agente fino ad ora ho raccontato la versione dei fatti a tantissimi detective e nessuno mi ha saputo dare risposta, spero che lei riesca a risolvere una volta per tutte questa tragedia: Jeanette era una ragazza molto timida, non parlava molto a scuola e per questo veniva spesso presa di mira fino a quando non si innamorò di un tale Christopher Morrison, un ragazzo che era arrivato da poco nella scuola e si era già fatto la nomina del cattivo ragazzo per via del fatto che girava sempre con delle persone poco raccomandabili della scuola e si vociferava che spacciasse droga nei bagni della scuola, dissi a Jeanette appena me lo raccontò che era meglio se stava a distanza da questo tipo di persone ma lei non mi diede ascolto, quella sera mi mandò un messaggio dicendomi che sarebbe andata a casa di Morrison per farsi qualche canna e stare insieme a lui, inutile dire che al mio chiaro divieto non ebbi risposta fino a quando gli agenti non bussarono alla mia porta!»

L'anziano tossì e sospirò continuando a bere la sua tisana.

Tutto ciò mi lasciò sorpresa, non capivo come mai gli ex agenti che si erano occupati di questo caso non avevano messo Christopher Morrison tra gli indiziati, capì fin da subito che il caso sarebbe stato tutt'altro che facile da risolvere e Jeanette Smith avrebbe avuto con fatica la sua pace.

«Signor Smith, sa che fine ha fatto Christopher Morrison? Dove possiamo trovarlo?» Chiese Melinda.

«No, mi è stato detto che fino a pochi
mesi fa era in un monolocale della periferia nord a spacciare qualche sostanza, ma poi è scomparso. Secondo me l'hanno ammazzato!» Disse con disprezzo, potevo assolutamente comprendere il dolore e la rabbia del signor Smith in quel momento e pensai che dovevo trovare in ogni caso Christopher Morrison.

Quando uscimmo dalla casa del signor Smith andammo immediatamente in centrale, appena arrivati cercammo l'indirizzo di residenza di Christopher Morrison ma non trovammo granché se non che l'ultimo appartamento in cui stava oramai il contratto era scaduto da più mesi, ciò vuol dire che non ci fece più ritorno, presi comunque l'indirizzo e con l'auto arrivai davanti ad un condominio malfamato in stato di completa disgregazione, io ero in un posto sperduto mentre Melinda scelse di rimanere in ufficio ad esaminare attentamente il fascicolo.

Pensai mentre mi addentravo nell'edificio, ciò che vidi mi lasciò sconvolta, nel pianerottolo trovai dei ragazzini di non più quattordici anni intenti a rollarsi qualche strana sostanza, appena mi videro fecero finta di nulla finché non mostrai il distintivo e nascosero tutto di fretta, roteai gli occhi e iniziai a salire le scale lentamente avendo persino paura che potessero cedere mentre ci camminavo sopra, arrivai davanti alla porta numero tredici e bussai.

«Signor Morrison, apra la porta, sono l'agente investigativo Anderson della omicidi!» Gridai per farmi sentire abbastanza chiaramente ma non ricevetti risposta.

«Signor Morrison, l'avverto che sto per entrare quindi le conviene aprirmi lei!»

Aspettai ma non ricevetti ancora risposta quindi sparai alla serratura ed entrai.

Mi guardai attorno ma non vidi nessuno, ciò mi lasciò sconfortata.  

Il Gusto Del ProibitoWhere stories live. Discover now