Capitolo 18

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Le lezioni pomeridiane erano appena cominciate, ma Yoongi non aveva la minima voglia di frequentarle.

Aveva storia, quanto poteva essere inutile per lui quella materia?

Il ragazzo aveva vissuto tutte le guerre mondiali e visto che il programma dell'ultimo anno riguardava il novecento e stranamente non aveva voglia di dormire sul banco, si mise a girovagare per i corridoi della scuola, fino a fermarsi davanti a un'aula molto particolare.

Di solito essa veniva utilizzata dal gruppo di coro o durante le lezioni di musica, quindi la stanza era stata posizionata un po' più lontano dalle altre, per non disturbare le altre classi.

A Yoongi di certo questo non interessava.

Si era ritrovato lì per puro caso.

Annoiato aprì la porta, ma la sua faccia si trasformò ben presto in una sorpresa, quando di fronte a lui, si ritrovò un bellissimo pianoforte a coda laccato di nero, posto in un angolo della stanza.

Lentamente si avvicinò ad esso e ci posizionò una mano sopra, accarezzandolo lentamente.

Era da anni, per non dire decenni, che non toccava un pianoforte.

Si sedette sullo sgabello, posto di fronte ad esso, e sollevò lentamente lo sportello, che teneva nascosti i tasti dello strumento.

Non avrebbe mai pensato, che si sarebbe ritrovato a suonarlo di nuovo, in un paesino sperduto nel nulla, indossando per giunta una stupida divisa scolastica.

Delicatamente sfiorò il tasto del do e un suono familiare fuoriuscì da quello strumento.

"È accordato bene" pensò sorpreso.

"Forse qualcuno in questa scuola lo sa suonare... Allora non sono tutti così idioti e ignoranti, i ragazzi di questi tempi" pensò lui.

Posizionò tutte e due le mani sulla tastiera e iniziò a suonare.

Una melodia lenta e dolcissima iniziò a fuoriuscire dal pianoforte e lui chiuse gli occhi, godendosi per la prima volta, dopo tanti anni, il suo bellissimo suono.

Ricordi della sua vita passata, tornarono prepotenti a galla e questa volta non fece niente per fermare questo flusso di pensieri. Li accolse quasi amorevolmente e si perse nelle sue memorie, abbandonandosi al suono melodioso dello strumento.

Delle lacrime scesero dai suoi occhi, ma non le bloccò, ormai immerso completamente nella canzone.

Pensava finalmente di essersi abbandonato alla musica, alla sua adorata musica, ma un suono lo fece ritornare prepotentemente alla realtà.

Una voce chiara, cristallina che gli fece spalancare gli occhi e quasi bloccare le mani che ancora correvano per continuare la melodia.

Riprese velocemente il filo delle note che aveva quasi interrotto, con una maestria che ben pochi possedevano. Non voleva fermarsi, voleva sentire quella voce ancora e ancora, non voleva farla tacere.

Una volta, tanto tempo fa, aveva cercato per anni, una voce del genere. Era stato così ossessionato dal trovarla, ma nonostante le numerosi cantanti che aveva ascoltato, nessuna era mai riuscita ad affascinarlo come in quel momento.

La canzone stava finendo, ma lui non voleva, tentò di prolungarla ancora di qualche nota, ma la voce si stava abbassando sempre di più, fino a quando l'ultima nota non lasciò il pianoforte e dopo fu solo silenzio.

Per la prima volta nella sua lunga vita da vampiro era spaventato, terrorizzato dal scoprire a chi appartenesse quella voce melodiosa.

Lentamente si asciugò i residui delle lacrime che prima aveva versato e poi si girò, ammirando il ragazzo dai capelli color dell'arancio che lo fissava dritto negli occhi, sorridendogli allegramente.

KANGSHINMU  강신무Where stories live. Discover now