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«No Kevin, non finanzierò uno dei tuoi spettacoli scolastici, abbiamo finito con quelle merdate

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«No Kevin, non finanzierò uno dei tuoi spettacoli scolastici, abbiamo finito con quelle merdate. Possediamo a mala pena i soldi per tenere questa scuola in piedi e per permettere ai pochi studenti presenti di frequentarla, come puoi anche semplicemente pensare di piombare qui per chiedermi una cosa del genere?» Sbottai, passando nervosamente la mano sul volto, cercando di calmare la prorompente agitazione che stava lentamente avanzando all'interno del mio corpo. Ero veramente stanca di tutte le proposte che continuava costantemente a fare, sembrava davvero che non volesse comprendere la situazione che avevo costantemente  cercato di spiegargli.

«Non ricordavo fossi così stronza.» Sbottò guardandomi con occhi pieni di odio. Spalancai leggermente le labbra non sapendo come rispondere davanti a quell'affermazione, volendo evitare di generare una lite nel bel mezzo dell'istituto scolastico.
«Ora capisco il motivo per cui Cheryl non è voluta tornare con te.» Aggiunse prima di uscire dalla stanza, sbattendo la porta, lasciandomi sola in preda ai pensieri feroci che mi stavano divorando. Rimasi pietrificata davanti la sua affermazione.

Rilasciai un sospiro pesante, lasciandomi andare contro lo schienale della sedia girevole, mentre il dolore mi possedeva. Kevin aveva toccato un tasto dolente, ed ero sicura che ne fosse assolutamente al corrente.

«Fanculo.» Sbottai, prendendo una matita dal porta penne, lanciandola contro la porta, rischiando di colpire la persona che stava facendo capolinea nell'ufficio in quel esatto momento.

«Sei forse impazzita? Sarei potuta diventare cieca.» Esclamò Cheryl a gran voce, bloccando l'oggetto nella salda presa della sua mano, lanciandomi uno sguardo truce. Sentivo il cuore battere in maniera smisurata contro la gabbia toracica a causa del timore derivato dal mio impulsivo gesto, e della sua presenza.
«Non essere esagerata come al solito, è solo una stupida matita.» Affermai, alzando gli occhi al cielo, non mostrando alcun segno di cedimento, continuando a tenere su la maschera che oramai avevo imparato a mostrare con il passare del tempo. Vidi la rabbia farsi strada sul suo volto, alimentata dal modo in cui strinse fortemente le mani in due pugni stretti, rimanendo silenziosamente a fissarmi per qualche momento.

«Ti comporti come se avessi cinque anni.» Contestò, avanzando lentamente nella stanza, prima di prendere posto sulla sedia davanti a me, facendomi mancare il respiro in un attimo fulmineo, non più abituata a quella vicinanza.

Decisi di non ribattere, non volendo accendere ancora di più la questione. Mi limitai semplicemente a scuotere il capo con disappunto, alternando lo sguardo tra lei e il monitor acceso del computer.

«A cosa devo la tua visita?» Domandai, volendo cambiare velocemente argomento, nella speranza di poter rimanere da sola il prima possibile.
«Cristy è in infermeria, ha preso una storta durante l'allenamento. Devi farle una giustificazione da portare all'insegnante in modo che possa riammetterla in classe.» Rispose, mordendosi l'interno della guancia, gesto che era solita fare quando qualcosa la turbava.
«È possibile che ad ogni allenamento qualcuno si fa male?» Brontolai, sbuffando vagamente mentre mi allungavo per aprire il cassetto posto sul lato destro della scrivania, estraendo il libretto che avrei dovuto firmare.

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