37° Capitolo - Cambiamenti

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Presi la mia ventiquattr'ore ed uscì dall'appartamento rapidamente visto che la sveglia quella mattina decise di non suonare ed ero in ritardo già di mezz'ora, arrivai nell'ufficio con la paura che potessi trovare il capo ad aspettarmi e darmi il buongiorno però per fortuna trovai soltanto Melinda intenta a leggere dei fogli.

«Riguarda anche me quello che stai leggendo?» Chiesi sperando in una risposta negativa.

«Vorrei dirti di no però riguarda anche te, è un nuovo caso ma stavolta non sembra molto difficile, almeno spero.» Sospirò affranta e posò con stanchezza i fogli sulla scrivania.

Lei però non sapeva perché ero lì, non sapeva che quello sarebbe stato l'ultimo giorno in quell'edificio per me e che dal giorno successivo avrei voltato pagina.

«Melinda, il capo è in ufficio?»

«Sì, oggi è particolarmente seccata, molto più del normale quindi non so quanto ti convenga andarci adesso.» Mi consigliò.

Non potevo aspettare però, non mi interessava l'umore del capo, era una cosa che non poteva aspettare e dovevo assolutamente comunicarlo.

Bussai delicatamente alla porta in vetro del capo e aspettai una risposta che non tardò ad arrivare, ovvero un secco avanti che avrebbe gelato chiunque ci fosse stato al mio posto, me compresa. Entrai e mi sedetti davanti a lei dopo che mi invitò.

«Sono qui perché le vorrei comunicare che intendo lasciare le mie dimissioni a partire da domani.» Non girai intorno, andai dritto al sodo poiché ogni minuto con lei era una tortura e non vedevo l'ora di liberarmi di una dispotica e anarchica persona come lei.

«Agente Anderson, come mai?» Esclamò confusa e non capì se l'espressione che vidi sul suo volto fuori di preoccupazione e dispiacere. Impossibile, era inverosimile che il capo potesse provare dispiacere per qualcuno, già era tanto se qualche mattina ci salutava col sorriso.

«Se permette, vorrei tenere le motivazioni come esse sono, ovvero personali però le posso dire che non riguardano né lei né il posto di lavoro.»

Una piccola bugia, il capo era compreso nel pacchetto delle persone assolutamente da evitare dal giorno successivo in poi.

Lavorando in quell'ufficio capì una moltitudine di cose, come il fatto che il lavoro e un grado più alto si ottiene soltanto lavorando sodo e facendo continuamente sacrifici, non ho mai avuto nulla dato come regalo ma ho sempre guadagnato tutto senza chiedere nulla a nessuno e forse è anche questo ciò che contraddistingue le persone, intorno a me ho visto persone che per avere un aumento di salario hanno fatto di tutto e quando dico di tutto intendo proprio tutto poiché oramai si è abituati ad ottenere ciò che si vuole soltanto con la furbizia, capì anche il dissenso del capo al riguardo delle mie dimissioni: ero una delle poche persone che in quell'ufficio lavorava duramente e continuamente senza chiedere mai nulla in più di quello che già gli veniva dato e se proprio c'era di bisogno facevo il triplo del lavoro per guadagnarmi ciò che mi ero messa in testa di volere.

«Non le nascondo il mio rammarico, perdere un agente come lei non è solo una perdita in vista di numero ma anche di dedizione nel lavoro e personalità, lei è sicura di questa sua scelta?»

Il capo posò gli occhiali sulla scrivania che prima erano accuratamente tenuti sulla punta del naso e sospirò.

Rimasi un po' stupita poiché era una delle poche volte in cui scorsi dell'umanità in quella donna e ciò mi lasciò non poco sorpresa poiché mi chiesi cosa potevo avere di così speciale da smuovere pure un animo come il suo alla mia notizia.

«Non posso che essere più sicura di così, mi dispiace doverglielo comunicare in questo modo però penso anche che è giusto nei miei confronti che io le dia almeno un giorno di preavviso.»

«Signorina Anderson, io come vede ho sempre premiato il suo impegno, non per niente l'ho elevata di grado però se lei ritiene opportuno questa sua scelta non posso che prendere atto delle sue dimissioni, le direi di pensarci bene almeno un giorno ancora prima di darmi sua conferma però non posso andare contro il suo volere!»

«Mi scusi tanto, spero che troverà qualcuno capace di continuare la carica che lei ha dato a me.» Risposi.

Non so perché mi ritrovai a consolarla, in tutti quei anni che ebbi lavorato in quell'ufficio la odiai immensamente per il suo modo di fare e di relazionarsi con le persone nell'ambito lavorativo bensì è anche vero che premiò il mio duro lavoro elevandomi di carica e se non fosse per il suo carattere restio non potrei dire di trovarmi davanti una persona cattiva.

«Allora la saluto e le auguro il meglio!»

Si alzò dalla sedia in pelle lisciando frettolosamente il tubino nero e mi porse la mano, strinsi di rimando in forma di saluto la mano tesa precedentemente da lei e uscì dall'ufficio con un peso che pian piano sentivo alleggerirsi all'altezza del petto.

Il Gusto Del ProibitoWhere stories live. Discover now