Capitolo 16

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Le hanno mai detto che somiglia alla sfacciataggine?
To: Daniel Cornwell

Premetti "Invio" e scacciai il sorriso impertinente che stava nascendo sul mio viso.
Mi ritrovai a messaggiare con l'ex del mio capo, mi sembrava una soap-opera scritta male.
Il telefono vibrò e mi precipitai nel leggere la risposta.

Non me ne voglia.
Non vorrei che lei possa pensare assurdità se non alla sua bellezza che lo è.

Il mio cuore galoppò e le guance si tinsero di un rosso porpora.
Nella mia mente sapevo che tutto ciò era sbagliato eppure non volevo mollare la presa, forse perché mi sarebbe stato più facile dimenticare quel che non è da ricordare.

Signor Cornwell, si lasci dire che sa essere un vero adulatore.
To: Daniel Cornwell

Dopo aver inviato il messaggio posai il telefono sul tavolino del salotto, non tardò nel vibrare ma non me ne curai di leggere l'eventuale risposta poiché sentivo dentro di me una vocina dirmi che tutto ciò era maledettamente sbagliato.
Daniel Cornwell era il classico uomo in affari che non ne sbagliava mai una, il classico uomo dalla risposta impertinente, controllata e che ti faceva sentire un moscerino involontariamente stando vicino a lui poiché il suo conto in banca avrebbe comprato tutto il palazzo del mio appartamento in cui abitavo.

Sei nauseante, Hope.

La mia vocina interiore mi ricordò quanto fossi stupida nel pensare a Daniel Cornwell quando non era mai stato nelle mie intenzioni e desideri.
Sbuffai arrabbiata con i miei stessi pensieri e mi chiesi se quello era l'inizio della pazzia.

Probabile, una Hope interiore è meglio della bistecca secca che stai cucinando.

«La vuoi smettere?» Esclamai, non seppi a chi mi rivolsi per di giusto ma presi la bistecca oramai bruciata buttandola nel bidone dell'immondizia.

Optai per dei pomodori tagliati con un po' di lattuga fresca, crostini, aceto balsamico e pane del panificio sotto casa, un negozietto della Romania che rivendeva i prodotti tipici importati.
Pensai di guardare una serie su Netflix e mi catapultai sul divano con la mia ciotola d'insalata fresca.
Schiacciai play per continuare Riverdale, una tra le poche serie TV ad essere interessante per i miei gusti.

Ero alla scena in cui Betty rivede suo padre in carcere, fu uno dei momenti che mi colpì particolarmente quando scoprì che il temuto assassino di Riverdale non era altro che l'uomo all'apparenza più pacifico, la fragilità e allo stesso tempo la forza di Betty era sbalorditiva, Veronica nonostante cercasse di non far prevalere la fama del padre non mi piaceva particolarmente perché in certi casi si era dimostrata subdola come il padre e con la madre che sottostava alla figura di Hiram.

Il campanello suonò e mi chiesi chi potesse mai essere alle dieci di sera, guardai dallo spioncino ma non vidi nessuno perciò decisi di aprire lentamente e quel che vidi fu solo un pacco piccolo poggiato sullo zerbino.
Lo presi velocemente e mi richiusi la porta per poi scovare cosa ci fosse all'interno, per un attimo ebbi paura che si potesse trattare di uno scherzo di pessimo gusto.
All'interno trovai un peluche rosa e una rosa con un bigliettino attaccato.

Un fiore per un altro fiore, che tu possa marcire come questo insignificante ramo.

Il cuore iniziò a galoppare, il bigliettino non era firmato, cercai qualcosa altro nella scatola che potesse aiutarmi a capire chi fosse ma non trovai nulla. Mi tenni una mano sul cuore come per volerlo fermare dalla sua sfrenata corsa e buttai il peluche con la rosa all'interno della scatola per poi gettarla in un angolino del salotto.

Il Gusto Del ProibitoWaar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu