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«Non ti chiederò cosa hai fatto con Peaches alla festa di Veronica

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«Non ti chiederò cosa hai fatto con Peaches alla festa di Veronica. Adesso, proprio ora, voglio chiederti se mi ami, Toni...o se ti piaccio almeno un po'.» Domandai con voce tremolante, mentre percepii la terra sparire da sotto i miei piedi.
«È ovvio che ti amo,Cheryl, ma non posso darti la risposta che vuoi» Sbottò, dinnanzi alla porta d'ingresso. Il vestito nero le stringeva perfettamente il corpo, evidenziando tutte le sue curve, lasciandola coperta fino alla metà delle cosce.
«Perché?»

«Sei così perfetta, i-io....io non sono mai stata abbastanza per te. Non sarò mai abbastanza per te.» Mormorò muovendo un paio di passi nella mia direzione.
«Questo dovrei stabilirlo io» Contestai mentre numerose lacrime cominciarono a scendere dai miei occhi, solcando la superficie delle gote, prima di infrangersi contro il pavimento.

«Sei la persona migliore che conosca Cheryl, ed è evidente che tenga a te, ma non abbiamo nulla a che vedere con l'altra. Dio guardati attorno. Abiti in una villa complementare di piscina, hai ottimi voti a scuola, e la tua famiglia è conosciuta in tutta Riverdale! Io invece vivo da sola in un fottutissimo trailer posto nella parte più degradata della città, riesco a stento a raggiungere la sufficienza e faccio parte di una gang.» Esplicò tenendo il suo sguardo pungente fisso nel mio.

Percepii il petto stringersi in una morsa lancinante non appena una consapevolezza giunse alla mia mente. Lei non sarebbe mai stata mia. Avrei potuto implorarla in ogni modo, ma non sarei mai riuscita nel mio intento.

La guardai per l'ultima volta, in piedi davanti alla porta della mia abitazione, bella come non mai. La pelle candida, leggermente scurita a causa del freddo. La mandibola ampiamente contratta in segno di timore. Gli occhi marroni vagamente umidi per la paura. Mi persi nuovamente in quelle pozze color nocciola in cui avrei voluto rimanere per sempre.

Annuii debolmente prima di lasciarmi inghiottire dal tepore di casa, richiudendo la porta alle mie spalle. Non tentò nemmeno di fermarmi, si limitò semplicemente a lasciarmi scivolare via dalla sua vita con estrema facilità, come se non avessi mai significato nulla per lei.

Ebbi la necessità di urlare, ma non potevo. Tutto quel che riuscii a fare fu piangere, talmente disperatamente che in poco tempo mi mancò il respiro. Crollai contro il pavimento. Le ginocchia fisse a terra mentre un dolore intenso si ancorò al petto. Ero davvero così sbagliata? Avrei mai trovato l'amore? Sarebbe mai arrivato qualcuno capace di amarmi e di accettarmi con tutti i miei pregi o difetti? Sarei mai riuscita ad essere abbastanza per qualcuno? Ad andare bene?

Ancora una volta la vita aveva deciso di mettermi con le spalle al muro, impedendomi di poter ricevere un riscatto. Cosa avevo fatto di così sbagliato per meritare tutto quel dolore? Perché non potevo essere felice come tutti i miei coetanei. Perché non potevo avere una relazione come Veronica e Archie o Jughead e Betty? Cosa avevano loro che io non possedevo?

Dopo aver avuto il coraggio di rivelare a Toni il mio amore per lei ero assolutamente sicura di aver distrutto anche il nostro rapporto di amicizia. Sapevo che non sarei mai più riuscita a parlarle come prima, a comportarmi ugualmente nei suoi confronti, la vergogna, la paura, il timore, avevamo innalzato un muro troppo alto per poter essere scavalcato.

Choni one shotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora