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«Pensi che al mondo ci sia qualcuno a cui siamo destinati?» Toni domandò, interrompendo la quiete notturna. Eravamo sedute sulle scale davanti al portico della casa di Betty, mentre sorseggiavamo una birra nella più totale tranquillità, cercando di goderci gli ultimi giorni disponibili delle vacanze di natale.

Il battito del cuore aumentò a dismisura, inducendomi a trattenere il fiato per qualche istante mentre le emozioni mi sovrastarono interamente. Come avrei fatto a rispondere ad una domanda del genere?

«Si. Credo che ognuno di noi sia stato creato per una persona in particolare.» Contestai, tenendo lo sguardo fisso sulle ginocchia mentre percepivo il suo bruciarmi addosso.Quella vicinanza, mischiata all'intimità della domanda che era stata posta, mi fece rabbrividire vagamente, mentre i pensieri scorrevano con ferocia, senza darmi tregua. Eravamo state costrette a lasciarci da ormai quasi un anno, a causa dell'astio proveniente dalle nostre famiglie, ma nonostante tutto avevamo deciso di rimanere in un rapporto pacifico, non riuscendo a rinunciare definitivamente all'altra.

«Tu a chi credi di essere destinata?» Chiese in un mormorio, piegando leggermente il volto per potermi osservare meglio, incitandomi a voltarmi nella sua direzione, permettendo ai nostri sguardi di incontrarsi. I suoi occhi erano scuriti da emozioni nascoste, e troppe parole non dette, mentre un leggero sbrilluccichio ornò le sue pupille.
«Non penso che sia necessario rispondere a questa domanda.» Risposi, utilizzando lo stesso volume della voce, cercando di forzare un sorriso mentre l'amarezza conquistava il mio corpo.

«Già, hai ragione...» Sussurrò, rimanendo in silenzio per qualche secondo, come se stesse meditando in merito alla situazione.
«...Eppur sarebbe bello sentirtelo dire.» Proseguì, posando una mano sulla mia coscia, facendomi sobbalzare. Mi incantai a guardarla, mentre la nostalgia provata a causa di tutto quello che avevamo passato iniziava a diramarsi in ogni meandro del mio organismo, inondandomi di un profondo stato di tristezza. Lei era tutto ciò che avevo sempre desiderato, ma il mondo era così crudele da permettermi di starle vicina, ma non abbastanza per sfiorarle il cuore.

«Non possiamo Toni, lo sai.» Ribattei, cercando di non lasciarmi sopprimere dalle emozioni, non volendo sembrare debole davanti a lei, non avevo più la possibilità di farmi vedere in quel modo.
«Lo so, ma starti lontana è fottutamente difficile.» Affermò, iniziando ad accarezzarmi dolcemente la gamba, facendo attivare tutti i miei nervi.

«Io, io non riesco a vivere in questo modo, Cheryl. Non riesco a starti così vicina e sentirti cosi distante.» Aggiunse, rilasciando un sospiro pesante, creando una nuvoletta di fumo nell'aria.
«Questo è tutto quello che possiamo fare per ora.» Risposi, serrando strettamente le palpebre nel tentativo di trattenere le lacrime che minacciavano di venir fuori da un momento all'altro.

«Tu sei felice?» La guardai sbigottita. Come poteva domandarmi una cosa simile? Come poteva anche semplicemente pensarlo? Non riusciva a percepire quando dolore sentissi da quando lei non era più con me?
«Guardami. Ti sembro felice? Te lo dirò io se proprio non riesci a capirlo da sola. Non ho mai compreso cosa fosse effettivamente la felicità fin quando non sei piombata nella mia vita, con quel fottutissimo sorriso che ha subito abbassato le mie difese, permettendoti di entrare rapidamente nel mio cuore, fino a conquistarlo. Penso di non aver mai provato così tanta gioia come quella che percepivo quando stavamo insieme, e poi tutt'a un tratto mi è stata strappata violentemente dalle mani, e in uno schiocco di dita ho perso tutto quello che mi teneva al mondo. Quindi no, Toni. Non sono felice, ho smesso di esserlo da quando sei stata catapultata fuori dalla mia vita, perché da quel momento nulla è più stato come prima.» Confessai, sentendo il petto bruciare da una sofferenza imminente, che mi fece tremare tutti i muscoli.

«Nemmeno io lo sono. Da quando ci siamo separate non riesco più a provare nulla.» Ammise, posando dolcemente la fronte sulla mia. Percepivo il calore del suo respiro infrangersi contro le labbra, lasciando che un esorbitante desiderio si manifestasse all'improvviso. Quel che stavamo facendo era sbagliato, le nostre famiglie erano rivali, eppure non possedevo la forza di respingerla se rimaneva così vicina.

Choni one shotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora