Capitolo 8

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Ci sedemmo ad un tavolo della nostra solita caffetteria ed ordinai una brioche col cappuccino. «Cosa ne pensi del caso?» Mi chiese Jenny che nel tragitto riacquistò la sua calma. «Penso che l'assassino è una vera spina nel fianco, dobbiamo interrogare gli amici della vittima.» Jenny annuì mentre sorseggiava il suo cappuccino.

«Tu hai intenzione di rimanere sola?» Mi chiese sorridendo con malizia. «No, ma sai -» Mi interruppi mentre vidi un volto conosciuto entrare nella caffetteria avvolto in un giubbotto nero di pelle.

«Caleb.» Sussurrai.

Non mi vide, si diresse spedito al bancone per poi sedersi, guardai la sua figura di profilo e mi ricordai del perché mi tormentò incessantemente nella mia mente nonostante me ne fossi andata da New York.

«Hope, stai bene?» Mi chiese Jenny confusa ma in quel momento la mia attenzione era rivolta all'uomo che tormentava da cinque anni le mie notti. Una ragazza dai capelli castani e splendenti si avvicinò a lui accarezzandogli un braccio e Caleb non la respinse bensì l'attirò a sé sorridendo maliziosamente, tutto ciò mi stava squarciando il cuore in due.

Jenny mosse una mano davanti al mio viso e guardò confusa nella stessa mia direzione. «Chi è quello?» Chiese intuendo il mio interesse. Mi girai verso di lei di scatto, mi sentivo svuotata ma sorrisi non volendo farla preoccupare. «Il ragazzo di cui ti ho raccontato.» Jenny spalancò gli occhi e si rigirò di scatto osservandolo lei stavolta, come se non ci credesse.

«Cosa ci fa qui?» Esclamò furiosa girandosi verso di me. Le dedicai un'occhiata malinconica prima di riprendere ad analizzare ogni minima mossa di Caleb. «Non lo so. Ma stavolta gliela farò pagare.» Sussurrai senza nemmeno guardarla, forse non lo sentì o forse sì, ciò che so per certo è che volevo liberarmi del mio pensiero fisso.

«Ordiniamo da bere?» Esclamai pimpante. Jenny mi guardò sbigottita poiché spesso e volentieri preferivo gli analcolici ma non rifiutò.
Mi alzai dalla poltroncina rossa in pelle sorridendo.

A noi due Caleb Winslet. Mi avvicinai al bancone dove un ragazzo che sostituiva il fidanzato di Jenny mi riservò un'occhiata d'interesse. Era tutto calcolato, non ero vicino a Caleb ma di fronte a lui. Mi avrebbe vista, avrebbe visto la mia rabbia nei suoi confronti.

Era intento a ridere divertito da non so cosa gli stesse raccontando quella ragazza, un formicolio mi investì all'altezza dello stomaco ma quando il suo sguardo si posò su di me sentì le orecchie fischiare, il petto accelerare e le gambe molli per cui mi sedetti su uno sgabello.
La sua espressione era indecifrabile, forse neanche si ricordava di me, mi illusi per un attimo che sarebbe venuto di fronte a me a parlarmi ma non accade ciò che speravo poiché dopo avermi fissata si rigirò verso la ragazza castana, afferrò il suo viso con una mano e la baciò.

Osservai lui, le sue labbra torturare quelle di lei senza avere la minima voglia di cessare e strinsi i pugni sotto il bancone.

«Dammi una bottiglia di vodka liscia!» Esclamai al barista che mi guardò sbalordito, ricambiai con uno sguardo furioso che lo fece scattare. Sorrisi grata per poi alzarmi dallo sgabello e tornare da Jenny che osservò la scena dal tavolo.

La mia libido non mi lasciava, continuavo ad osservare Caleb che alternava sguardi tra la ragazza accanto e me, ogni volta che si girava verso di me facevo finta di parlare con Jenny ma potei notare il suo sguardo infuocato che sentivo bruciare su ogni singola parte del corpo.

Il Gusto Del ProibitoWhere stories live. Discover now