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CHERYL'S POV
Ero consapevole del fatto che quella situazione fosse incredibilmente sbagliata, ma sembravo dimenticarmene ogni volta che le sue labbra mi sfioravano la pelle. Percepivo le dita avvolgere possessivamente la carne, come se fosse un appiglio a cui aggrapparsi in caso di pericolo, facendomi sentire viva come non lo ero mai stata. La passione scorreva imperterrita dentro di me, mentre il profumo pungente che emanava il suo corpo caldo si infrangeva contro le mie narici, mandandomi in visibilio.

Dovevo allontanarmi il prima possibile, ma c'era un qualcosa di proibito in lei che mi attirava, impedendomi di scappare. Il tepore del suo respiro irrompeva contro la curva del mio collo, lasciando che dei brividi rivestissero interamente la mia figura. Face scivolare delicatamente le mani contro il mio addome, accarezzandolo con cura, mentre dei baci umidi vennero premuti sulla mia gola, lambendo attentamente ogni singolo centimetro dell'area interessata. Potevo avvertire il suo seno nudo contro la mia schiena, gemendo inconsapevolmente, sentendomi impertinente. Strizzai gli occhi, cercando di mandare via i pensieri che avevano cominciato a scorrere ininterrottamente nella mia testa, possedendomi con interezza. Quello che stavo facendo era sbagliato, un vero abominio, ma più pensavo di porre fine a quella situazione, più ne rimanevo prigioniera. Il modo in cui i suoi arti accarezzavano il mio corpo, accendeva un fuoco ardente dentro di me che nessuno sarebbe mai riuscito a spegnere.

Mi capitava ancora di provare ribrezzo verso me stessa, quando le sue labbra incontravano la mia pelle, portandomi ad allontanarmi da lei in pochi istanti, facendola sospirare con sconsolazione, mentre percepivo il cuore cadermi dal petto. Mi vergognavo di tutto quello che avveniva all'interno di quella stupida roulotte, e quando rimanevo sola mi ritrovavo a piangere nel silenzio della notte che circondava la mia stanza, sentendomi incredibilmente inadeguata. Io non ero così, non lo sarei mai stata eppure non riuscivo a spiegarmi il motivo per cui bramassi sentire il suo tocco, come se la mia esistenza dipendesse da esso.

Amavo Marcus, o almeno, avevo sempre cercato di convincermi che fosse così, ma non ero mai riuscita a lasciargli sfiorare la mia pelle come lui avrebbe voluto.

Il modo in cui Toni mi teneva stretta contro di sé deliberava un esorbitante senso di protezione, e per quei pochi minuti nell'arco della giornata sentivo di poter essere Cheryl, ma alla fine...chi ero davvero? E cosa volevo?

Inarcai la testa all'indietro, lasciandole la possibilità di muoversi con più facilità, operando come desiderava. Le sue mani coppettarono il mio seno sodo, stimolando il capezzolo con il pollice e l'indice, mentre premeva le labbra contro le mie, muovendole rudemente. Percepì la sua lingua picchiettare contro la mia bocca, inducendomi a schiudere la mascella per dare la possibilità ai nostri muscoli di scivolare insieme. Avrei voluto che quel contatto non finisse mai, ma non appena i nostri volti si allontanavano ripiombavo duramente nella realtà, cosciente che non avrei mai ottenuto il perdono per quello che stavo facendo.

Percepì il freddo del lenzuolo pungermi la schiena, in contrasto al calore del suo corpo che mi sovrastò in pochi secondi, privandomi del respiro.

«Stai bene?» Domandò ansimante, sostenendo il proprio peso con le braccia, mentre mi guardava intensamente, cercando di scovare la risposta all'interno dei miei occhi. Annuì flebile, cercando di tenere le frasi di mia madre lontane dalla mente. Per quanto sapessi che non avrei dovuto essere lì, non potevo nascondere il modo in cui i miei muscoli si rilassavano sotto alle sue attenzioni, e lo odiavo.

Io ero la notte, lei il giorno. Potevamo sfiorarci ma non coesistere. Eppure anche nel bel mezzo della notte, desideravo sentire le sue mani accarezzarmi interamente, facendomi dimenticare quanto la vita potesse essere difficile. Come poteva essere così necessario un qualcosa di oscuro? Di sbagliato?

Choni one shotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora