Capitolo 49

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< Sei perdonato, solo perché tutto quel teatrino mi ha divertito parecchio... Secondo te quanto ci metterà a rendersene conto anche lui? Gli do cinque minuti >

< Così pochi? Facciamo dieci > contestò Jungkook, guardando il vampiro dai capelli argentati sdraiato comodamente sul suo letto.

< Scommettiamo? > chiese Yoongi, sorridendo.

< Affare fatto >

Taehyung si buttò a peso morto sul suo letto, velocemente si spogliò e si fiondò sotto le coperte, non volendo più vedere nessuno per quel giorno.

Era avvenuto tutto per colpa sua, sua e della sua stupida curiosità.

Avrebbe voluto picchiarsi con le sue stesse mani, per come si era comportato nella stanza del vampiro.

Sì, perché adesso il nome Jungkook non meritava neanche più di essere pronunciato da tutto l'odio e il disprezzo che provava verso quell'essere.

Velocemente si asciugò gli ultimi rimasugli di lacrime che gli erano cadute.

"Così fottutamente debole" pensò tra sé, maledicendosi mille volte.

Per quanto poteva affermare di odiare e detestare il vampiro, nel profondo del suo cuore però, sapeva che l'unico da biasimare era solo e unicamente sé stesso.

Lui aveva provato, percepito, sentito quelle determinate cose.

"Che schifo" non poté che pensare disgustato.

I minuti passarono uno dopo l'altro e si stava per addormentare, quando si ricordò improvvisamente della ferita.

Stranamente però non faceva male come aveva pensato, anzi non faceva male per niente.

Lentamente si porto due dita ad accarezzare il punto leso, ma passandoci sopra la mano non sentì nessun taglio.

Velocemente si alzò dal letto confuso e si diresse verso il bagno.

Aprì la porta e accese la luce.

Si diresse verso lo specchio e inclinò il collo per vedere meglio la zona lacerata.

Gli occhi si spalancarono e dalla sua bocca uscì un ringhio basso e cupo.

"Quel fottuto, bastardo, pezzo di merda, coglione" un sacco di epiteti molto carini stavano nascendo spontanei nella testa di Taehyung, ma in quel momento nessuno di quelli sarebbe potuto essere abbastanza efficace per descrivere pienamente quell'essere.

Non aveva parole, era troppo sconvolto per pronunciare una singola parola.

Quell'essere l'aveva preso in giro per l'ennesima volta e lui ci era cascato come uno stupido.

Sul suo collo, non c'erano morsi o tagli, che di certo si sarebbe aspettato, no assolutamente.

C'era qualcosa di molto peggio, una macchia rossa molto grossa, che era sicuro avrebbe preso una tonalità violastra il giorno dopo.

Con le ultime forze rimaste urlò un "vaffanculo spero che morirai di una morte lenta e dolorosa" e poi si rinchiuse in camera, badando bene a sbattere forte la porta.

Si infilò nel letto e sperò che il giorno dopo avrebbe dimenticato quello spiacevole episodio e tutta quella storia, svegliandosi nel suo comodo e caldo letto di casa sua.

< Dieci minuti e due secondi > mormorò Jungkook, guardando il suo orologio da polso.

Yoongi grugnì infastidito e mentalmente maledì l'umano per essere così stupido.

KANGSHINMU  강신무Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora