29° Capitolo - Rabbia

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Digitai sulla tastiera del telefono il numero di Scott aspettando che rispondesse.

«Scott, abbiamo il nostro assassino.»

Sentì dei rumori abbastanza ambigui dall'altra parte del telefono e trattenni il respiro per l'imbarazzo.

«Sì Hope, arriviamo.»

Caleb non c'era con me, non so come definire la sua lontananza poiché ero stata io a porre fine alle sue carezze e pretendere una distanza tra noi due, non ci volle tanto per capire che non fu affatto felice, se ne andò sbattendo la porta e gridando ch'ero solo una bambina.

«Sei solo una bambina, maledetto il giorno in cui ti ho vista!»

«Caleb, lasciami andare. Non vedi che non facciamo altro che distruggerci?» Sospirai.

«Arriverai all'inferno, Hope. Insieme a me.»

Scossi la testa ripetutamente cercando di non pensare alle sue parole dette con tanta crudeltà.

La porta si aprì rivelando Caleb, mi prese un braccio costringendomi a farmi alzare dal letto, mi divincolai arrabbiata per i suoi modi maneschi ma non accennò a lasciare la presa, mi portò fuori dalla camera e attraversando un breve corridoio arrivammo in un salone abbastanza grande mi lasciò andare sul divano e prese una sigaretta dal pacchetto nascosto nei suoi jeans, accendendola.

«Stanno arrivando i tuoi amichetti ed io non voglio più averti tra i piedi.» Disse facendo uscire dalla sua bocca una nuvola di fumo.

«Brutto stronz-» Strillai indignata, non mi lasciò finire e continuò a parlare.

«Abbiamo fatto l'accordo, tu il tuo criminale ed io la mia libertà, rispetta l'accordo e nessuno si farà male. Non ci vedremo più, io per la mia strada e tu per la tua, tesoro.»

Roteai gli occhi sbuffando.

Si avvicinò velocemente e mi prese il mento tra le sue dita affusolate facendomi perdere un battito, spalancai gli occhi, incredula e aspettai una sua possibile reazione che non aspettò ad arrivare.

«Cerca di non giocare sporco, non vorrei venire al tuo funerale e a quelli dei tuoi amici.»

Spense il mozzicone vicino a me e se ne andò lasciandomi esterrefatta.

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