78

868 41 7
                                    

Uno degli aspetti negativi, che si verificano quando è in atto un disturbo del comportamento alimentare, è la mera azione di mentire in qualsiasi contesto, anche alle persone più care,  non volendo spiegare le reali cause delle proprie azioni

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Uno degli aspetti negativi, che si verificano quando è in atto un disturbo del comportamento alimentare, è la mera azione di mentire in qualsiasi contesto, anche alle persone più care,  non volendo spiegare le reali cause delle proprie azioni. In un attimo il cibo inizia a diventare un mezzo di conforto, ma allo stesso tempo assume anche la sembianze di una condanna. Ciò che è capace di tenerti in vita, fornendoti i vari nutrienti, tramuta in una macchina progettata per indurti verso la tua distruzione, e così si diventa schiavi di ciò che dovrebbe dare la possibilità di vivere.

Odiavo ogni singola parte del mio corpo. Odiavo guardarmi allo specchio e vedere lo stomaco gonfio in seguito ad una prosperosa abbuffata. Odiavo quella sensazione di pienezza che mi attanagliava, possedendomi, regolando gli innumerevoli sensi di colpa che non tardavano ad arrivare.  Non c'era nulla di più difficile di dover combattere costantemente contro un demone che risiedeva nella mia testa. Contro un mostro minaccioso che conosceva perfettamente ogni mia singola debolezza.

Odiavo vedere la mia forma fisica cambiare in maniera esponenziale da un giorno all'altro, a causa delle grandi quantità di cibo che ingerivo nel tentativo di bloccare i miei pensieri, colmando la sensazione di vuoto che provavo, prima di condurrei dei comportamenti compensatori, come il vomito, temendo incessantemente la possibilità di ingrassare. Lasciando così la possibilità al mio stomaco di gonfiarsi eccessivamente, a causa dei grandi accumuli d'acqua che risiedevano in me.

Avrei voluto urlare, tirare fuori ogni singolo pensiero, paura, emozione, che avevo seppellito accuratamente in me, eppure ogni volta che separavo le labbra nel tentativo di far uscire le emozioni, dalla mia bocca non giungeva nemmeno il minimo sospiro. Il dolore aveva avuto la capacità di ammutolirmi.

La parte più difficile della giornata era dover alzarsi. Mettere i piedi fuori dal letto e comprendere che avrei dovuto passare un'altra giornata nella pura menzogna. Comprendere che avrei dovuto costringere me stessa a fingere che tutto stesse andando a gonfie vele, non volendo far sapere a cosa fossi effettivamente sottoposta. Odiavo espormi.

Tenere tutta questa situazione nascosta, soprattutto, a Toni, stava iniziando a diventare estenuante e quasi impossibile. Passavo gran parte delle giornate con lei, e gli unici momenti in cui potevo ricorrere all'uso dei comportamenti bulimici, per smorzare la tensione, era quando lei non era con me, lasciando che il mal umore andasse successivamente a infierire sui nostri incontri. Non volevo trascinarla in questo Inferno, non volevo rovinarla mettendola al corrente della situazione problematica, ma sentivo veramente di essere sul filo del rasoio.

«Cara, non fai colazione oggi?» Mia nonna mise fine si pensieri che stavano girando freneticamente nella mia mente, rendendomi capace di riacquisire un minimo di lucidità per poterle rispondere.
«No nana. Non ho veramente fame oggi.» Mentii, sentendo un gorgoglio intenso attaccare il mio stomaco. La verità è che provavo troppo risentimento per l'intento quantità di cibo che avevo assunto la sera prima. Mi sentivo così gonfia che non ero riuscita nemmeno a specchiarmi, troppo schifata dalla situazione del mio fisico. Avevo deciso di indossare una tuta rossa molto larga, volendo evitare che le forme del mio corpo potessero essere messe in risalto, e successivamente avevo accompagnato tutto con del semplice mascara e dell' eye-liner. Ero troppo giù di morale per impegnarmi nel trucco.
«È importante mangiare qualcosa, non toccherai cibo fino all'ora di pranzo. Hai bisogno di energie.» Ribatté. Cercai con tutte le forze di non alzare gli occhi al cielo, abbastanza infastidita dal suo comportamento. Sapevo che si comportava così per il mio bene, ma nella situazione attuale non avevo minimamente la necessità che andasse a ricalcare su delle questioni che avessero a che fare con il cibo.
«Mangerò qualcosa durante l'intervallo a scuola. Non preoccuparti.» Commentai, frugando distrattamente nella borsa, cercando in qualche modo di evadere da quella situazione.

Choni one shotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora