Capitolo 4

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"..." = discorso pensato
<...> = discorso parlato

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Sbatté le palpebre più volte, sforzandosi di mettere a fuoco la stanza in cui si trovava.

Per quanto ci provasse non riusciva a tenere gli occhi aperti e con fatica tentava di respirare, annaspando in cerca di un po' d'aria.

Stava sudando.

Sentiva il suo corpo bagnato sotto le coperte, chiedere un po' di refrigerio, da tutto quel caldo soffocante.

< Resisti ancora un po' figlia mia, manca davvero poco >

< Non ce la faccio più a resistere padre, sento la testa scoppiare >

Dalla sua bocca uscirono queste parole, del tutto scollegate dal suo cervello.

Non era certo questo che voleva dire.

< Lo so bimba mia, ma ti sei esercitata tanto. Cerca di fare un ultimo sforzo e vedrai che diventerai quello che abbiamo sempre sognato >

A quelle parole si sentì un po' sconfortato.

"E' davvero questo che ho sempre sognato?"

Questi pensieri non appartenevano di certo a lui, l'unica cosa che voleva sapere era cosa diavolo stava succedendo e come ci era finito in questa situazione.

Le palpebre si fecero sempre più pesanti.
Lentamente si assopì e tra uno stato di sonno e di veglia sentì due persone parlare tra di loro.

< Allora come sta procedendo il Naerim-gut? >

< Il rito di iniziazione sta procedendo benissimo, la Shinbyeong (malattia dello spirito) è quasi finita, è da un po' di giorni che non ha più allucinazioni o insonnia e la febbre sta scendendo rapidamente >

< Per fortuna il Gangshinje ha fatto effetto >

< Si infatti >

< Quale sarà il suo animale guida? >

< Una furba e agile volpe e presto la mia bambina, non più piccina, diventerà una bellissima Mudang >




Taehyung spalancò gli occhi e si alzò di scatto dal letto respirando a pieni polmoni.

Si guardò intorno e riconobbe la sua piccola stanza.

Con un sospiro di sollievo si ributtò a peso morto sul letto e cercò di fare mente locale su quello che era successo.

Un altro sogno, solo un altro semplice e fottuto sogno.

Stavolta però era diverso.

Il sogno o l'incubo, come piaceva chiamarlo a lui, era cambiato.

Si era reso conto di trovarsi dentro al corpo di una ragazza malata, ma poi non ci aveva capito più niente.

Gli erano rimaste impresse alcune parole sentite nel sogno: Naerim-gu, mudang, Gangshinjie...

Velocemente prese un foglio dal comodino di fianco al letto e se le annottò come se non le volesse scordare.

Non sapeva di certo cosa volessero dire, ma una parte di lui sentiva il bisogno di ricordarsele.

Dopo averle scritte però si sentì un emerito idiota, accartocciò il foglio e lo lanciò in un angolo della sua stanza.

KANGSHINMU  강신무Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora