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Un episodio sconvolgente aveva distrutto gli ordini che avevano regnato per anni nella cittadina di Riverdale, amata per la grande felicità e tranquillità che era solita trasmettere; o per lo meno prima che, Clifford Blossom, uno degli uomini più ...

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Un episodio sconvolgente aveva distrutto gli ordini che avevano regnato per anni nella cittadina di Riverdale, amata per la grande felicità e tranquillità che era solita trasmettere; o per lo meno prima che, Clifford Blossom, uno degli uomini più potenti e temuti di quel luogo, commettesse un omicidio, decidendo di porre fine alla vita del suo primo genito, Jason, sperperando terrore e paura, legati a delle leggende che avevano ripreso a diramarsi dai quartieri malfamati, giungendo alle orecchie dei più giovani.

Dopo aver portato al termine quell'atto peccaminoso, intimorito dai notiziari e dalla polizia che gli stava con il fiato sul collo, aveva scelto di intraprendere la via più facile da percorrere...il suicidio.

Sua moglie, invece, si era affrettata ad acquistare un biglietto aereo presso una metà sconosciuta, lasciando la propria figlia, Cheryl Blossom, tra le cure della nonna paterna, senza preoccuparsi di quello che le sarebbe potuto succedere.

«Ehi Toni.» Affermò Tabitha non appena vide entrare la Serpent nel locale.
«Ciao idiota» Ribatté quest'ultima, ricevendo una linguaccia in risposta.

«Che ci fai qui tutta sola?» Domandò corrugando la fronte.
«Sono passata a prendere qualcosa da mangiare che devo andare da Cheryl.» Affermò, rattristandosi leggermente.

«Come sta?»
«Molto spaesata, non riesce ancora a realizzare alla perfezione quello che è successo.» Sospirò sconsolata.

«Spero che possa riprendersi presto.» Ammise l'amica, posando una mano sulla sua.
«Già, anche io.» Contestò.
«Mi distrugge vederla così» aggiunse sussurrando, sentendo i suoi occhi iniziare ad inumidirsi.

«Non ha nessuna intenzione di andare da uno psicologo, o da qualcuno che possa aiutarla a superare il trauma?» Chiese evidentemente preoccupata.
«Ha paura di vedere qualsiasi persona, non esce di casa e lascia entrare al suo interno solo me e sua nonna.»

«Per qualsiasi cosa non esitare a chiamarmi, sai che puoi contare sempre sul mio aiuto» Ammise sinceramente, non staccandole gli occhi di dosso.
«Grazie Tabi, sei speciale.»
«Mai quando te.»

«Comunque, cosa vuoi ordinare?» Domandò in seguito, interrompendo l'ingerente silenzio che si era creato.
«Una zuppa di pollo, due hamburger con menù medio, e due frappé, uno alla ciliegia e l'altro al cioccolato, grazie.» Contestò prontamente.
«Arrivano subito.» Affermò prima di sparire in cucina, tornando qualche minuto più tardi con una busta ricolma di tutto ciò che aveva richiesto.

«Quanto ti devo?»
«Offre la casa, non preoccuparti.»
«Da quando lavori qui mi avrai fatto pagare forse una volta, se continui così non guadagnerai niente.» La rimproverò, tirando fuori il portafoglio dalla tasca dei pantaloni, pronta ad estrarre una banconota, ma Tabitha la fermò prontamente.

«T, è tutto okay, prendi il cibo e va a casa.» La rassicurò, posando una mano sulla sua.
«Quando andremo a cena fuori con gli altri però ti lascerai offrire da mangiare .» Disse duramente, guardandola con le palpebre socchiuse.
«Va bene ora porta il sedere fuori da questo locale, la tua ragazza ti sta aspettando.» Ribatté divertita, facendole l'occhiolino, scuotendo il capo mentre la osservava uscire dalla tavola calda.

Choni one shotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora