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La pioggia scorreva ardentemente contro l'asfalto, mentre il cielo si annidava di un immensa distesa di nuvole grigie, lasciando che Cheryl potesse osservare delle piccole gocce d'acqua che si facevano spazio sulla superficie del finestrino dell'auto

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La pioggia scorreva ardentemente contro l'asfalto, mentre il cielo si annidava di un immensa distesa di nuvole grigie, lasciando che Cheryl potesse osservare delle piccole gocce d'acqua che si facevano spazio sulla superficie del finestrino dell'auto.

«Cosa ti aspetti da questo nuovo tassello della tua vita?» Domando la signora Capelwhite, osservandola dallo specchietto retrovisore.
«Sinceramente non mi interessa.» Ribatté stringendosi nelle spalle, cercando di troncare immediatamente quella conversazione, sapendo che avrebbe preso una brutta piega.

«So che entrare in una comunità non è semplice, soprattutto i primi giorni, ma vedrai che con il corso del tempo ti ambienterai e ti sembrerà di essere parte di una vera famiglia.» Disse dolcemente, mostrandole un debole sorriso, cercando di infonderle un minimo di tranquillità.

«Una famiglia non è formata da un branco di sconosciuti.» Contestò a tono, iniziando ad innervosirsi.
«Ho la consapevolezza del fatto che al momento nutri una rabbia immensa dentro di te, che lotta insieme alla tristezza, ma ti giuro che queste sensazioni andranno via.» La rassicurò la donna, sentendo il cuore andare in frantumi.

«Niente e nessuno potrà mai colmare il senso di vuoto che ho dentro.» Ammise duramente, digrignando i denti, trattenendosi dall'impulso di mostrare completamente il suo dolore.

«Le ferite con il tempo si cicatrizzano, e smettono di fare male, devi solo avere un po' di pazienza.»
«Nulla sarà mai paragonabile all'abbandono, e rimarrà un taglio impresso nella mente che non smetterà di sanguinare nemmeno per un attimo. È inutile cercare di fare discorsi motivazionali, se le persone finiscono in comunità è perché i genitori non le accettano così come sono, e preferiscono liberarsi di un peso piuttosto che battersi per cercare di aiutarli.» Disse con amarezza, posando la testa contro le pareti della vettura.

«Per quanto tu possa aver perso qualsiasi tipo di speranza nella vita, nella società o nel futuro ti assicuro che nel posto dove stai andando troverai delle ottime persone, pronte ad aiutarti fin dal primo momento.»

«Nessuno può aiutarmi.»
«Questo lo dici tu»

Quelle furono le ultime parole che entrambe udirono, prima che un silenzio dirompente irrompesse nell'auto, generando un atmosfera cupa e irrequieta.

«Siamo arrivate» Affermò la signorina Capelwhite voltando leggermente il viso per poterla osservare, abbandonando successivamente la vettura, lasciando che la rossa la seguisse.

Afferrò i suoi bagagli, seguendo la donna che si addentrava in una grande struttura estremamente accogliente.

«Già di ritorno?» Domandò una voce proveniente dall'apice della rampa di scale.
«Si Richard, quanto pensi che ci metta per guidare qualche chilometro?» Ridacchiò la donna, inarcando le sopracciglia.

«Oh non lo so, voi donne non siete molto abili al volante.» Ribatté il ragazzo facendo ridacchiare Cheryl, che dovette trattenersi, mentre il moro giungeva finalmente davanti a loro.

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