Capitolo 24

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Il sole del mattino era sorto da qualche ora, la primavera era alle porte, le gocce di rugiada bagnavano delicatamente i fili d'erba e gli animali più coraggiosi uscivano dalle loro tane, salutando il vento, ancora freddo, che increspava leggero le acque del ruscello.

Jin era appena uscito dalla foresta e dopo un pasto più o meno sostanzioso, si godeva una passeggiata mattutina, camminando lungo le rive del fiume. 

Si stava muovendo in direzione del grande ponte, l'unico collegamento che c'era tra la città e la foresta.

In realtà avrebbe potuto benissimo scavalcare il fiume con un salto, visto che a breve avrebbe dovuto preparare la colazione a Taehyung, ma preferì godersi quella piacevole passeggiata.

Sapeva che l'umano, si sentiva ancora a disagio e non era riuscito ad ambientarsi bene nella loro casa, sopratutto per colpa di Yoongi, perciò aveva deciso di mettere in pratica le sue doti da cuoco provetto, per migliorargli almeno un po' il suo soggiorno in quella casa.

Ovviamente neanche lui si fidava del tutto dell'umano. Non era così ingenuo, ma almeno Jin aveva il buon senso di capire che il ragazzo, sarebbe stato troppo spaventato da perdere le persone a lui più care, dal rivelare il loro segreto a qualcuno.

Era quasi arrivato al ponte, già lo vedeva da lontano, grazie alla sua vista molto più sviluppata di un umano. Insieme ad esso, però, vide avvicinarsi una persona, mentre portava a passeggio un animale, probabilmente un cane.

La scena era abbastanza esilarante, il padrone tentava di trattenere il cane con un guinzaglio, ma l'animale non sembrava prestargli minimamente attenzione e correva dovunque voleva.

Sembrava più il cane che portava a passeggio il padrone non il contrario.

Quando però l'animale adocchiò Jin, si staccò dalla presa del padrone e gli corse incontro fino a fermarsi a pochi centimetri di distanza dal vampiro.

Lo guardò attentamente e poi iniziò a ringhiare ed abbaiare senza un apparente motivo.

Il padrone si avvicinò a loro correndo e cercò di far calmare il suo animale.

< Scusami davvero, non è mai stato così agitato con gli estranei, di solito si comporta così solo con me >

Pronunciò il ragazzo senza guardare Jin, troppo impegnato ad accarezzare l'animale.

< Non ti preoccupare non sono mai stato simpatico agli animali > rispose il vampiro con un pizzico di riso.

Gli animali, al contrario degli umani, seguivano i loro impulsi e le loro sensazioni.

E in quel momento l'istinto diceva all'animale che Jin era un immenso e orribile pericolo e perciò doveva proteggere il suo ingenuo padrone.

Il ragazzo umano, sentendo quella voce, alzò di scatto la testa e guardò fisso il vampiro, riconoscendolo all'istante.

< Ma tu sei il ragazzo dell'altro giorno al bar >

< Sì e tu sei il barista > esclamò Jin sorridendo.

<Chiamami semplicemente Namjoon > rispose il ragazzo dai capelli castani, felice di aver rivisto quella persona.

Jin si bloccò di colpo e rischiò, che il suo sorriso da copertura si incrinasse e avrebbe potuto mostrare le sue vere emozioni.

Velocemente sbatté le palpebre per togliere quella strana sensazione che aveva provato sentendo quel nome così famigliare.

Si accorse che il ragazzo stava aspettando una risposta così si presento anche lui.

< Molto piacere io sono Jin... Mi sono trasferito da poco con i miei fratelli più piccoli >

< Ecco perché non ti ho mai visto da queste parti... Siete solo voi? Deve essere dura prendersi cura da solo di due persone. E i vostri genitori? > chiese Namjoon, mentre cercava di trattenere il suo cane, che non la smetteva di ringhiare.

"Decisamente troppe domande, perché tutti in questa città sono così impiccioni?" si chiese Jin, alzando gli occhi al cielo.

