Capitolo 73

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Preparatevi per un capitolo lungo lungo 😄
Buona lettura~

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< Perché ti stai scaldando tanto per un semplice libro > chiese Jimin, sicuro che stava per raggiungere il suo scopo.

< Perché quel dannato mostro ero io > sbottò infuriato Yoongi, con il petto che si abbassava e alzava frenetico, gli occhi iniettati di sangue e i canini in bella mostra, pronto a sfogare la sua furia omicida.

Jimin lo guardò con occhi compassionevoli, non si spaventò né arretrò di un passo a quella vista.

Sapeva che Yoongi aveva reagito così solo come una sorta di autodifesa.

Infondo il piccolo umano aveva sempre creduto che dietro a quegli occhi annoiati e distanti da tutto e da tutti ci fosse nascosto un qualcosa di ignoto e sconosciuto, un piccolo e oscuro segreto celato da quello sguardo di ghiaccio.

L'idea di scoprirlo, doveva ammetterlo, era per un verso quasi eccitante.

< Io sono nato con il viso più brutto del mondo, io sono dovuto crescere dietro ad una maschera per tutta la mia vita, io sono stato venduto ad un circo da miei genitori, quando ero appena un bambino, perché ero così brutto da poter diventare un'attrazione circense, così che tutte le persone avrebbero potuto vedermi e deridermi, io ero quello che ha dovuto uccidere il suo carceriere per scappare, io ho girato il mondo per cercare un qualcuno, una sola persona al mondo che mi avrebbe potuto amare, nonostante quel viso. Io ho dovuto finalmente guardare in faccia la realtà un giorno e capire che il mondo era solo un posto crudele, in cui solo i più forti sopravvivevano e così mi sono comportato di conseguenza. Ho compiuto azioni, Jimin, che tu non puoi nemmeno immaginare. Il teatro dell'Opera di Parigi, all'inizio doveva essere solo un'abitazione temporanea, i sotterranei erano così grandi che avrebbero potuto contenere un'intera magione. Avevano anche una posizione favorevole, si trovavano nel sottosuolo, così che nessuno si sarebbe mai dovuto scontrare con lo scherzo della natura, con il mostro, poi però spuntarono delle cose che mi fecero rimanere e in quei cunicoli creai un luogo così magnifico che anche i più benestanti di Parigi avrebbero potuto invidiare. Vuoi sapere cosa mi fece rimanere? Prima un semplice e stupido pianoforte mi trattenne per qualche mese e poi un angelo dai capelli dorati e occhi brillanti e chiari come piccoli zaffiri mi incatenarono in quel posto, trasformandolo nella mia beatitudine, nel mio paradiso, ma anche nella mia sventura e nella mia rovina >

< Cosa è successo? > chiese cauto Jimin.

< Cosa pensi sia successo? Hai detto che hai letto il libro, no? Mi innamorai di quell'angelo, Christine Daee si chiamava, e per la prima volta, dopo anni di sfruttamenti e soprusi, sperai che finalmente fosse arrivato qualcuno che mi avrebbe accettato per il mostro che ero, che mi avrebbe amato come io amavo lei, ma alla fine ero solo uno stupido e ingenuo umano, vero? Come avrei mai potuto pensare che una ragazza così bella e dolce come lei potesse innamorarsi solo della mia voce o della mia musica, senza mai potermi vedere in viso? Ovviamente lei voleva di più e solo quel incapace, buono a nulla di quel conte, che continuava a corteggiare in imperterrito la mia cantante, avrebbe potuto darle quello che lei desiderava. Lui aveva tutto, Jimin, aveva soldi, bel aspetto, conoscenze, poteva donarle una vita agiata, una vita felice. Ho provato a trattenerla con tutte le mie forze, Jimin, ho provato a fargli vedere oltre la mia orribile faccia, ma non è servito a niente. L'unica cosa che a lei importava era il mio aspetto disumano, tutte le mie qualità, la mia personalità, scomparse davanti ai suoi occhi, non appena vide il mio volto. Per questo lo nascondevo dietro a quella maschera bianca, per questo non volevo che lei lo scoprisse, ma per un malaugurato evento lei riuscì a togliermi quel travestimento e infranse così l'unico tabù che le avevo imposto. A causa della sua stupida curiosità, rovinò il già misero rapporto che avevamo e così scappò via da me spaventata e si rifugiò nelle braccia di quel conte. Infondo però, ripensandoci, non potevo nemmeno giudicarla, aveva terribilmente ragione quando mi chiamava mostro, perché in fin dei conti ero solo quello, un orribile rifiuto di dio. Di nascosto, lei e il conte si promisero amore eterno su una torre del teatro, regalandosi a vicenda degli stupidi anelli dorati, credendo che io non lo avrei scoperto. Eppure sapevano benissimo che potevo raggiungere qualsiasi angolo del Opéra de Garnier e soprattutto sapevano benissimo quello che io ero in grado di fare... >

KANGSHINMU  강신무Where stories live. Discover now