DIVERSA

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Le nuvole tornarono, portando di nuovo con se il brutto tempo, e le loro lacrime che tanto adoravo assaporare, richiudendomi in casa, sul divano a leggere un libro. Ma quest' oggi non sarebbe andata così.
Ritornai al parco, alla mia altalena, sentendo di aver dimenticato qualcosa di importante, di significativo per me.
E fu lì che...

Ero di nuovo nel parco, stesa a terra con il fango che mi sporcava i vestiti e il viso. Qualcosa mi colpiva ripetutamente, qualche cosa di piccolo, rotondo e duro.
Sassi. Tre ragazzine mi stavano tirando addosso dei sassolini, piccoli ma molto dolorosi. Non la smettevano anche se io le supplicavo. Mi sentivo crescere rabbia, odio. Pensavo che mi avrebbe ucciso. Mi scorreva nelle vene, alimentando il mio piccolo cuore, di una crudeltà così intensa a cui non credevo avesse potuto reggere. Mi rialzai combattendo contro le loro azioni e trattenendo le lacrime. Qualcosa dentro di me si sprigionò, rendendomi la vista sfuocata, e un' aura nera uscí dal mio petto, allargandosi sempre di più, percorrendo tutto lo spazio che avevo attorno, inglobando le ragazzine. Appena furono toccate, la loro pelle divvene nera, a croste, bruciata. E un vento uscito dalla mia bocca, con le mie urla, sgretoló quei corpi ormai disanimi. Quei corpi di mostri, che si nascondevano dietro volti umani, innocenti. Un potere dentro di me si era innescato, sprigionato, causando la catastrofe, che portò poi alla disgrazia di questa città fantasma.

Solo in quel momento sentii la differenza dentro di me, la stranezza che viveva in tutto il mio corpo, a differenza delle altre persone che mi hanno circondato per tutto questo tempo. E solo loro se ne erano accorti.
Io no. E solo ora capisco perché mi avevano trattato in quel modo.
Avevano paura di me.
Provavano paura per quello che potevo fare, per quello che ero.
Solo ora sentivo che internamente c'era qualcosa di strano, fuori dal normale.
Un potere, che aveva vissuto lì, con me, e per tutto questo tempo non me n'ero mai accorta, non ci avevo mai fatto caso.
Mi sentivo più forte, irraggiungibile da qualsiasi male.
O ero io il male?
Perché non me n'ero resa conto? Perché non me l'hanno mai detto? Perché mi hanno tenuto all'oscuro di tutto? E perché provavano paura verso di me?
La testa mi esplodeva, corsi disperata alla via principale con l'intento di andarmene per sempre da lì, da quella città ricolma di ricordi. Eppure ero stata io a insistere di volerci andare, a sapere, a ricordare.
Chiamai mia madre in cerca di risposte, di un'aiuto, un consiglio, da vera amica che era stata. Aspettavo con ansia di sentire la sua voce.
-...pronto?-

-Mamma sono io,...ho bisogno del tuo aiuto, io...- lacrime iniziarono a rigare le mie guance.

-tesoro tranquilla, calmati...-

-Non capisco...io, mi ricordo tutto, ma...non ce la faccio...non riesco a capire!-

-uh...tesoro...è difficile da spiegare...-

-Quindi tu sai! E non me l'hai detto!-

-io...uh....Blum, devi sapere che le persone che vivevano in quella città non erano normali...cioè...si lo erano ma tu...-

-Io?...voglio sentirmelo dire, ti prego...-

-non eri come loro...tu eri...diversa-

-Si questo l'ho capito ma...perché propri a me!?...perché?!-

-tesoro...-

-Tu non sai cosa ho visto qui...-

-posso capire...-

-No, non puoi capire!-

-Blum...io posso dirti soltanto una cosa...tu...tu sei come lui...-

-Lui chi? Mamma??...cosa intendi dire?-

Ottimo, mi aveva riattaccato in faccia, senza rispondermi. Qui c'è qualcosa che mi puzza, ma di mistero. Credeva di aver risposto alle mie domande, ma non sapeva che invece me ne ha procurate delle altre.
Più confusa di prima, mi sentivo triste, mi sentivo esplodere dentro per la mia curiosità, per la voglia di sapere.
Piangendo mi misi a correre, ed entrai nella foresta. Non mi interessava chi si nascondeva tra gli alberi, se potevo ritrovarmelo davanti, se la mia mossa fosse stata un altro errore.
Non mi importava.
Dovevo sapere, cosa fossi veramente.
Mi feci inghiottire da quella marea di alberi, da quell oscurità che non lascia trapassare niente dall'esterno, ne dall'interno.

Don't forget my eyesWhere stories live. Discover now