< Beh vedi, i nostri genitori sono morti, quando i miei fratelli erano molto piccoli, in un incidente d'auto e quindi ormai è da molto tempo che mi prendo cura di loro, così tanto che mi sono abituato > disse Jin, mostrando una delle espressioni più ferite che riuscì fare.

Non era la prima persona a cui rifilava la triste storiella dei genitori morti, ormai sapeva la parte alla perfezioni.

< Oh mi dispiace, non volevo farti ricordare questa triste storia, perdonami per essere stato così insensibile da chiedere >

Vedendo il volto di Namjoon così pentito, quasi a Jin gli  dispiacque di avergli detto quella bugia.

< Tranquillo ormai è passato, siamo andati avanti con le nostre vite. Tu invece vivi con i tuoi? > 

Jin non aveva tutta questa voglia di conversare, ma gli sembrava scortese non mostrarsi un minimo interessato alla sua storia.

< No, quando a diciotto anni dissi ai miei che volevo diventare un barman, loro mi hanno guardato sconvolti, non pensando neanche lontanamente che quello fosse un lavoro dignitoso, quindi provarono a iscrivermi all'Università, visto che ho sempre avuto degli ottimi voti. Io però non glielo perdonai e me ne andai di casa. Girai un po' per il paese, fino a ritrovarmi in questa cittadina sperduta. Ovviamente non penso di trasferirmi qui stabilmente, ma voglio guadagnare abbastanza soldi per aprire un locale tutto mio a Busan >

Jin non era davvero interessato a sentire la sua storia e neanche come, in un periodo di ribellione adolescenziale, il ragazzo davanti a lui aveva sprecato l'opportunità di trovare un buon lavoro e costruirsi una famiglia.

L'umano aveva avuto una possibilità di scelta che purtroppo a Jin non era stata concessa, per questo iniziò ad essere infastidito dal ragazzo davanti a lui e soprattutto dal cane, che non la smetteva un attimo di abbaiare.

Così, spazientito, si  inginocchiò a livello dell'animale e lo guardò per qualche secondo dritto negli occhi. Poi dalla sua bocca fece uscire un ringhio così basso e minaccioso, che solo il cane, con il suo finissimo udito, poté sentire.

L'animale subito abbassò le orecchie spaventato e con la coda tra le gambe si nascose dietro il suo padrone, troppo terrorizzato dall'emettere anche solo un misero suono.

"Ah finalmente" pensò Jin soddisfatto dal silenzio ottenuto.

< Non so come hai fatto, ma ti devo fare i miei complimenti, non è mai stato così silenzioso > borbottò Namjoon, mentre guardava il suo cane sorpreso.

Jin si alzò e, guardando il ragazzo davanti a sé.

< Scusami è ora che io vada, si sta facendo tardi e devo preparare ancora la colazione ai miei fratelli, buona giornata > 

Il vampiro si allontanò da quell'umano e riprese la sua passeggiata.

< Tornerai al bar? Devi assolutamente assaggiare la nuova torta che il nostro cuoco ha preparato > disse Namjoon, prima che Jin si allontanasse troppo.

Il castano si voltò e gli sorrise educatamente.

< Certo non vedo l'ora di assaggiarla > esclamò Jin, cercando nel contempo di non sembrare troppo sarcastico.

Quando Namjoon vide il ragazzo allontanarsi, fece scomparire velocemente l'espressione sorridente che aveva sul viso.

"Non hai neanche il coraggio di pronunciare il tuo vero nome Kim SeokJin" pensò lui, allontanandosi dalla parte opposta e trascinando con sé il suo cane.


Spazio "autrice":

Mi sono resa conto di averli trascurati tantissimo, ero così presa dalla storia che non mi sono accorta del fatto che loro due si erano incontrati una sola volta (almeno per Jin). Comunque adesso cercherò di dargli più spazio, visto che ancora non si sa niente della storia del vampiro...

Questo capitolo è davvero corto per i miei standard, ma mi farò perdonare con il prossimo.

A presto :)

KANGSHINMU  강신무Where stories live. Discover now