24° Capitolo - Persuasione

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Guardai attentamente i libri situati per categorie all'interno degli scaffali della biblioteca, mi serviva un po' di svago in quel momento e il miglior rifugio per me era leggere fino a saziarmi di quella cultura immensa che mi concedeva un buon libro.

«Jane Austen.» Sussurrai prendendo il libro che più mi stava a cuore di quella tanto amata autrice la quale ispirò maggiormente della letteratura inglese.

«Signorina, quale vorrebbe leggere? Orgoglio e Pregiudizio o Persuasione?» Mi chiese la bibliotecaria sistemandosi gli occhiali rotondi sulla punta del naso.

Oramai il mondo andava per quel che era alla moda in un determinato momento. Avevo letto Orgoglio e Pregiudizio una quindicina di volte, se non di più.

Se avessi chiesto a delle persone, definitesi fanatiche dei libri della Austen cosa facesse scaturire dentro di loro quella voglia di continuare la lettura mi avrebbero risposto che se ne era sentito parlare come le stupide voci di corridoio e quindi per loro sembrava normale leggere i libri dell'autrice non per quel che lei ebbe scritto ma per potersi integrare in un gruppo, un club o una società per nome del libro.

E l'autrice? L'autrice rimaneva in ombra. Secondo loro l'autrice non aveva alcun diritto di pretendere il riconoscimento delle proprie opere. Lei metteva nero su bianco, la casa editrice pubblicava e i lettori leggevano ma non per apprendere un po' di cultura bensì per rivelarsi intellettuali di opere che potevano contestare anche senza il minimo di cultura.

L'autrice per loro era pregata di rimanere in ombra perché non importava chi aveva scritto l'opera, bastava che fosse al limite della decenza per potersi pavoneggiare con le opere dell'autrice.

L'autrice metteva anima e corpo ma rimaneva un fantasma.

L'autrice non si fermava al primo no detto da una casa editrice o da dei lettori incompetenti ma ugualmente non gli era riconosciuto nulla. Valevano il numero dei lettori per promuovere un'opera, ormai non c'era più bisogno neanche di impegnarsi nello scrivere qualcosa di decente visto che l'importante era che l'opera fosse uno scandalo, qualcosa di assurdo, fuori dall'ordinario e già possedeva più meriti delle altre opere, sudate e scritte con le occhiaie tremende nel buio pesto della notte. Chiedere ad una persona la quale pensava di potersi definire una vera e propria amante dei libri della Austen cosa era l'opera Persuasione per loro era come augurare la morte ma se vogliamo essere meno tragici, parlare una lingua totalmente sconosciuta per loro bensì se chiedevi loro dell'opera Orgoglio e Pregiudizio ti avrebbero detto anche i più piccoli dettagli, però del film e non il significato.

Scelsi Persuasione, la bibliotecaria mi sorrise per poi passarmi il libro e augurarmi una buona lettura.

Presi posto sulla sedia di legno e posai il libro sul tavolo iniziando ad aprirlo, andai al primo capitolo e iniziai a leggere nella mia mente.

Rimasi tanto assorta nelle vecchie pagine del libro che neanche mi resi conto quando una persona si sedette accanto a me.

«Hope, strano vederti qui.» La mia testa scattò verso la persona che disse quella frase riconoscendola all'istante.

«Cosa ci fai qui?» Caleb si avvicinò con passo sicuro scuotendo un libro con la mano. Lessi di sfuggita il titolo e roteai gli occhi.

Cinquanta sfumature di rosso.

«Sì, bel libro. Ma-» Sbiancai appena mi resi conto di che libro si trattasse.

Qualcuno stava complottando contro di me da lassù, non c'era altra spiegazione.

«Tu preferisci nero o rosso?» Scandì bene mentre pronunciava le parole, tanto da sentire un brivido percorrermi la spina dorsale.

«A dire il vero, preferirei il bianco.»

Mi alzai dalla sedia ed uscì di fretta dalla biblioteca.

Iniziai a camminare verso l'auto quando sentì delle goccioline colpirmi il volto, guardai il cielo imprecando e accelerai il passo.

Proprio una bella giornata.

Il Gusto Del ProibitoWhere stories live. Discover now