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TONI'S POV
Sentii il telefono vibrare nella tasca posteriore dei pantaloni, che mi distrasse da quel che stavo facendo. Guardai furtivamente attorno a me, e quando fui completamente sicura che nessuno dei docenti fosse nelle vicinanze, visionai il messaggio.

Cheryl
Fai schifo

Ridacchiai divertita a causa alla sua risposta, immaginandomi l'espressione schifata che aveva assunto davanti a quel che avevo scritto. Ragionari per qualche attimo sulla risposta che avrei potuto darle e, quando trovai quella più giusta, digitai velocemente il testo sul display lasciandolo apparire sul fondo della chat.

Antoinette
Ah davvero? E allora perché non riesci a trattenerti dall'impulso di baciarmi?

Sapevo perfettamente quanto stessi rischiando con quelle frasi, ed ero al corrente che, se avessi proseguito per molto, avrei danneggiato ancor di più il nostro rapporto, ma provocarla era necessario per innescare una sua reazione.

Cheryl
Non mi sembra che tu ci riesca.

Complimenti Blossom, molto audace.

Antoinette
Non l'ho mai negato infatti.

Poteva provocarmi, spingermi via, illudermi, ma non l'avrei mai lasciata vincere durante una discussione.

Cheryl
Non dovresti pulire la scuola in questo momento?

Sorrisi vittoriosa al cambiamento che apportò al nostro discorso, immaginando che non fosse nelle condizioni per riuscire a proseguire quella conversazione.

Antoinette
Beh lo stavo facendo, ma qualcuno o meglio qualcuna mi ha disturbata.

Non le diedi la possibilità di replicare e infilai nuovamente il telefono nella tasca, lasciando che un sorriso furbo si allargasse sul mio viso. Odiava essere ignorata, ed ero completamente sicura che il modo in cui avevo agito avrebbe scaturito sicuramente una reazione eccessiva in lei.

Afferrai attentamente la spatola che mi era stata fornita, cominciando a raschiare le gomme da masticare che erano state attaccate sul fondo dei banchi. Perché i ragazzi dovevano sempre essere così incivili?

Impiegai un paio di ore per pulire esclusivamente due classi, prima di afferrare lo zaino e abbandonare l'edificio sotto il congedo di Weatherbee. Calai gli occhiali da sole sul volto, guardandomi attorno mentre mi dirigevo verso l'auto che Peaches mi aveva gentilmente prestato. Avanzai lentamente, girando l'anello delle chiavi attorno al dito, sobbalzando non appena il rumore prorompente di un clacson mi arrivò alle orecchie. Chi Diavolo era adesso?

Solo dopo aver guardato attentamente nella direzione da cui era provenuto il rumore, mi accorsi che la berlina rossa di Cheryl era parcheggiata davanti all'edificio: segno che ero riuscita ad infastidirla con qualche parola o gesto. Sorrisi cinicamente, muovendo dei leggeri passi verso la sua automobile, bussando al finestrino quando riuscii a raggiungerla.

«Mi stavi aspettando per caso?» Domandai, alzando gli occhiali sul capo, lasciando ai nostri occhi nudi la possibilità di incontrarsi, leggendo con attenzione ogni emozione che alleggiava sui suoi.
«Sali in macchina.» Ringhiò a denti stretti, indurendo i muscoli del viso mentre si allungava per aprire la portiera, concedendomi la possibilità di sedermi accanto a lei.Non disse altro. Si limitò a tenere gli occhi fissi sull'asfalto mentre faceva retromarcia, uscendo dal parcheggio della struttura scolastica, raggiungendo un semaforo,

«Non sapevo che volessi portarmi ad un'appuntamento.» La provocai, inarcando un sopracciglio mentre lasciavo andare la testa contro lo schienale del sedile. La guardai di sbieco, l'espressione leggermente corrucciata, i muscoli del viso induriti, gli occhi scuriti da un velo di rabbia: la stavo facendo agitare.
«Credimi avere un'appuntamento con te non appare nemmeno all'ultimo posto della mia lista dei desideri.» Puntualizzò premendo il piede sull'acceleratore non appena la luce verde colpì il suo volto. Impostò la freccia, girando verso sinistra, prima di proseguire per circa un chilometro.

Choni one shotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora