Capitolo 104

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Aaah mi odierete lo so, mi odio anch'io lasciate perdere, tra esami vari e word che mi cancella l'intero capitolo quando volevo pubblicarlo e quindi ho dovuto riscrivere tutto da capo, non so chi detestare maggiormente.

Comunque visto che è passato decisamente troppo tempo, vi lascio un minuscolo riassunto dei capitoli precedenti: Taehyung è legato come un salame dormiente su un altare e ha stretto un patto con Sun-hi (sciamana morta di cui sia jungkook che Jimin erano innamorati), Hoseok (la strega) e Jimin (il demone volpe) sono pronti a fare l'incantesimo nel tempio, Jin si è trasformato in un vampiro sanguinario senza sentimenti, comandato a bacchetta (letteralmente ahahah ok, no scusate battuta squallida), mentre Namjoon (il cacciatore di vampiri) e Yoongi sono bloccati da una barriera e non riescono ad entrare nel tempio. L'unica persona che la barriera ha fatto entrare è stato Jungkook, lui ha pensato che fosse perché era il più forte, ma forse c'era un significato diverso?

Spero perdoniate gli errori che troverete leggendo 😓

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Jungkook continuava a salire la lunga gradinata che lo avrebbe portato al tempio che un tempo apparteneva alla sciamana, ma più lui correva più sembravano che le scale si moltiplicassero sotto i suoi occhi, quasi si facessero beffe di lui.

< Fatemi entrare stronzi > non poté che urlare a pieni polmoni.

Sapeva che tutto ciò era solo un trucco della strega, l'ennesimo.

Non vedeva davvero l'ora di far saltare la testa a quell'essere, a lui e al mostro che si portava appresso.

Era paradossale detto da Jungkook, vista la sua natura, ma se esisteva qualcuno peggiore di lui quello era senz'altro quel demone che per pura vendetta l'aveva reso quello che era.

Il suo creatore.

Come se fosse stato svegliato da un brutto incubo, finalmente riuscì ad arrivare in cima a quella lunga gradinata di pietra e a trovarsi di fronte a quello che un tempo era la sua casa.

Osservandola meglio però, si accorse che quello non era davvero lo stesso edificio.
Qualcuno l'aveva ricostruita.  Ovviamente ci doveva arrivare anche prima, erano passati decisamente troppi anni da quando aveva vissuto in quel posto da umano e non poteva di certo aspettarsi di ritrovare lo stesso tempio che tanto amava.
Quel qualcuno comunque aveva cercato di rendere fede alla struttura originale e se lui non avesse conosciuto così bene quel posto, avrebbe pensato che fosse lo stesso di sempre.

Velocemente scosse la testa.

Non era decisamente il momento di fare certi pensieri.

Piano alzò un braccio tremante, i ricordi lo stavano sopraffacendo, ma subito cercò di bloccare la sua ansia crescente.

Quella vita non esisteva più, non era più quello stupido e debole umano.

Con mani più ferme questa volta, spalancò le porte scorrevoli di bambù e si ritrovò di fronte a un enorme salone, adatto alle preghiere di un gran numero di fedeli.

In fondo alla sala stagliava un altare e su di esso giaceva dormiente una figura che avrebbe riconosciuto dovunque.

In meno di mezzo secondo si materializzò davanti all'unico mobilio della stanza e quello che si trovò davanti fece smuovere il suo cuore ormai vecchio e fermo da tempo. 

Sopra l'altare giaceva supino il suo piccolo umano, dormiente forse per un incantesimo? Con polsi e caviglie legate strettamente con delle corde. Sui polsi poteva notare il rossore dato dal troppo sfregare, e un piccolo sorriso misto ad incazzatura non poté che spuntare sul volto.

KANGSHINMU  강신무Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora