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«Cheryl, tutta questa situazione della chiesa sta diventando abbastanza strana

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«Cheryl, tutta questa situazione della chiesa sta diventando abbastanza strana.» Affermò Kevin, guardandola con una espressione estremamente preoccupata.
«Incasso molti profitti, e grazie a quei fondi posso permettermi una vita migliore.» Ribatté, portandosi una tazza di latte alle labbra per berne un sorso.

«Ti sei fatta dei fottutissimi tagli sulle mani per far credere alla gente che riesci a compiere dei miracoli! Dovevamo usare questa strategia solo per levare di mezzo tra madre, ora è arrivato il momento di mettere un punto a questa storia.». Sbraitò, portandosi una mano tra i capelli.
«La vita è mia, la conduco come voglio, se non ti va bene quella è la porta, non sei costretto a rimanere!» Contestò duramente, osservandolo con occhi di ghiaccio.

«Io non riesco a capire perché sei tornata ad essere così fredda, eri migliorata cazzo! Cosa è cambiato?» Urlò tirando un pugno al tavolo, accorgendosi solo dopo qualche minuto che lo sguardo della rossa si era incupito notevolmente.

«Riguarda Toni, non è così?» Proseguì, ottenendo in risposta dei semplici occhi velati di lacrime.
«Non sono cose che ti riguardano, ora se non ti dispiace andrei a farmi una doccia, tra un paio d'ore ho l'allenamento delle vixens.» Ribatté, indossando la sua solita maschera, girando i tacchi, già porta ad andarsene, ma venne fermata strettamente dal polso.

«Smettila di scappare dai problemi, sei grande ormai, non credi sia arrivato il momento di affrontarli?» Domandò infastidito dal suo modo di fare.
«È facile dirlo per te, non hai passato sette anni rinchiuso tra quattro mura senza avere interazioni sociali, mentre la tua vita piano piano iniziava a cadere a pezzi.» Mormorò, lasciando che una lacrima le rigasse la gota.

«Ma va bene così, in questa città rimarrò sempre la solita stronza menefreghista, perché nessuno si spingerà mai a voler capire il motivo dei miei atteggiamenti.» Aggiunse.
«Toni l'ha sempre fatto.» Ribatté prontamente.
«Smettila di tirarla in mezzo ad ogni argomento! Credi che non lo sappia? Credi che non stia già male di mio? Credi che non mi manchi? In tutti questi anni non ho fatto altro che pensare a lei ogni fottutissimo giorno, perché la amo, e non smetterò mai di farlo!» Sbottò, asciugandosi le guance con il dorso della mano.

«Perché sono così cogliona da pensare che prima o poi possa tornare da me, ma la verità è che non succederà mai, perché diciamocela tutta chi tornerebbe da una persona così ?» Aggiunse, sorridendo amaramente.

«Avete sempre avuto l'amore di vostro padre, o madre, non importava chi fosse, avevate sempre qualcuno al vostro fianco, io invece ho avuto la sfortuna di avere due genitori che non hanno mai desiderato avermi tra i piedi, uno dei quali mi ha portato via la persona più importante della mia vita, mio fratello! E in un attimo ho visto dissolversi anche l'amore della mia vita, proprio tra le mie mani. Quindi scusami se non ho la forza di reagire ai problemi, ma sono fottutamente stanca.» Proseguì con rancore, sentendo il sangue ribollirle nelle vene.

«Non è bello essere marchiata da un cognome, lo stesso che non mi ha permesso di stare con la persona che amavo.» Concluse tristemente, serrando le palpebre per qualche istante provando a mantenere un controllo sulle sue emozioni.
«Cheryl, tu devi dirglielo, lei deve saperlo!» Esclamò l'amico, cercando di spronarla.
«Non ha più importanza ormai.» Ribatté scuotendo il capo, giocando con gli anelli che aveva alle dita.

Choni one shotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora