Capitolo 9

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Guardai la mia figura nello specchio del bagno della caffetteria. Caleb non si lasciò intimidire e quel che fece fu nauseante.

La sua figura apparve alle mie spalle e sentì il battito accelerare come se stessi correndo una maratona. «Cosa ci fai qui?» Gli chiesi senza giri di parole. Si posizionò alle mie spalle, in un attimo mi fece girare e poggiare sul marmo del lavello.

Il suo sguardo era magia macchiata, per niente pura, il suo ghigno fastidioso non scomparì mentre mi analizzava il corpo e mi sentì a disagio, dovevo andarmene. «Sicuramente non ero qui per te ma il destino sembra avere altri piani.» Rispose pensieroso.

Osservai i suoi occhi che nonostante fossero di un nero pece brillavano e le labbra carnose al punto giusto, deglutì quando si inumidì le labbra con un colpo di lingua secco, veloce e programmato. «Non so neanche perché ti sto parlando.» Confessai.

Si umettò le labbra per poi schioccare la lingua, seguì ipnotizzata ogni suo movimento, dedusse il mio stato psicofisico e lo fece sorridere. «Questo me lo dovresti dire tu.» Rispose con tranquillità. Si staccò dandomi il giusto spazio affinché ritornassi a respirare regolarmente. Il suo modo di fare mi irritava, la sua voce sempre ironica mi irritava e persino il mio desiderio nei suoi confronti mi irritava.

Mi avvicinai a Caleb sorridente, lo vidi sospettoso ma non si spostò. Voleva vedere fino a dove mi sarei spinta.

Gli toccai il mento per poi sussurrargli con un sorriso smagliante. «Vai al diavolo.»

Mi lasciò di scatto i fianchi che stava stringendo e si allontanò, ridacchiai soddisfatta per poi andarmene senza voltarmi. Lo lasciai lì, per una volta fui io ad andarmene e ciò mi fece rimettere insieme i pezzi rotti dentro di me però sentì anche un vuoto come se avrei dovuto cedere, lasciarmi andare in balia del mio desiderio.

«Jenny, ma cosa stai facendo?» Strillai vedendo Jenny impegnata nel bersi il sesto frappè alla fragola. Mi guardò di sott'occhio infastidita per poi riprendere a bere il suo frappè.

Dopo che ebbe finito si decise a guardarmi finalmente e darmi la sua attenzione. «Il mio fidanzato è appena uscito con una bionda dal locale.» Esclamò con le guance piene di ciambella al cioccolato e con gli occhi lucidi.

Serrai le labbra arrabbiata. Non me l'aspettavo, pensavo fosse veramente interessato a Jenny. «E tu hai deciso di ingozzarti di frappè e ciambelle?» Le chiesi sorridendole perché se mi fossi mostrata triste lei avrebbe iniziato al 99,9% a piangere perciò non volli rischiare. «Voglio fracassargli il cranio.» Mi rispose con uno sguardo che mi fece intimidire.

Deglutì nervosa, cavolo.

Non l'avevo mai vista in quelle condizioni. «Perché non sei andata da lui?» Continuai con il mio interrogatorio, mi parve strano che Jenny non fece nulla e rimase al tavolo a ingozzarsi solamente di cibo e bevande. «Perché mi voglio vendicare senza che lui lo sappia.» Scrollò le spalle indifferente, finì l'ultima ciambella nel piatto e chiamò la cameriera dicendole di portarle qualsiasi alcolico che fosse abbastanza forte. «Ti vuoi vendicare bevendo alcool e mangiando ciambelle?» Le dissi sarcastica.

Mi osservò assorta nei suoi pensieri. Forse avrei dovuto tenere a freno la lingua prima di finire sulla lista di Jenny delle persone di cui vendicarsi. «No, Hope. Per adesso sto recuperando il tempo perso stando con quel verme.» Rispose con una calma tale da gelare chiunque.

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