Capitolo 74

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Un tenero bambino di sei anni stava inseguendo un piccolo gatto randagio che veloce stava cercando di seminare quella piccola peste.

La madre aveva chiuso gli occhi solo per pochi minuti, ma con il suo lavoro da infermiera, i suoi turni pazzi e il suo iperattivo figlio, non ci volle poi molto che cadesse nel sonno più totale, in una panchina del parco, mentre suo figlio era intento a giocare con altri bambini della sua età.

Il piccolo essere però ben presto perse interesse nel giocare con i suoi coetanei, a causa del cosiddetto gattino, e così ignorando il resto del mondo decise di seguire quell'animale.

Si era presupposto come obbiettivo di prenderlo e portarlo a casa, infondo era così carino, ma più il bimbo cercava di raggiungerlo più il gatto camminava veloce, facendo allontanare sempre di più il bambino dalla propria madre.

< Gatto, gatto fermati > continuava a ripetere il bambino, ma l'animale sembra come non volerlo ascoltare e il bambino sbuffò per l'ennesima volta contrariato.

"Eppure nei cartoni animati gli animali parlano sempre, perché questo non mi vuole ascoltare" pensò il bambino offeso dal comportamento del gatto.

Il felino accelerò il passo e le piccole gambe del bimbo dovettero iniziare a correre, per stare al passo di quell'animale.

< Dai gatto vieni > provò a richiamarlo il bimbo, ma ancora niente.

< Aspetta non correre >

Vide il gatto sempre più lontano, ma il bambino non voleva arrendersi, voleva quel gattino, aveva già ideato un nome perfetto per lui, figurati.

All'improvviso però il gatto si bloccò di colpo, annusò l'aria intorno a sé, si guardò intorno e poi si volse nella direzione del bambino, iniziando a correre verso di lui, il bambino felice si bloccò e spalancò le braccia, pronto ad accoglierlo, ma all'ultimo momento l'animale deviò il bambino e riprese la sua folle corsa come se fosse stato spaventato da qualcosa.

Il bambino rimase per un po' in quella posizione scioccato per quello che era successo, era pronto ad inseguirlo di nuovo, ma in quel momento si rese finalmente conto di non sapere dove fosse finito.

Si guardò intorno e vide che era circondato da pochi alberi che via a via che camminava aumentavano sempre di più e le case del suo piccolo paesino iniziavano a diventare sempre più rade, davanti a lui invece si trovava un fiumicello con un piccolo ponticello mezzo sgarrupato che aveva fatto fermare il gatto, unico mezzo che separava la città dalla fitta foresta che si stagliava all'orizzonte.

Il bambino voleva tornare indietro, stava iniziando a spaventarsi, era rimasto tutto solo, forse si era allontanato troppo dalla mamma, ma all'improvviso portò il suo sguardo oltre quel ponte e si accorse che al limitare della foresta c'era una cosa strana di colore arancio-rossiccio accovacciata contro un albero.

"Cos'è cos'è?" si chiese all'improvviso il bimbo curioso, avvicinandosi di più al ponticello.

"Sei ancora piccolo non puoi allontanarti da tua madre" le parole di sua mamma gli tornarono improvvisamente alla mente e subito si bloccò, con il piede destro già su un'asse di legno.

< Ma è stato tanto tempo fa, ora sono grande > si convinse il bambino, quando in realtà la madre glielo aveva detto appena quella mattina.

Così ignorò il suo buon senso e velocemente mise anche l'altro piede sul ponte, il quale produsse un rumore sinistro, ma che il bambino decise di ignorare.

KANGSHINMU  강신무Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora